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TEMPO DI MASSACRO (1966)


"Tempo di Massacro" uscito il 10 Agosto 1966 non solo è uno dei film più prestigiosi del cosiddetto Western all'Italiana ma anche uno dei film più significativi (e anche uno dei film più estremi) di Lucio Fulci (1927-1996), regista, purtroppo spesso poco considerato in vita, ma che sopratutto dopo la morte è andato guadagnando sempre più "aficionados" fra i cinefili e parte della critica (quella più avveduta).

Quando si parla di Fulci parliamo di un grande, di un ottimo artigiano (ripeto, tale termine non va necessariamente contrapposto ad autore, come ad esempio in questo caso), TRASFORMATORE DEI GENERI CINEMATOGRAFICI, GRANDE RIELABORATORE DEL GENERE CINEMATOGRAFICO IN SE'.

Teniamo anche presente che Fulci dovette lottare contro la ristrettezza dei budget nel corso di tutta la sua carriera cinematografica. Ed anche se il suo nome è perlopiù legato al Cinema Thriller ed al Cinema Horror (sopratutto nei primi anni Ottanta) egli ha lasciato un segno indelebile anche all'interno di quello spazio definito Western all'Italiana (che è cosa diversa dal Western).

Importante, quando si parla di Fulci la nozione (da egli stesso coniata) di "terrorista dei generi", vale a dire di "deflagratore" del genere cinematografico e quindi possiamo dire di assistere, durante la visione di un film di questo regista ad una trasformazione anche "violenta" e "folle" del genere.

Con "Tempo di Massacro" siamo alle prese con uno dei Western all'Italiana più violenti di sempre, un film disturbante che in alcune scene quasi trascende nel genere Horror o Splatter (di cui poi Fulci fu capofila, nei primi anni Ottanta).

"Tempo di Massacro" è sostanzialmente un film che affronta il tema della vendetta (e che vede protagonista Franco Nero, potremmo dire uno dei volti simbolo del Western all'Italiana), quindi niente di davvero nuovo da questo punto di vista, il senso di tutto è invece di COME FULCI AFFRONTI TALE TEMA.

Lo stesso regista defini questo suo film "artaudiano" vale a dire ispirato, anzi permeato della poetica di Antonin Artaud e al suo Teatro della Crudeltà.

E stiamo parlando del primo film fulciano che si confronta davvero con quelli che saranno tratti tipici del suo cinema a venire, vale a dire la crudeltà, appunto, e la violenza.

In questo film la VIOLENZA DIVENTA PARTE DELLA POETICA FULCIANA, una rappresentazione della violenza mai fine a se stessa, quanto piuttosto uno scavo all'interno di pulsioni disturbanti e perturbanti, una resa (perchè no, anche effettistica) mai compiaciuta bensì intrisa di cinismo e pessimismo.

Lucio Fulci, molto spesso, nel corso della sua carriera cinematografica si è confrontato proprio con le zone buie dell'animo umano, con alcuni territori poco esplorati e con pulsioni di morte e violenza, con tutta la DIMENSIONE SOMMERSA DELLA PSICHE UMANA.

Tutto questo viene inaugurato proprio nel 1966, con questo film.

Spira, attraverso questo film anche una brezza eversiva, ribellistica; teniamo presente che Fulci era un uomo di sinistra (ed amara ironia della sorte fu stroncato più spesso proprio dalla critica cinematografica di sinistra) dove bene si raffigura una contrapposizione fra gli umili ed i potenti ( tratto tipico questo del miglior Western all'Italiana, a cominciare proprio da Sergio Leone, ma non solo, anche di tutto quel sottogenere molto bello del western all'Italiana che va sotto il nome di Tortilla Western, film ambientati durante la Rivoluzione Messicana), ecco, dicevo vi è in "Tempo di Massacro" una vena eversiva, ribellistica, fortemente progressista.

Molto importante (come è stato molto spesso notato) la scena della punizione corporale a colpi di frusta, scena in cui Fulci mostra tutta la sua forza visiva e di costruzione scenica e dove bene impiega proprio la nozione di "cinema artaudiano"; scena dove, appunto, come ho accennato sopra vi è una violenza sadica impiegata dai potenti del luogo ai danni di un personaggio umile.

Fulci, in questo modo, bene rappresenta (in modo violentemente icastico) la VIOLENZA SADICA DEL POTERE; ecco molto del fascino eversivo del film risiede proprio in questo.

Ed ecco quindi che in Fulci non vi è compiacimento nella rappresentazione della violenza (come molta critica cinematografica ottusa ha voluto vedere), quanto piuttosto una rappresentazione cinica, dura, senza infingimenti (compiaciuta magari da un punto di vista tecnico e stilistico, ma è cosa ben diversa) e sopratutto una rappresentazione critica della violenza, mostrandone proprio il carattetre repressivo e sadico.

Ecco, credo che fascino e bellezza del film risiedano anche in questo importante aspetto.

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