CINQUE PEZZI FACILI (1970)
12 Gennaio 2022
Francesco De Maria
"Cinque Pezzi Facili", presentato in anteprima al New York Film Festival l'11 Settembre 1970 è davvero uno dei film (forse in parte misconosciuto, ma amatissimo dai cinefili) simbolo della New Hollywood, soprattutto di quella della prima fase. L'autore del film è Bob Rafelson (1933), uno dei registi che più ha contribuito alla formazione ed allo sviluppo del cinema neo-hollywoodiano.
Inoltre l'attore protagonista del film è uno dei volti simbolo di quella stagione, vale a dire Jack Nicholson (reduce dal successo di "Easy Rider" dell'anno precedente, film di cui Bob Rafelson fu produttore), ed in "Cinque Pezzi Facili" saranno presenti altre due attrici di "Easy Rider": Karen Black, nella parte della compagna del protagonista, e Toni Basil nella parte di una giovane autostoppista.
Sostanzialmente "Cinque Pezzi Facili" è un film sul rifiuto: il personaggio interpretato da Jack Nicholson ha rifiutato la vita borghese ed una promettente carriera di pianista classico (il padre ha dato al figlio come secondo nome quello di un'opera di Beethoven, Eroica (dalla Sinfonia numero 3) mentre il primo nome è Robert per andare a lavorare nei pozzi petroliferi della California.
Quando viene a sapere che il padre, ormai anziano, (con cui non ha mai avuto un buon rapporto) è gravemente malato, abbandona la fidanzata (la quale comunque lo raggiungerà) per ritornare a casa, nello stato del Washington, dove intreccerà anche una breve relazione con la fidanzata del fratello.
Il senso di disagio, di alienazione lo attanaglia di nuovo, finchè lascia la casa, abbandona la fidanzata ad un distributore di benzina, dirigendosi con l'autostop verso il nord, presumibilmente l'Alaska.
DISAGIO, RIFIUTO, SOPRATTUTTO ALIENAZIONE. questi, a mio avviso, sono gli assi portanti del film, siamo alle prese non con un film di protesta, quanto piuttosto con un film esistenziale, o se vogliamo esistenzialista, e attraverso tale disamina esistenziale passa anche un discorso protestatario, e comunque di critica all'esistente.
Il protagonista vive una situazione di disagio che lo porta ad un rifiuto dello stile di vita borghese, andando quindi a cercare una vita per così dire più "autentica", dai connotati più popolari, che nemmeno lo soddisfa. Egli è SEMPRE ALLA RICERCA DI ALTRO, DELL'ALTROVE: l'Alaska, citata alla fine del film, rimane solo un nome, una vaga meta, ed il film si chiude in un modo del tutto aperto ed "aleatorio".
Il personaggio quindi vive costantemente una situazione da "spostato" da "misfit", egli è sempre "decentrato", alienato rispetto agli altri, alla società, alle convenzioni, ma in qualche modo, ed in una certa misura anche rispetto a se stesso.
Altro elemento che mi ha sempre molto colpito, in questo film, invero complesso e stratificato è la sensazione di INCOMUNICABILITA' che si respira: in Bobby è presente una ribellione alla figura paterna, e la scena dell'incontro con il padre, malato ed incapace di parlare (enfatizzazione drammatica di un'incapacità a comunicare più sottile) è emotivamente intensa. Non vi è possibilità di incontro e di condivisione, quindi il protagonista riprende ad errare, costantemente.
Il film mantiene anche dei forti legami con "Easy Rider" (nonostante la differenza dei due film): un rifiuto accompagnato da una spinta in avanti, il paesaggismo (bellissimo in "Cinque Pezzi Facili" e dotato di maggior finezza, in "Easy Rider" il paesaggismo è più oleografico), la stessa struttura (solo parziale in "Cinque Pezzi Facili", ma intera in "Easy Rider") di Road Movie, la stessa presenza scenica di vari attori (fra cui lo stesso Jack Nicholson).
Ma il protagonista si potrebbe interpretare come una sorta di "avanguardia" che avverte prima e più degli altri personaggi l'alienazione e la sensazione di solitudine (che a ben vedere coinvolge tutti i personaggi del film).
Le stesse inquadrature del film tendono molto spesso ad "isolare" i personaggi. Infine: il film è, come è stato evidenziato da più parti, anche opera sulla fine del sogno americano, il quale non si è trasformato in incubo (ma questo già accadeva in certa New Hollywood, basti pensare al bellissimo "Midnight Cowboy" dell'anno precedente), qui il link: https://slisso.wixsite.com/cineprospettive/single-post/2017/06/02/midnight-cowboy-1969. ma comunque ci parla di una mitologia sociale infranta, perduta per sempre. Ma quale film della New Hollywood in un modo o nell'altro, non si confronta con il sogno americano?
Film amaro, "Cinque Pezzi Facili", film difficile, e molto bello ed importante proprio per questo.
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