DOLLS (2002)
2 Settembre 2022
Francesco De Maria
Torno al cinema di Takeshi Kitano (1947) dopo i miei due precedenti articoli, qui i link: https://slisso.wixsite.com/cineprospettive/single-post/2017/05/01/violent-cop-1989 e https://slisso.wixsite.com/cineprospettive/single-post/hana-bi-1997. In questo caso andrò a trattare di "Dolls", presentato in anteprima al Festival di Venezia il 5 Settembre 2002. Un film fortemente emblematico della poetica di Kitano, film che rappresenta l'altra faccia della medaglia rispetto all'anima "dura" dei suoi Yakuza Eiga (film sulla Yakuza).
Il cinema di Kitano ha sempre posseduto un'anima più sognante ed intimista (e questo in parte, in modo del tutto particolare affiora anche in un film come "Hana Bi", come ho tentato di spiegare) e "Dolls" ne rappresenta, a mio avviso, il risultato di punta, sotto il profilo espressivo, estetico, tematico.
Il film è strutturato in tre differenti storie, le quali sono accomunate da un minimo comun denominatore: un amore struggente ed "irregolare".
Un amore fra due giovani (il ragazzo ama una ragazza, ma viene convinto dalla propria famiglia a sposare un'altra donna). la ragazza che non ha sposato per disperazione tenta il suicidio, ed entra in uno stato catatonico. Il giovane scappa dal proprio matrimonio, per vivere l'amore con la ragazza che ha sempre amato. Nella seconda storia ci viene narrato l'amore di un giovane per una star di Pop Giapponese, nella terza storia, invece, un vecchio boss della Yakuza che sogna di reincontrare il proprio amore di gioventù, ogni sabato, su una panchina di un parco.
Dolls: bambole, o sarebbe meglio dire marionette, dal momento che il film si apre proprio con uno spettacolo di marionette chiamato Bunraku.
Infatti l'intero film è permeato da una sorta di stilizzazione figurativa (ma potrei dire anche contenutistica), siamo di fronte ad un mondo riordinato secondo un orientamento intimista, poetico, quasi SEMPLIFICATO SU UN NUOVO ORDINE. FIGURATIVO, EMOTIVO.
"Dolls" è un film fortemente introspettivo nella sua struggente malinconia e nella sua bellezza figurativa. Una bellezza figurativa che bene si rivela proprio nelle inquadrature e scene dove è presente quella bellissima natura giapponese, così diversa e lontana, tra l'altro, dai nostri canoni occidentali.
Molto importante secondo me la natura, ciò che evoca, ciò che suggerisce, ma non solo: come è stato evidenziato, in "Dolls" è presente anche un'attenzione riposta al mutamento delle stagioni (quindi non solo al trascorrere del tempo, ma anche al mutamento di atmosfera, trascinando lo spettatore ad una percezione sottile di quelle che sono le sfumature mutevoli e cangianti della realtà).
"Dolls" è un film sull'amore, sui sentimenti e sulle emozioni umane, ma è anche un film sulla morte, su quell'eterno mistero che ha sempre ossessionato gli uomini.
Film sulla finitudine (e sull'infinito) su qualcosa che continua a vivere (nella dimensione della memoria, come accade al vecchio Yakuza), sulla Morte come mistero insondabile, ma forse anche sulla morte come rigenerazione.
"Dolls" quindi, proprio in virtù del suo stile enigmatico e scarno, ci restituisce un''immagine enigmatica e sfuggente della realtà, una complessità delle relazioni umane, le quali sono composte anche da elementi irregolari (giudicati irregolari ad occhi convenzionali).
LO STILE SI FA REALTA', SI FA PROCESSO INTERPRETATIVO DELLA REALTA', RICREANDOLA. Questa la forza di "Dolls", questa la forza del Cinema.
Il film è anche molto complesso ed articolato, se solo pensiamo che si struttura sul teatro di marionette Bunraku, ma anche sulla pittura paesaggistica giapponese (e qui torniamo al discorso sull'attenzione riposta alla dimensione della Natura).
Gli stessi silenzi, le stesse pause, la stessa rarefazione narrativa assumono un'importanza fondamentale, è come se Kitano, ancor di più in questo film avesse voluto penetrare il mistero della realtà, gli interstizi, i varchi (emotivi e temporali) che ci restituiscono una rappresentazione enigmatica e fascinosa.
Come ho scritto sopra "Dolls" è sicuramente un film sull'amore, sulle VIE IMPERSCRUTABILI DELL'AMORE, sul suo mistero (anche qui), ma anche sulla rigenerazione dell'amore, sul suo carattere non transeunte, sul suo essere una sfida alla morte (ma a ben vedere la stessa morte è un mistero insondabile, rigenerazione essa stessa).
"Dolls" è un film che sfida le leggi temporali, che nella sua tensione vuole rappresentare e restituirci l'immagine dell'Assoluto, dell'Eterno, di ciò che in definitiva, non muore mai. Un film sull'amore, sulla vita, sulla morte, come un tutto indissolubile.
Ed è per questo che siamo alle prese con un film bellissimo ed importante.
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