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IL PADRINO PARTE II (1974)

11 Marzo 2022


Francesco De Maria



Dopo il mio articolo su "Il Padrino" (1972), qui il link: https://slisso.wixsite.com/cineprospettive/single-post/il-padrino-1972 riprendo il filo di quel discorso interrotto, occupandomi del seguito, vale a dire de "Il Padrino Parte II", uscito il 12 Dicembre 1974, quindi quasi tre anni dopo l'uscita del primo capitolo della serie.

Francis Ford Coppola si muove in contro-tendenza rispetto alla consuetudine hollywoodiana di far seguire dopo un film "autoriale" o comunque dalle forti venature autoriali (uso questa terminologia per comodità) un film più corrivo, meno personale, più "commerciale".

Questa serie sembra addirittura rovesciare tale assunto, dal momento che, come ho spiegato nell'altro articolo "Il Padrino", rivelatosi alla fine un film personale ed autoriale era comunque un film su commissione e si muoveva su alcuni solchi rappresentativi e narrativi più consolidati.

"Il Padrino Parte II", invece, è un oggetto filmico più libero, più incatalogabile, molto più svincolato anche dalla stessa fonte letteraria (l'omonimo romanzo di Mario Puzo).

Film strutturato ad incastro temporale, con un impiego altamente evocativo dei Flashback, infatti nel film sono presenti due LINEE NARRATIVE INTRECCIATE SOTTO IL PROFILO CONCETTUALE E TEORICO FRA DI LORO: quella di Michael Corleone (interpretato sempre da Al Pacino) boss spietato in procinto del tentativo di legalizzare le proprie attività del gioco d'azzardo di Las Vegas (la famiglia si è trasferita lì da New York), vero e proprio "criminale capitalista" il quale deve fronteggiare gli intrighi del "capitalista criminale" Hyman Roth (già "socio" del padre), e quella del giovane Vito Andolini (poi Corleone) (interpretato da Robert De Niro), il suo arrivo ad Ellis Island nel 1901, la sua vita a Little Italy, la sua ascesa criminale.

Questo secondo capitolo quindi, rispetto al primo ha una struttura narrativa meno lineare, più frantumata, e con risvolti inediti, rispetto al romanzo. Mentre il primo film si muoveva di più nel solco del Gangster Film, in questo secondo capitolo Coppola sembra voler approfondire un discorso di critica sociale ed antropologica proprio sulla stessa GENESI CAPITALISTICO-CRIMINALE DELLA FAMIGLIA MAFIOSA.

Tale genesi si muove parallelamente ed in modo indissolubilmente legato allo stesso orientamento del capitalismo americano, predatore e rapace.

Molto importante tutta la parte ambientata all'Avana, in procinto di essere liberata dai "barbudos" di Fidel Castro (siamo infatti al 31 Dicembre 1958) e che ci presenta un Michael Corleone, allarmato, preoccupato dalla piega presa dagli eventi nell'isola caraibica, come un qualunque capitalista.

Questo film, come ho detto, descrive ed epicizza la genesi (ma trattasi invero di un epos alla rovescia, di un epos smitizzante, nel suo andamento grandioso e solenne) della famiglia mafiosa, sottraendo il film di quel fascino per la dimensione arcaica, ancestrale, pittoresca e sanguigna dell'ambiente mafioso, ben presente nel primo film, per consegnarci invece una lettura fascinosa, "epica", ma anche fortemente critica e riflessiva di tale fenomeno

Vi è un intreccio indissolubile fra il giovane Vito Andolini, la sua intraprendenza, la sua spietatezza, il suo senso pratico, e lo spirito capitalistico-criminale rampante del Michael Corleone della fine degli anni Cinquanta.

E' sicuramente presente un rispecchiamento fra padre e figlio, come mostra quella stupenda Dissolvenza Incrociata dei due volti, dei due profili del figlio e del padre.

Non mi piace stilare classifiche, dico solo che però questo secondo capitolo è considerato migliore del primo (ed io lo preferisco, seppure ami molto il film del 1972) proprio in virtù della sua sperimentazione formale e stilistica e della sua notevolissima portata critica e riflessiva.

In questo senso "Il Padrino Parte II" SI ERGE A POSSENTE METAFORA DELLA SOCIETA' AMERICANA, DELLA SUA ORGANIZZAZIONE CAPITALISTICA, DELLA SUA IPOCRISIA ( basti pensare alla stessa figura del senatore del Nevada). Due facce della stessa medaglia.

Infine, ed insisto su questo punto, il secondo capitolo, rispetto al primo (dalla struttura per molti versi più "classica" e tradizionale, nonostante il suo carattere Neo-Hollywoodiano) rappresenta uno dei vertici dello sperimentalismo coppoliano, più in linea con il precedente ed ottimo "La Conversazione", sempre del 1974.

Sperimentalismo proprio nello spezzettamento della linearità narrativa, con un ottimo impiego del Montaggio Parallelo (quindi fortemente connotato sotto il profilo concettuale e teorico rispetto al Montaggio Alternato) fino a configurate lo stesso film come una sorta di grande Montaggio Parallelo, un film che vive costantemente di PARALLELISMO CONCETTUALE, fra passato e presente, fra famiglia mafiosa e capitalismo americano.

Questi elementi rendono "Il Padrino Parte II un film non solo molto bello ed importante, ma anche uno dei risultati di punta dell'intera opera filmografica coppoliana.




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