LOLITA (1962)
2 Dicembre 2024
Francesco De Maria
Stanley Kubrick (1928-1999) è sempre stato, a ben vedere, un regista con l'inclinazione a rompere con la classicità, ci troviamo alle prese con un autore che prefigura il Cinema Moderno fin da subito, fin dagli esordi nei primi anni Cinquanta, nel corso poi, di tutto quel decennio per giungere alla fine degli anni Sessanta e agli anni Settanta, quando ormai il fenomeno New Hollywood e della varie "Nuove Ondate" in varie nazioni è esploso.
I film di Stanley Kubrick per molti versi sono diversissimi l'uno dall'altro, come evidenzia bene Enrico Ghezzi nel suo "Castoro" sul regista, ma certo è che sono tenuti insieme non solo da una "freddezza" cerebrale, per così dire (questo è qualcosa che fu sempre rinfacciato a Kubrick come regista), da un cinismo ed un disincanto di fondo (molto spesso si è detto che Kubrick è un autore che non ama i suoi personaggi e tantomeno l'essere umano), anche se sul cinismo Kubrickiano ci sarebbe da fare un lungo discorso, perchè per tale regola a mio avviso, vi sono un paio di eccezioni: "Orizzonti di Gloria" (1957) e "2001 Odissea nello Spazio" (1968), ma i suoi film sono tenuti insieme prima di tutto da un approccio rivisitativo dei generi cinematografici consolidati (la Fantascienza, l'Horror, il Film Storico, etc.) e dall'attenzione rivolta a quella che è la condizione esistenziale dell'uomo.
Praticamente tutti i suoi film sono tratti da opere letterarie. Non fa certo eccezione a tal riguardo "Lolita", uscito il 13 Giugno 1962 e tratto dal romanzo omonimo di Vladimir Nabokov.
Il film si avvale di una squadra di attori notevole (James Mason nella parte del protagonista, Peter Sellers nella parte dell'antagonista, Shelley Winters nella parte della vedova con la uqale james Mason si sposa, ma solo per stare accanto alla di lei figla adolescente, interpretata da una giovanissima Sue Lyon).
Perchè di questo tratta "Lolita": di UNA OSSESSIONE EROTICA, ed è per questo che il film sollevò numerose critiche.
Nel film molti aspetti sono soltanto suggeriti, ma ovviamente Kubrickvuole riferirsi ad un'attrazione "insana" da parte di un uomo ultracinquantenne (Inglese in trasferta in America, dai modi distinti, professore universitario e raffinato cultore di Letteratura) ed un' adolescente.
Con questo film Kubrick si sposta (e per sempre) in Inghilterra, tant'è vero che siamo di fronte ad un'AMERICA SIMULATA: i paesaggi e le cittadine Inglesi al posto della provincia Americana (nel quale il film è ambientato).
Il film infatti vuole essere anche una METAFORA DELLA SOCIETA' AMERICANA: SULLA SUA SESSUOFOBIA, SUL FONDO PURITANO, ma non solo, "Lolita" non è solo un film sull'America (e a tal riguardo pensiamo comunque al dettaglio del dipinto con la scritta "1776" data simbolo della Rivoluzione Americana) che il protagonista fora con un proiettile quando tenta di uccidere il proprio rivale, Peter Sellers), ma soprattutto, come ho scritto sopra un film sull'ossessione, ma su un'ossessione torbida, distruttiva, auto-distruttiva, CAUSA E CONSEGUENZA AL CONTEMPO DI UNA CONDIZIONE ESISTENZIALE SEGNATA DALL'INCOMUNICABILITA', DALLA TRAGEDIA, DALLO SCACCO.
Gli stessi tocchi da Commedia che caratterizzano il film aggiungono un sapore quasi grottesco ad alcune scene.
Ma a ben vedere "Lolita" non è solo un film sull'ossessione, ma anche più in generale sul desiderio (magari "perverso", "sporco") sullo stigma che lo circonda, sulla repressione e sullo svelamento di tale desiderio.
L'EROS COME CONTRALTARE DELLA CIVILTA', e questo è una caratteristica comune ad altri film di Stanley Kubrick, e penso soprattutto ad un film come "Arancia Meccanica", del 1971, del quale ho già trattato, qui il link: https://slisso.wixsite.com/cineprospettive/single-post/arancia-meccanica-1971 Eros come realtà scomoda, spesso occulta od occultata.
"Lolita", poi, sotto il profilo più propriamente formale è costruito in una maniera particolare, perchè la linearità narrativa Classica viene rifiutata, il film si struttura in un lungo Flashback ed inzia dalla fine, per così dire.
Il film in tal modo risulta essere UNA PENETRAZIONE PROFONDA NEL PASSATO (PROSSIMO) PSICOLOGICO DEL PROTAGONISTA, che lo segna, che segna il suo Destino, il suo tragico Fato.
Forse alla sua uscita "Lolita" non fu capito, forse fu trovato piuttosto disturbante, eppure è proprio il suo carattere "scabroso" a renderlo un film profondo, che sfida le apparenze ed il senso comune.
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