top of page

IVAN IL TERRIBILE (1944)

11 Gennaio 2023


Francesco De Maria



Torno al cinema di Sergej Ejzenstejn (1898-1948) dopo un mio precedente articolo su un altro suo film, qui il link: https://slisso.wixsite.com/cineprospettive/single-post/2017/02/01/aleksandr-nevskij-1938. "Ivan il Terribile", uscito il 30 Dicembre 1944 risulta essere davvero il capolavoro di Ejzenstejn, sicuramente il film più emblematico dell'ultimo scorcio della sua carriera cinematografica, e fu l'ultimo film del regista ad essere distribuito.

Infatti "Ivan il Terribile" avrebbe dovuto far parte di un trittico biografico sullo zar Ivan il Terribile (Ivan IV), ma il secondo film "La Congiura dei Boiardi" fu comunque girato, nel 1946, ma distribuito solo nel 1958 (in epoca di disgelo Khrusceviano, dal momento che il potere staliniano lo censurò e criticò aspramente), mentre il terzo film non fu nemmeno realizzato (o meglio, furono girate solo poche sequenze), per sopraggiunta morte, a soli 50 anni, del regista.

"Ivan Il Terribile" (ma in questo articolo farò ampio riferimento anche al seguente "La Congiura dei Boiardi") è un film sul Potere, una ricostruzione storica, dal sapore epico, sicuramente agiografica dell'organizzazione della Russia (ancora medievale, nel sedicesimo secolo) in Stato potente.

Ejzenstejn, autore cinematografico autenticamente marxista, dovette fare i conti lungo l'arco dell'intera sua carriera (quindi dalla metà degli anni Venti) con il potere stalinista e dagli anni Trenta con i dettami rigidi ed ottusi del cosiddetto Realismo Socialista.

Lo stesso Ivan il Terribile nel film, rappresenta in forma nascosta Stalin, il FILM E' ANCHE RAPPRESENTAZIONE DEL DESIDERIO DEL POTERE, DEL POTERE DESIDERANTE. dal momento che Stalin voleva porsi, durante gli anni della Seconda Guerra Mondiale, fino alla sua morte, nel 1953, come erede dell'operato dello zar.

In "Ivan il Terribile" Ejzenstejn PSICANALIZZA IL POTERE, ATTRAVERSO UNA RAPPRESENTAZIONE EPICA E SOLO IN PARTE AGIOGRAFICA DELLO ZAR.

La vera e propria agiografia ad Ejzenstejn, artista creativo, uomo dagli interessi molteplici e dalla cultura sconfinata, grande studioso e teorico cinematografico, stava stretta, si può dire che in questo film, come anche nel successivo (ancora più urticante per il potere costituito), attraverso l'agiografia, il regista compie un'opera di DISSEZIONAMENTO DEL POTERE, E DELLA SUA VIOLENZA, QUINDI IN QUALCHE MISURA UN SUO ABBASSAMENTO , PUR SE ALL'INTERNO DI ALCUNI PARAMETRI "EPICI".

Abbassamento che si pone come polo di una fertile contraddizione rispetto all'innalzamento epico: ai dialoghi solenni e maestosi, ed alla stessa musica di Prokofiev (il quale già collaborò con il regista per il suo film del 1938, "Aleksandr Nevskij", appunto)

Come è stato ampiamente e molto pertinentemente evidenziato, lo stesso stile recitativo di Nikolaj Cherkasov (grande come sempre, qui nel ruolo, appunto, dello zar) è sia realistico che innalzato a vette di astrazione, per così dire. Incarnando così la stessa polarità del film.

"Ivan il Terribile" presenta un bianco e nero di grande bellezza, un illuminazione contrastata, atta a conferire il clima di continuo sospetto che pervade l'intera vicenda.

Ma non solo: nel film il regista insiste molto anche sui dettagli di parti anatomiche, come ad esempio l'occhio (soprattutto di Maljuta Skuratov, creatore della prima polizia politica, potremmo dire, al servizio dello Zar, la cosiddetta Opricnina), OCCHIO COME STRUMENTO DI POTERE PERCHE' STRUMENTO DI CONTROLLO.

Ecco: "Ivan il Terribile" è un film non solo sul Potere, ma anche sul Controllo come principio germinatore del Potere e come suo strumento.

Ciò che rende grande il film è anche tutto l'apparato visivo (che non è semplice apparato, ma principio organizzatore e strutturante del film): il bianco e nero, i contrasti di luce, la scenografia, lo stile recitativo così evocativo e dal forte valore simbolico, i continui rimandi alla figuratività bizantina ed ortodossa, oltre che tutte le citazioni pittoriche (perlopiù barocche).

Ma io insisterei su un punto. sono i Dettagli a rivelare, subliminalmente, la portata critica, eversiva e problematicamente agiografica del film.

Ma il seguente film, il secondo capitolo di quella che avrebbe dovuto essere una trilogia risultò più fastidioso per il potere staliniano, "La Congiura dei Boiardi", film dove viene rappresentato uno Zar sempre più solo, isolato, preda di una sorta di delirio di persecuzione (ed i rimandi a Stalin non erano affatto casuali).

Questo film prosegue il percorso formale e stilistico del film ma radicalizzandone gli aspetti. di contrasto visivo, di stile recitativo, di uso di Primi, Primissimi Piani e Dettagli.

Grande novità è rappresentata dalle sequenze a colori della festa, un'accensione cromatica che fa risaltare in modo icastico, iconico, altamente drammatico l'atmosfera da sabba, da Orgia del Potere.

Film problematicamente agiografici, in realtà inquietanti, critici ed eversivi, degni di un grande autore cinematografico quale era Sergej Ejzenstejn.



Comments


bottom of page