top of page

LA GRANDE PARATA (1925)

11Marzo2024


Francesco De Maria




In questo articolo ritorno al Cinema di King Vidor (1894-1982) autore non solo fondamentale (all'interno della storia del Cinema Americano, e non solo) ma che amo molto, e dopo aver trattato di un film apparentemente minore, sicuramente misconosciuto e sottovalutato come "Wild Oranges", del 1924, qui il link: https://slisso.wixsite.com/cineprospettive/single-post/wild-oranges-1924 stavolta mi concentro su uno dei suoi capolavori appartenente alla prima fase, quella muta, vale a dire "La Grande Parata" uscito il 5 Novembre 1925.

Film che ebbe un notevolissimo successo di pubblico e che contribuì, e non poco, a creare il mito romantico di John Gilbert (l'attore protagonista che morì prematuramente a soli 38 anni, nel 1936) e a rendere leggendaria l'attrice, Renèe Adorèe, morta anche lei, molto giovane, a soli 35 anni, nel 1933. Due attori destinati, vuoi anche per le drammatiche vicende biografiche, a gloria romantica ed imperitura, e che in questo film del 1925, impersonano lui un soldato Americano che durante la I Guerra Mondiale si trova sui campi di battaglia francesi che si innamorerà, ricambiato, di lei, una giovane del luogo: la guerra li dividerà tragicamente.

"La Grande Parata" non è solo un film magniloquente, dal grande afflato epico e romantico, ma è anche sottotraccia un film sociale, e questo è un dato molto interessante, che bene mostra di come King Vidor sia già un regista socialmente attento alla metà degli anni Venti (molti anni prima, quindi, dei suoi film sociali degli anni Trenta), e la fase sociale vidoriana la si fa aprire con "Hallelujah", del 1929, e volendo già con "La Folla", dell'anno precedente, e che si dispiegherà in tutta la sua forza, nel corso degli anni Trenta.

Infatti ne "La Grande Parata" vi è una notevole descrizione dell'ambiente sociale (pensiamo, appunto, all'ambiente familiare del protagonista, a tutti i pregiudizi borghesi e di classe del padre del protagonista), ma non solo: vi è l'impiego di un MONTAGGIO CONTRASTIVO atto a mostrare, con forza, le differenze sociali: fra borghesia e proletariato, fra classi altolocate (alle quali appartiene il protagonista) e classi popolari.

In più il protagonista, nell'esercito, diventa amico di due giovani appartenenti alla classe lavoratrice: da parte sua c'è certamente un INFRAZIONE ALLE REGOLE BORGHESI FAMILIARI, UNA RICERCA DI AUTENTICO. SOCIALE (I DUE AMICI) E SENTIMENTALE (LA GIOVANE FRANCESE).

Dimensione sociale e dimensione sentimentale in questo film si intrecciano in maniera indissolubile, e non solo: tale intreccio crea una relazione dinamica, fertile fra le due dimensioni, le quali si rafforzano a vicenda.

In questo senso "La Grande Parata" è un film ibrido. dalle forti connotazioni romantiche, sentimentali, ma al contempo con lo sguardo rivolto già verso un Cinema Sociale che in Vidor prenderà già piede sul finire degli anni Venti e poi, con sempre più forza e compiutezza nel corso degli anni Trenta.

E certamente è presente da parte del regista anche un attenzione rivolta alla rappresentazione realistica della guerra, come è stato quasi sempre notato da parte della critica, ecco, probabilmente l'afflato romantico che permea il film viene meno proprio nelle sequenze belliche: anzi la guerra viene impietosamente DEROMANTICIZZATA.

Anche in questo caso assistiamo ad una fertile contraddizione all'interno del film, ad una RELAZIONE CONTRASTIVA, la quale è utile a creare nuovi equilibri e circolazioni di Senso.

Notevoli anche le scene di massa, collettive, nelle quali l'individuo si perde, e sembra già perdere in una qualche misura la centralità: alcune scene de "La Grande Parata" prefigurano già, dunque, "La Folla", il capolavoro del 1928.

"La Grande Parata" è un film molto composito, articolato, complesso, stratificato: in cui, come ho spiegato sopra, varie dimensioni stilistiche, formali, visive, contenutistiche si intrecciano, dialogano fra loro, creando una RETE FILMICA INTER-RELAZIONALE.

Perchè all'interno della storia romantica (invero bellissima, molto poetica e toccante) vi è anche un attitudine addirittura documentaristica da parte di King Vidor, la quale si scioglie nel finale: bellissimo, altamente emotivo, semi-fiabesco.

Questa complessità concorre a rendere "La Grande Parata" davvero un capolavoro, non solo del Cinema Americano di metà anni Venti, ma un capolavoro assoluto della Storia del Cinema tout court.






Commentaires


bottom of page