top of page

L'ULTIMA DONNA (1976)

23 Marzo 2022


Francesco De Maria



Ho già avuto modo di trattare del cinema di Marco Ferreri (1928-1997) in altri due miei articoli, qui i link: https://slisso.wixsite.com/cineprospettive/single-post/2016/03/23/dillinger-e-morto-1969 e https://slisso.wixsite.com/cineprospettive/single-post/2017/01/02/el-cochecito-1960. Stavolta andrò a trattare di un altro suo film, altamente disturbante come "L'Ultima Donna", uscito il 21 Aprile 1976. Film sul rapporto (altamente disfunzionale) fra uomo e donna (lui è Gerard Depardieu, lei una giovanissima Ornella Muti), ma anche film, in qualche modo, sulla realtà di fabbrica e sull'ideologia.

Il personaggio interpretato da Gerard Depardieu è un tecnico che lavora in una fabbrica della banlieue parigina (presumibilmente Creteil), abbandonato dalla moglie e che vive solo in un grigio palazzone con il figlioletto All'asilo frequentato dal bambino conosce il personaggio interpretato da Ornella Muti, i due ben presto intrecceranno una relazione, andando a convivere, ma il loro rapporto ben presto si inaridirà, la donna incomincerà ad accusare l'uomo di essere un maschilista fallocratico, finchè l'uomo, in una sorta di auto-punizione si evira, proprio nell'ultima, disperata e disperante scena del film.

Film sul rapporto uomo-donna, ma anche film sulla donna che impone un proprio discorso all'uomo, e sull'uomo che rimane disorientato. Nel film, effettivamente la figura maschile si è adagiata e cullata in una sorta di DELIRIO DI ONNIPOTENZA FALLOCRATICO.

L'accusa che Ornella Muti rivolge a Gerard Depardieu è fondata: l'uomo è fallocratico. Anche un uomo ideologizzato e di parte comunista, come sembra essere l'ingegnere.

Ferreri non solo problematizza il rapporto uomo-donna (ricordiamoci che la ragazza milita anche in un movimento femminista), così in voga proprio in quegli anni infuocati (siamo alla metà degli anni Settanta) ma anche la stessa condizione psico-culturale dell'uomo che professa idee di sinistra.

Ferreri rappresenta UNA REALTA' SOCIALE ED UMANA FORGIATA DALL'UOMO A SCAPITO DELLA DONNA, UN MONDO DI ORIGINE PATRIARCALE E FALLOCRATICO, APPUNTO.

Ruolo centrale, nel film, lo riveste il nudo dei corpi, e pensiamo a tutte quelle inquadrature insistite sull'organo maschile, che l'uomo sembra quasi voler costantemente mettere in mostra, come segno di forza e di virilità.

La donna invece è più legata ad un'idea di cura, di delicatezza empatica, ma al di fuori di schemi tradizionali o di luoghi comuni: tutto questo viene proposto come segno di una propria specificità, ma anche di una propria forza, di una propria capacità direttiva e trasformativa del mondo. Forse il futuro è donna, nel film, e sicuramente assistiamo ad uno scontro fra il matriarcato perdente (e che torna alla ribalta) ed il patriarcato vincente, ma in crisi.

Infatti il film è anche sull'IMPOTENZA MASCHILE LA QUALE DEFLAGRA PLASTICAMENTE E DRAMMATICAMENTE PROPRIO NELLA SCENA FINALE, QUELLA DELL'AUTO-EVIRAZIONE.

Film sulla guerra fra i sessi, dunque. Film sulla FISICITA', SULL'EVIDENZA CORPOREA, IL DISAGIO PSICO-EMOTIVO SI MANIFESTA APPUNTO IN UNA DIMENSIONE FISICA, MATERIALE, L'IMPOTENZA PSICOLOGICA CONDUCE ALL'AUTO-EVIRAZIONE.

Quindi "L'Ultima Donna" non è solo un film sull'incomprensione fra i sessi, come è stato scritto da più parti, ma un film sulla relazione bellica fra i sessi.

Anche nell'ultima agghiacciante scena (con quel totale del palazzo e con le urla strazianti fuori campo), appunto, il protagonista maschile non riesce a fuoriuscire dal PROPRIO RUOLO FALLOCRATICO, si annulla auto-evirandosi, identificando quindi tutto se stesso con il proprio organo sessuale, come è stato molto appropriatamente evidenziato.

L'uomo rimane all'interno della propria gabbia mentale, anche in questo risiede il nichilismo disperante di questo film. La stessa relazione (da parte maschile, chè la donna fa da contraltare a tutto questo) è improntata e basata sulla fisicità, sul sesso, su una fondamentale aridità emotiva e sentimentale. Ferreri (regista furente nella sua iconoclastia, nel suo spirito di ribellione) sembra parteggiare per la figura femminile (e questo già era accaduto in uno dei film più disturbanti di sempre, ne "La Grande Abbuffata", del 1973). La figura femminile, spesso, è vita.

Il film è tutto permeato da un'atmosfera grigia, malsana, opprimente ed attraversato da una sensazione di una cupa, drammatica fatalità, da una sensazione di incomunicabilità.

E tutto questo rende ancora più disturbante il film, che poi è il vero punto di forza de "L'Ultima Donna".




Comments


bottom of page