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RADIO DAYS (1987)

12 Aprile 2021



Ho già avuto modo di trattare del cinema di Woody Allen (1935), più nello specifico del suo film di esordio, qui il link: https://slisso.wixsite.com/cineprospettive/single-post/2019/08/12/prendi-i-soldi-e-scappa-1969 e di un suo altro film, "Stardust Memories" : https://slisso.wixsite.com/cineprospettive/single-post/2016/05/02/stardust-memories-1980 . "Radio Days" presentato in anteprima allo United States Film Festival il 24 Gennaio 1987 è senz'altro uno dei film più significativi di Woody Allen proprio nel costituire una magnifica messa a punto di molte delle coordinate della poetica alleniana.

Questo film, sostanzialmente è una rievocazione affettuosa e profondamente nostalgica della vita delle famiglie americane, nella fattispecie newyorkesi (compresa la propria) ai tempi della radio (o meglio, quando la radio era il mezzo di comunicazione di massa per eccellenza), Woody Allen ne è anche la voce narrante, raccontando varie storie ed aneddoti legati alla sua gioventù, alla sua famiglia ed alla sua città.

Quindi torna in scena l'amatissima New York, qui rievocata appunto com'era (o meglio, come Woody Allen la ricorda) fra la fine degli anni Trenta e la metà degli anni Quaranta, ma il regista-attore prosegue anche nella sua RIFLESSIONE SUI MASS-MEDIA, SULLA RELAZIONE FRA MASS MEDIA E SOCIETA', SULL'IMPATTO CHE UN MASS MEDIA COME LA RADIO AVEVA SULLE PERSONE.

Bisogna sempre tenere presente questo aspetto del cinema alleniano, soprattutto di quello degli anni Settanta ed Ottanta vale a dire la riflessione direi quasi sociologica sui mass media in questo caso rivestita di toni nostalgici, quasi da "amarcord" felliniano, in altri casi come nello stesso meraviglioso esordio del 1969 da un tono Slapstick con apporti di falso documentarismo, etc.

La stessa colonna sonora del film, svolge, ovviamente, un ruolo essenziale (pensiamo anche a tutta la musica trasmessa dalla radio stessa nel corso del film) così come l'adattamento radiofonico di Orson Welles di "La Guerra dei Mondi" del 1938, il quale gettò nel panico milioni di americani (simulando un'invasione aliena sulla Terra) svolge un certo ruolo all'interno del film.

"Radio Days" inoltre è davvero un CALEIDOSCOPIO UMANO E DI SITUAZIONI, quasi come se Woody Allen avesse avuto il proposito di ritrarre un'intera città, un intera epoca, di più: un'intera città IN un 'intera epoca.

Certo, come ho accennato sopra questo autobiografismo e questa dimensione memoriale sono intrisi di profonda nostalgia (da questo punto di vista mi vengono a mente tutte le scene ambientate sulla spiaggia solitaria, oppure quell'inquadratura plongee, bellissima, di una via del quartiere durante un giorno di pioggia).

Ecco, sicuramente l'aspetto nostalgico è molto importante nel film, potrei arrivare a parlare, quindi, da questo punto di vista di una POETICA DELLA NOSTALGIA, la quale non è nuova nel cinema alleniano, ma che a mio avviso in "Radio Days" raggiunge il suo punto più alto.

Giusta quindi la definizione di film meno lineare di Woody Allen, se solo pensiamo alla destrutturazione temporale, i vari momento non seguono una progressione temporale, ma vengono strutturati come una sorta di puzzle (si va avanti e si torna indietro, per intenderci) donando al film, secondo me, un vaghissimo retrogusto onirico.

Poi c'è anche da aggiungere che non sappiamo in che misura questo autobiografismo sia veritiero, di conseguenza (piano della realtà e piano della fantasia si intrecciano indissolubilmente) concorrendo al donare al film quella sua magica atmosfera sospesa.

Non possiamo certamente considerare "Radio Days" un film autobiografico in senso stretto.

La stessa fotografia (di Carlo Di Palma, uno dei maggiori collaboratori di Woody Allen negli anni Ottanta) concorre al conferire al film quella sua aura nostalgica.

Ma non solo il piano temporale viene (moderatamente) destrutturato, ma la stessa struttura del film (pur fungendo il personaggio di Woody Allen bambino da epicentro) si fa corale oltre che caleidoscopica.

"Radio Days" è un film profondamente costruito, se solo pensiamo all'impiego della luce la quale come è stato giustamente evidenziato non è mai luce naturale (anche se ovviamente esiste un uso della luce naturale del tutto "costruito") ma è sempre luce artificiale.

Tutti questi elementi ci fanno ben comprendere quindi l'autobiografismo "problematico" di "Radio Days", labile (ma labile non vuol dire inesistente), siamo davvero alle prese con un autobiografismo rimodellato e ricostruito, e sono proprio tutte queste caratteristiche a rendere "Radio Days" un film profondamente alleniano, forse il film alleniano per eccellenza.


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