PRENDI I SOLDI E SCAPPA (1969)
"Prendi i Soldi e Scappa", uscito il 18 Agosto 1969 è l'esordio cinematografico di Woody Allen (1935) fino ad allora attore comico televisivo e di cabaret.
Questo film è davvero molto emblematico di tutta la prima fase cinematografica alleniana, in cui gli spunti comici e parodistici sono più accentuati, prima di passare ad una fase in qualche modo anche più drammatica (mantenendosi comunque, molto spesso all'interno delle coordinate della commedia).
"Prendi i Soldi e Scappa" è un'operazione cinematografica elaborata ed a suo modo raffinata, siamo alle prese, sostanzialmente con un film parodistico del Gangster Film e del Prison Film (lo stesso Woody Allen, ci narra, sotto la forma di un "mockumentary", vale a dire di un "falso documentario" composto anche di interviste a svariate persone, le peripezie di un criminale incapace e sfortunato,della sua relazione con il proprio ambiente e con le donne, in particolare con quella che nel film diverrà sua moglie
Il film si regge molto anche sulle battute e sulle fughe rocambolesche del protagonista. Il tutto RISOLTO IN PARODIA, in questo film non vi sono elementi drammatici.
L'aspetto falsamente documentaristico del film è molto importante e lo stesso Woody Allen in un'intervista ha definito il film come "pseudo documentario" e di come questo aspetto pseudo documentaristico riuscisse ad esaltare ancora di più l'aspetto comico (considerando che il documentario, intrinsecamente è qualcosa di molto serio).
Secondo me è presente in "Prendi i Soldi e Scappa" un elemnto, che mi pare, poche volte è stato evidenziato, vale a dire una RIFLESSIONE SUL PUNTO DI VISTA, UNA FRAMMENTAZIONE DELL'IDENTITA' INDIVIDUALE, L'IDENTITA' VISTA COME INTERPRETAZIONE, considerando che Virgil (questo il nome del protagonista) viene anche narrato dalle persone che lo hanno conosciuto (a cominciare dai genitori) in modi anche molto diversi.
Anche se in forma parodistica, dunque, questo film presenta s uo modo una problematizzazione del concetto di identità, inserendosi dunque molto bene in quella tendenza chiamata New Hollywood.
Ecco, dunque già un tratto autoriale alleniano, e poi, teniamo presente che la questione filosofica dell'identità stava molto a cuore a Woody Allen e questo lo ravvediamo molto bene in quell'altro falso documentario chiamato "Zelig" del 1983 anche se con contenuti, forme e modi del tutto diversi rispetto al film del 1969.
Una caratteristica che mi ha sempre colpito del film, inoltre è la sottile malinconia che lo attraversa, il DRAMMA DI UN UOMO PARODIZZATO E RISOLTO IN COMMEDIA, il bellissimo impiego della musica di Marvin Hamlisch (collaboratore di Woody Allen anche per il successivo ed esilarante "Bananas", del 1971).
E poi, il tocco romantico, l'idillio amoroso fra Virgil e Louise (interpretata da Janet Margolin, ottima esordiente come attrice cinematografica in "David e Lisa", del 1962) con quelle scene sulla spiaggia e con l'uso del Piano Sequenza rotatorio.
Già in questo primo film sono presenti rimandi alla cultura ebraica e all'uso di alcune parole Yiddish.
Quindi, volendo, possiamo dire che il film tende al paradossale proprio per il suo carattere parodistico, e lo stesso ritmo delle battute, gli stessi tempi comici richiamano il cinema dei Fratelli Marx (vero e proprio punto di riferimento culturale per Woody Allen).
Risulta molto evidente, come ho accennato sopra, la parodia del Prison Film, proprio a cominciare da "Cool Hand Luke", di Stuart Rosenberg, del 1967, film quest'ultimo davvero seminale sotto molti punti di vista.
E' stao evidenziato di come per l'uso del colore Woody Allen si ispirò ad un film come "Blow Up", del 1966, di Michelangelo Antonioni, e lo trovo molto plausibile, anche perchè è facile accostare lo stile cromatico dei due film, in più Woody Allen, svariate volte ha dichiarato il suo amore per il cinema di Antonioni, inoltre ad un film come "Elvira Madigan" del 1967, una coproduzione danese e svedese del regista svedese Bo Widerberg proprio per la TENSIONE ROMANTICA DI FONDO DEL FILM, come ho già spiegato sopra, un elemento quest'ultimo da tenere sempre presente.
Per finire, si potrebbe dire che Woody Allen si muove anche in contrasto con quelli che sono i parametri del documentario ( ed anche per questo si può parlare benissimo di pseudo-documentarismo) vale adire una compartecipazione emotiva a quelle che sono le traversìe del protagonista, un 'attenzione (tipicamente alleniana) per le vicende di personaggi "perdenti" e di "shlemiel" tipici della tradizione Yiddish ed ebraico.americana, a cui questo film molto deve.