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SETTE NOTE IN NERO (1977)

12 Marzo 2021



Ho già trattato del cinema di Lucio Fulci (1927-1996) in un mio precedente articolo, qui il link: https://slisso.wixsite.com/cineprospettive/single-post/2020/03/02/tempo-di-massacro-1966 . In questo nuovo articolo esaminerò invece "Sette Note in Nero", vale a dire un thriller, uscito il 10 Agosto 1977.

Lucio Fulci, regista troppo spesso poco compreso e poco considerato da molta critica ufficiale dell'epoca è in realtà artista cinematografico interessante, personale, capace di creare universi inquietanti, spaventosi (i film thriller e quelli horror) quanto più specificatamente violenti, "artaudiani" come ho tentato di mostrare nell'articolo da me sopra linkato dove appunto tratto di un suo western "Tempo di Massacro".

Si tratta come ho accennato sopra ad un thriller, ma un thriller particolare, dalle venature horror un po' come molti thriller argentiani, ed il cinema di Dario Argento rimane come ispirazione per questo film di Fulci e più nello specifico proprio un film come "Profondo Rosso" di cui ho scritto in questo mio articolo. https://slisso.wixsite.com/cineprospettive/single-post/profondo-rosso-1975 . I rimandi al film argentiano sono molteplici dal riferimento al sovrannaturale ed al paranormale, al cadavere nella stanza murata per arrivare al ritornello musicale.

C'è da dire anche che "Sette Note in Nero" presenta una struttura ed un andamento abbastanza classici, Fulci con questo film si riallaccia a tutta una tradizione del giallo più classico e tradizionale, gli effetti sanguinolenti sono ridotti se pensiamo ad altri suoi film sia thriller (in primis proprio lo scatenato e furente "Lo Squartatore di New York" del 1982) che agli stessi horror di fine anni Settanta-inizio anni Ottanta.

Se osserviamo il film in filigrana, per così dire ci accorgiamo che ciò che lo sostanzia sono tematiche "alte" quali Memoria, Tempo, dimensione onirica, mistero ed insondabilità della realtà.

MA LA MEMORIA VIENE ROVESCIATA NEL SUO SIGNIFICATO BASILARE, LA MEMORIA, LA DIMENSIONE MNESTICA E' SOLO APPARENTE DAL MOMENTO CHE LA PROTAGONISTA E' UNA PREVEGGENTE E STA ANTICIPANDO CON LA MENTE IL FUTURO PENSANDO CHE SIA PASSATO.

Una visione di un omicidio legato ad una stanza murata che la protagonista crede accaduto nel passato ed invece deve ancora accadere. Questo il fulcro del film. Certo, a fare da protagonista c'è il Tempo, la dimensione temporale, e la sua inquietante destrutturazione, cos' come il perturbante discende proprio da quel rovesciamento della Memoria e del rapporto passato-futuro.

In questa radicale variazione di significato dei piani temporali, nella scoperta inattesa che la memoria è in realtà preveggenza e che il passato è in realtà futuro che risiede il senso perturbante, inquietante e sinistro di "Sette Note in Nero" così come il suo significato paranormale.

Con questo film Fulci dimostra il proprio spessore cinematografico, la propria forza visiva e la capacità di generare "senso" (profondo, eccedente, liberamente circolante) solo in parte afferrabile dalla parola. Ma tutto questo molta critica dell'epoca, purtroppo sembrava non essere in grado di capire.

Siamo alle prese con un film che si confronta con il problema del Tempo, come ho scritto sopra, ma ancora di più con lo scorrere del Tempo, DEL TEMPO COME ENTITA' DINAMICA, FLUIDA, FUGGEVOLE E SFUGGENTE.

Tale "fluidità", tale carattere sfuggente concorre nel creare una "confusione" tra i piani temporali, e proprio in questo modo ed in questo senso assistiamo ad una mescolanza di passato, presente e futuro.

Il paranormale sembra esplicarsi proprio in questa rimodulazione dei diversi piani temporali. Ed in questo film Fulci insiste nel suo stile di ripresa composto dallo Zoom (in verità topos di molto cinema di genere degli anni Settanta, ma che Fulci seppe impiegare in modo magistrale) e vi è anche un impiego del Primo Piano come a voler sondare i volti, le espressioni ed anche gli effetti psicologici della vicenda. Ma non è comunque la psicologia ciò che interessa il nostro (e d'altro canto sappiamo anche bene che opinione Fulci avesse della psicoanalisi e di Freud, ad esempio).

Come è stato notato da più parti importanza notevole lo assume anche il colore, anche la dimensione cromatica, con tonalità dominante tendente al rosso (il rosso del sangue, anche qui richiami al cinema di Dario Argento).

Questi, per quanto mi riguarda gli snodi cruciali formali, stilistici e di contenuto del film che rendono "Sette Note in Nero" film degno di essere riscoperto e rivalutato (per chi non lo avesse ancora fatto) di un regista ancora oggi troppo spesso poco considerato.


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