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LA VIA SENZA GIOIA (1925)

1 Marzo 2024


Francesco De Maria




Il Cinema Tedesco Muto ha dato alla luce film seminali e capolavori, non confinati nel solo spazio dell'Espressionismo, anzi forse le opere più numerose sono da classificare all'interno delle altre tendenze di questo Cinema, e nello specifico all'interno del Kammerspielfilm (sorta di Cinema "teatrale", organizzato secondo unità di tempo, luogo ed azione, il quale narra e rappresenta tragiche vicende di gente comune) oppure all'interno della Nuova Oggettività (movimento trasversale al Cinema ed alle Arti Figurative), un Cinema di impianto "realista", al contempo dalle pronunciate caratteristiche stilizzate, quasi astratte, con personaggi piccolo-borghesi in cerca di una fuga dalla vita piatta che conducono andando incontro ad una tragica fine (e queste sono le coordinate piuttosto di quella tendenza o sotto-genere della Nuova Oggettività che va sotto il nome di "Strassenfilm" ovvero "Film di Strada") o con personaggi proletari o sotto-proletari alle prese con autentici drammi umani e sociali i quali si muovono sullo sfondo di periferie di grandi città (Berlino, soprattutto, ma anche Vienna).

Ecco, "La Via senza Gioia", uscito il 18 Maggio 1925, del regista Georg Wilhelm Pabst (1885-1967) è forse il film più emblematico della Nuova Oggettività. Film Tedesco a tutti gli effetti, girato a Berlino dall'austriaco Pabst, e cosa importante, ambientato però nei quartieri popolari di Vienna, nel 1921.

Ad ogni modo del Cinema di questo regista ho già avuto modo di trattare, qui il link: https://slisso.wixsite.com/cineprospettive/single-post/2018/07/11/lulu-1929 e con questo articolo tento di descrivere le tendenze formali, stilistiche e di contenuto che Pabst mette a punto con questo film del 1925.

Ecco, "La Via senza Gioia" rappresenta perfettamente la fertile contraddizione (se di contraddizione si può parlare) di questa tendenza cinematografica: il "Realismo" stilizzato, quasi astratto (a cui ho accennato sopra). Questo lo si vede bene proprio in questo film che bene rappresenta una sorta di "Realismo" sociale, con l'attenzione rivolta alle periferie urbane, ai drammi sociali ed umani, etc. però al contempo il film (ed ecco la fertile contraddizione) è girato in studio. IL CARATTERE REALISTICO VIENE RICOSTRUITO IN STUDIO, siamo di conseguenza alle prese con un film fortemente ambivalente, ancipite: attraverso il proposito realistico (così manifesto e programmatico) passa tutto un discorso riflessivo sul "realismo" dal momento che tutto è ricostruito in studio. "La Via senza Gioia" è esso stesso un FILM SUL REALISMO, SULLA RAPPRESENTAZIONE REALISTA, UNA RIFLESSIONE SULLA NOZIONE DI REALISMO NEL CINEMA.

Non vi sono riprese "dal vero", scorci urbani reali: Pabst ci mostra il carattere COSTRUITO DELLA MESSA IN SCENA FILMICA.

"La Via senza Gioia" è ambientato in una strada (torna la strada come dimensione filmica, come spazio sociale, ma aggiungerei anche psichico, sotto certi punti di vista) di un quartiere periferico di Vienna , nella quale si intrecciano storie talora sordide, di povertà, sfruttamento e violenza.

Nel film tra l'altro, nel ruolo da protagonista compare una giovane Greta Garbo (destinata a diventare una star del firmamento cinematografico) e la veterana Asta Nielsen già affermata attrice teatrale e dai primi anni Dieci anche uno dei simboli del Cinema Danese.

Pur appartenendo pienamente alla tendenza della Nuova Oggettività, come ho scritto, da più parti è stato fatto presente che il film intrattiene forti relazioni anche con il Cinema Espressionista.

Questo in una certa misura è vero, se solo teniamo presente che con "Espressionismo) all'interno del Cinema Tedesco degli anni Venti non si intende solo il movimento cinematografico (il quale in verità annoverava pochi ma significativi film) ma anche una tendenza figurativa, addirittura un denominatore comune visivo sul quale poggiavano film del tutto diversi l'uno dall'altro ed afferenti a diverse scuole, movimenti e tendenze.

Effettivamente la scenografia del film ha qualcosa di "espressionista", perchè ci troviamo comunque di fronte ad una REALTA' DISTORTA E CARICATA DI SENSO.

Io ctedo che in questo senso si possa parlare di carattere latamente "espressionista" per questo film.

Pabst con questo film mostra anche un'attitudine quasi sperimentale, se solo pensiamo che il film non è strutturato e non progredisce attraverso una linearità narrativa, sempre spezzara e messa in discussione, interrogata, si potrebbe dire.

Infine: non è per nulla trascurabile la critica sociale che percorre l'intero film, la Melchiorgasse diventa una metafora vivente dei meccanismi della società capitalistica, improntati a sfruttamento e violenza.

"La Via senza Gioia" è senz'altro un film seminale di uno dei più grandi registi, non solo del Cinema Tedesco.




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