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XICH LO (1995)

22 Luglio 2022


Francesco De Maria



Quando si pensa al Cinema dell'Estremo Oriente vengono sempre a mente i film provenienti dal Giappone, dalla Corea del Sud o dalla Cina (cinematografie sempre state vitali, anche molti decenni fa, soprattutto le prime due) e dalla fine degli anni Novanta si potrebbe aggiungere il caso della Thailandia, ad esempio.

Eppure anche il Vietnam ha prodotto un regista interessante come Tran Anh Hung (1962) autore di questo ottimo "Xich Lo", presentato in anteprima al Festival di Venezia il 30 Agosto 1995.

Questo regista, nato nel Vietnam Meridionale è attivo anche in Francia, e questo stesso film del 1995 è una co-produzione con la Francia.

"Xich Lo" non è un film facile, in tutti i sensi: è un film enigmatico, ellittico, un'opera sfuggente, ma non solo: è anche attraversato da improvvisi scoppi di violenza, realistica e disturbante.

"Xich Lo" è un film che non fa sconti. Ambientato in quella che una volta si chiamava Saigon, ribattezzata in seguito città di Ho Chi Minh, narra la vicenda di un giovane guidatore di risciò il quale privato del suo mezzo entra pian piano in una spirale di crimine e violenza.

Come ho accennato sopra, è stato spesso evidenziato di come il film sia, in qualche modo, difficile da comprendere a causa del suo carattere ellittico, quasi astratto, dei suoi dialoghi scarni e talora enigmatici.

In verità, proprio in questo risiede la forza espressiva del film, il suo nucleo poetico ed autoriale. E' come se il regista abbia voluto raccordare la dimensione ellittica, astratta, enigmatica alla dimensione più propriamente "realistica".

Ed in effetti "Xich Lo" si muove continuamente fra le due dimensioni, che addirittura si compenetrano, si fondono. In questo senso quindi siamo alle prese con un film difficile da seguire, anzi con un film non facile "tout court".

Il mezzo di sostentamento rubato (in questo caso un risciò, appunto) è un richiamo cinefilo e meta-cinematografico, una citazione inter-filmica al capolavoro di Vittorio De Sica del 1948, "Ladri di Biciclette", io credo.

E lo credo perchè il film di De Sica è stata un'opera importantissima, una fonte di ispirazione essenziale per molti grandi registi del Cinema Asiatico (Akira Kurosawa in Giappone, Satyajit Ray in India, ad esempio) ed è quindi altamente probabile che si tratti di un film conosciuto ed amato anche da Tran Anh Hung.

E questa violenza. così rarefatta, astratta ed al contempo così realistica e disturbante apre squarci sul degrado della società vietnamita (soprattutto nella sua parte meridionale).

Ed è innegabile anche l'atto d'accusa che il regista muove al corso della società di quel paese, alla violenza, all'indifferenza, e soprattutto alla mercificazione. La banda di malviventi, capeggiata dal Poeta (questo il suo soprannome) non solo terrà in scacco il giovane protagonista, ma gli intimerà anche di far prostituire la sorella.

Una realtà fatta di sfruttamento, di mercificazione del corpo, di reificazione, una SOCIETA' ALIENATA.

E forse tale nozione di alienazione è stata un po' sottovalutata nell'interpretare il film, gli stessi dialoghi scarni e sfuggenti potrebbero indicare essi stessi una sorta di alienazione umana, esistenziale, sociale.

Ma anche questa dimensione sociale convive, parallelamente con una dimensione psicologica più intima, in una sorta di rappresentazione partecipe delle traversie del giovane protagonista, del suo dramma umano e sociale.

In questo senso "Xich Lo" è opera complessa, sfaccettata, multi-dimensionale.

Eppure le radici neo-realiste del film sembrano davvero indubbie, è come se, da parte del regista fosse presente una sorta di RADICALIZZAZIONE DELL'ASSUNTO NEO-REALISTA.

Attraverso questa radicalizzazione estetica e meta-cinematografica passa anche una severa critica sociale (ma io direi ancor prima umana ed etica) ai mali sociali che attanagliano il Vietnam. Discorso cinematografico e discorso sociale si fondono, si amalgamano.

Quindi "Xich Lo" è un film che si muove in più direzioni, ma questo non denota confusione da parte del regista, quanto piuttosto un progetto registico forte e consapevole.

E proprio in questo senso, proprio per tutti questi motivi possiamo parlare di "Xich Lo" come un film maturo e consapevole di un'allora giovane regista, un film bello e importante, un'opera da guardare, amare e studiare.



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