REBEL WITHOUT A CAUSE (1955)
2 Ottobre 2024
Francesco De Maria
"Rebel Without a Cause", uscito il 26 Ottobre 1955, conosciuto in Italia con il titolo di "Gioventù Bruciata è un film che ha subito un'ingiustizia: è stato appiattito (non dico sempre e solo da alcuni, ma tanto è bastato per creare l'immagine) in una dimensione di fenomeno di costume, il tutto rafforzato dalla presenza divistica di James Dean, egli stesso in verità sottovalutato nelle sue doti recitative, banalizzato ad una sorta di "sex symbol" maledetto (anche a causa della tragica morte in giovane età), eppure siamo alle prese con un film articolato, pensato e costruito, complesso, uno dei film più notevoli di Nicholas Ray (1911-1979), del quale ho già trattato, qui il link: https://slisso.wixsite.com/cineprospettive/single-post/2019/05/01/bigger-than-life-1956 . Nichola Ray è stato un importante regista, uno di quei "giovani registi" degli anni Cinquanta, il quale si pone in una posizione intermedia fra il Classicismo Hollywoodiano e prime tensioni Neo-Hollywoodiane.
Nel film i giovani attori sono tutte presenze più o meno iconiche, a cominciare dall'ovvio e scontato caso di James Dean, ma non solo, al suo fianco ci sono Natalie Wood (morta ella stessa prematuramente ed in circostanze ancora misteriose), Sal Mineo (lo stesso) e un esordiente Dennis Hopper.
James Dean dona al personaggio di Jim Stark tutta l'inquietudine ed il malessere esistenziale, l'impossibilità di comunicare tipica di molti adolescenti americani degli anni Cinquanta.
Siamo alle prese con un MELODRAMMA FIAMMEGGIANTE, DAI COLORI SATURI, VIRATI IN SENSO QUASI ESPRESSIONISTICO: un film del tutto tipico per Nicholas Ray, e con le dovute peculiarità, tipico anche di tutta una tendenza del Cinema Americano di metà anni Cinquanta.
Da non sottovalutare (ma questo non bisogna farlo per molto Cinema Americano) l'ambientazione suburbana: infatti il film è ambientato nei suburbia di Los Angeles, essi stessi sorta di co-protaginisti del film, presenza non solo di ambientazione, ma portatrice di senso: nei suburbia si annida il malessere, causato da una sorta di irreggimentazione, di repressione tutti aspetti considerati giusti nell'America di Eisenhower.
In questo senso si potrebbe affermare che il film successivo del quale ho trattato in passato, "Bigger Than Life", del 1956, sia una sorta di proseguimento di questo film del 1955, proprio riguardo all'ambientazione suburbana ed a quello che si "lascia dire".
Questi giovani rappresentati nel film (James Dean, Natalie Wood, Sal Mineo, ma anche la stessa banda di teppisti del quale Dennis Hopper fa parte) provengono tutti da contesti familiari disfunzionali, con figure genitoriali assenti od anaffettive, e tutti questi adolescenti sono alla ricerca di un'APPARTENENZA. e pensiamo solo alla parte finale del film, ambientata nella vecchia villa abbandonata dove i tre giovani si rifugiano, ANDANDO A FORMARE UNA SORTA DI MODELLO FAMILIARE ALTERNATIVO ED AUTENTICO.
Il film, alla sua uscita, molto spesso non fu apprezzato e compreso dalla critica la quale lo giudicò "brutale e violento"; in verità stava irrompendo il "Reale" (trasfigurato magnificamente) nel Cinema Americano, un "Reale" il quale verrà raffigurato successivamente, in molti dei film della New Hollywood (ma già in tutta la fase per così dire intermedia di inizio e metà anni Sessanta).
Il film vive molto di inter-relazioni, di equilibri dinamici: tutto questo è ottenuto, o comunque rafforzato, attraverso l'impiego del Cinemascope, un formato "largo", orizzontale che permette una rappresentazione articolata del movimento dei personaggi nello spazio, formato quindi che permette una maggiore ATTENZIONE ALLE INTER-RELAZIONI FRA I PERSONAGGI, AD UNA RAPPRESENTAZIONE PIU' APPROFONDITA DI QUELLE.
Come avviene sempre quando si parla del Cinema di Nicholas Ray ci troviamo di fronte ad un film estremamente "costruito", come ho accennato anche in apertura di articolo, poichè ogni fotogramma è organizzato "architettonicamente". Nicholas Ray insieme a Michelangelo Antonioni è uno dei registi più "architettonici" della storia del Cinema (forte anche dei suoi approfonditi studi di Architettura accanto a Frank Lloyd Wright).
Irrompe, per cos' dire il "Reale" in questo film: ma al contempo il film levita in uno spazio astratto e virato espressionisticamente, vi sono alcune angolazioni di ripresa anomale, ed i colori così accesi trasfigurano la realtà raffigurata. Questo è un dato molto importante, che Nicholas Ray ha perseguito con forza non solo nel seguente 2Bigger Than Life" ma anche nel precedente film, barocco e fiammeggiante, "Johnny Guitar" qui il link: https://slisso.wixsite.com/cineprospettive/single-post/2019/04/12/johnny-guitar-1954 In questo modo Nicholas Ray va già a rompere la trasparenza rappresentativa del Classicismo Hollywoodiano, alla ricerca di nuove modalità, di nuovi stili, di nuove forme. Ed è per questo che ci troviamo al cospetto di un film seminale.
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