MOEBIUS (2013)
12 Ottobre 2022
Francesco De Maria
"Moebius", presentato in anteprima al Festival di Venezia il 3 Settembre 2013 è senz'altro uno dei film più coraggiosi e radicali realizzati dal compianto Kim Ki Duk (1960-2020), creatore di opere cinematografiche sempre spiazzanti, provocatorie, difficili.
Questo film, "Moebius", rappresenta sicuramente l'esito più arduo e radicale di tale tendenza del regista Sud-Coreano.
Ho già trattato precedentemente di un film di Kim Ki Duk, qui il link: https://slisso.wixsite.com/cineprospettive/single-post/2020/05/11/bad-guy-2001.
In questo caso siamo alle prese con un film non solo spiazzante, ma anche particolarmente disturbante: famiglie disfunzionali, gelosia e possessività, violenza, come ad esempio uno stupro, evirazioni, scene incestuose.
"Moebius" è un film, ed è questa, a mio avviso la sua caratteristica fondamentale, non parlato, ed in quanto tale del tutto PRE-VERBALE, PRIMITIVO, ISTINTUALE, CORPOREO.
Ritengo che lo snodo principale del film, la sua chiave di volta, risieda proprio in questo. Un film altamente provocatorio proprio a causa del suo carattere disturbante, torbido, malsano; teniamo presente che in patria il film fu censurato.
Sopra ho accennato alla "primitività" del film: i personaggi non comunicano attraverso le parole, ma con versi animaleschi, grugniti, etc. Quello che interessa a Kim Ki Duk non è un omaggio cinefilo al Cinema Muto (come invece è accaduto, per esempio, ad altri registi) quanto piuttosto ad una RESA DISTURBANTE DELLA REALTA' UMANA E SOCIALE E DELLE RELAZIONI UMANE SOSTANZIATE DA UN ISTINTO PRIMITIVO E CRUDELE.
"Moebius" è un film di corpi, di gestualità, di versi: la parola è scomparsa, forse nemmeno esiste, forse assistiamo ad eventi che si snodano prima dell'avvento della parola, del Logos, del discorso: ed in questo senso ho parlato di un film pre-verbale; e quindi di un film pre-logico.
La pura fisicità ed immediatezza attraversano l'intero film. I personaggi sono imprigionati nell'IMMEDIATO, sono quasi come dei ciechi automi, manifestazioni tangibili della dimensione istintuale più cieca ed animalesca.
E' una realtà elementare nella sua istintualità, quella di "Moebius", viene meno anche la dimensione pre-logica e pre-verbale della Musica, ad esempio, se solo pensiamo che non esiste colonna sonora, o musica di accompagnamento ad alcuna scena.
Esistono solo SUONI INTRA-DIEGETICI. "Moebius", quindi, non è un film scandaloso per il gusto di esserlo, Kim Ki Duk non vuole lanciare una provocazione fine a se stessa: il film è frutto di una rigorosa costruzione formale, possiede un suo ordine, un suo rigore, come ho spiegato sopra.
Si tratta piuttosto di una disamina DEL SOTTOFONDO DELLE RELAZIONI UMANE IN SOCIETA' AVANZATE ED INDUSTRIALIZZATE, un ordine latente che invece il film MOSTRA E SVELA.
E' come se assistessimo al RITORNO DEL REPRESSO, all'instaurarsi di un sistema relazionale crudele e malato. Ma ciò che rende "Moebius" un film arduo, difficile, e particolarmente radicale è proprio questo suo strutturarsi sull'ordine della Non-Parola, quindi sul Non-Ordine. Un Ordine imperniato sul Non Ordine: il carattere autenticamente disturbante del film, infatti, risiede, a ben vedere proprio in tale relazione paradossale; il mondo di "Moebius" è strutturato in quel modo, ordinato in quel disordine pre-logico e pre-verbale.
Nel film i sentimenti umani, le emozioni più autentiche e profonde sembrano scomparse, vi è un disseccamento di tutte le relazioni umane nella loro complessità ed articolazione. Come ho scritto, rimane solo il puro istinto primordiale e ferino.
Da parte del regista c'è un'attenzione spasmodica rivolta non solo ai corpi, ma all'intera figura umana, ed anche ai volti, se solo teniamo presente l'uso insistito del Primo e Primissimo Piano.
E' come se il regista volesse scandagliare i volti, in cerca di una dimensione profonda, di un'interiorità.
Una rappresentazione spiazzante di una vita attraversata da istinti sessuali (molto spesso crudeli) dolore (in varie forme) e dalla stessa morte.
Certo cinema dell'Estremo Oriente (in questo caso Sud-Coreano) ma anche svariati film Giapponesi, ad esempio, ci hanno abituato (ognuno in modo del tutto peculiare) ad opere provocatorie, disturbanti e radicali.
Questo "Moebius" ne rappresenta un esempio, forse dato il suo carattere arduo e difficile (l'assenza totale della parola) quello davvero più audace, innovativo, pur all'interno dell'estremismo visivo e di idee di certo cinema Estremo Orientale.
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