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LULU (1929)


"Lulu", uscito il 30 Gennaio 1929 del regista Georg Wilhelm Pabst (1885-1967) rappresenta uno dei punti più alti del Cinema Muto Tedesco. Pabst è stato sicuramente uno degli esponenti di spicco del Cinema Tedesco degli anni Venti (insieme a Lang, Murnau, etc.) ed il suo cinema assunse da subito caratteristiche ed una fisionomia specifici, il suo era un cinema segnato da un forte realismo e che bene si inserisce in quella temperie artistica (e cinematografica) tedesca degli anni Venti che va sotto il nome di Nuova Oggettività (Neue Sachlichkeit).

Le tendenze del Cinema Muto Tedesco erano sostanzialmente tre: l'Espressionismo, il Kammerspiel e la Nuova Oggettività. Quest'ultima (almeno all'interno dell'arte cinematografica) era la tendenza che più era intrisa di realismo e che ne seguiva varie coordinate.

"Lulu", appunto, è un film di questa tendenza (ma possiamo anche parlare di movimento, in questo caso) dotato di un forte realismo psicologico, più che sociale.

La storia di un'aspirante attrice di varietà (Lulu, appunto, interpretata dall'americana Louise Brooks), del fascino rovinoso sugli uomini, delle sue traversie e della sua fine tragica a Londra, uccisa da Jack lo Squartatore. Una fine tragica, una morte violenta nei bassifondi come prostituta.

Questa, in pochissime parole la storia narrata dal film. FILM SUL DECADIMENTO FISICO E MORALE, SULLA ROVINA SOCIALE, FILM CHE PRESENTA UNA NOTEVOLE STILIZZAZIONE DELLE FORZE UMANE E SOCIALI IN CAMPO.

Ecco, una cosa che colpisce in questo film è la capacità di Pabst di addentrarsi nei meandri tortuosi della psiche umana, psiche umana che rimanda sempre ad un contesto sociale più ampio.

Vi sono rimandi al lesbismo (fatto notevole per un film di fine anni Venti). La critica dell'epoca accolse tiepidamente il film e "Lulu" è stato ampiamente rivalutato a partitre dagli anni Cinquanta riconoscendone l'intima grandezza.

Film anche sul mistero femminile, sul fascino femminile che porta alla rovina, sul Vaso di Pandora come archetipo significante (ed infatti il titolo alternativo del film e proprio "Il Vaso di Pandora").

"Lulu" è un film che bene dialoga anche con quella declinazione particolare del Cinema della Nuova Oggettività che va sotto il nome di Strassenfilm e che vede protagonista la strada come sfondo di realisti drammi sociali ed umani e più in generale la brulicante vita delle metropoli (in generale Berlino).

Il sostrato naturalistico del film non è da sottovalutare: LA PULSIONE EROTICA PERVASIVA ED INVADENTE COME SINTOMO DI DECADIMENTO SOCIALE. E la protagonista ne rappresenta il contraltare, a suo modo, l'innocenza dell'immediatezza fisica, il candore, la purezza (violata, alla fine, proprio nell'essere uccisa).

La protagonista è pura proprio nella sua semplicità amorale. La fine non può che essere tragica, "Lulu" è un film che descrive UNA TRAIETTORIA IN DECADENZA E ROVINOSA.

Proprio in questi aspetti risiede il valore critico di questo film (ma più in generale di molto cinema di Pabst e della Nuova Oggettività).

Ed il film è davvero dotato di una fertile ambiguità; non è un caso, infatti, che vi sono state molte analisi, interpretazioni ed approfondimenti celebri a cominciare da Lotte Eisner nel suo seminale libro sul Cinema Muto Tedesco "Lo Schermo Demoniaco" o Ado Kyrou nel suo studio sul carattere surrealista dell'immagine cinematografica o Siegfried Kracauer nel suo "Da Caligari a Hitler".

Questo perchè, a mio parere, il film si muove su due tracciati distinti ed in qualche modo contraddittori: la critica sociale ed anti-borghese (che passa proprio attraverso una certa rappresentazione dell'eros e della sessualità, a cui gli uomini borghesi soggiacciono, una critica mi viene da dire sottilmente "moralistica", se è lecito usare questo termine) insieme ad una esaltazione incontrollata (e proprio riguardo a questo aspetto assistiamo all'interesse di Ado Kyrou per quest'opera) della bellezza, del fascino e del mistero femminile.

La fisicità femminile nel film costituisce un elemento implicitamente eversivo ed anti-borghese, fisicità innocente distrutta da una sadica e perversa violenza maschile (Jack lo Squartatore, appunto).

La contrapposizione donna/uomo è, a mio avviso, tipica di molto cinema di Pabst, a cominciare dal suo "La Via Senza Gioia", del 1925.

Tutte le caratteristiche da me evidenziate in questo articolo rendono "Lulu" un'opera inquietante, che pone domande proprio SQUARCIANDO IL VELO SOCIALE, detto in poche parole è proprio questa l'operazione che Pabst compie in questo film e lungo tutta la sua carriera.

In questo senso "Lulu- Il Vaso di Pandora" è davvero un film-simbolo di una temperie del Cinema Tedesco.

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