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WHITE HEAT (1949)

23 Agosto 2024


Francesco De Maria



Raoul Walsh (1887-1980) è stato un grande veterano del Cinema Hollywoodiano, un regista che ha esordito attorno alla metà degli anni Dieci, ai tempi del Muto, sotto l'egida di David Wark Griffith per poi proseguire la propria carriera nei decenni successivi, fino alla metà degli anni Sessanta, spaziando fra i vari generi (il Film Gangsteristico, il Western, il Film Bellico, etc.).

I suoi film di punta sono molti, e fra loro si trova anche "White Heat", uscito il 25 Agosto 1949, che sta lì, come a suggellare la grande stagione del Film Noir degli anni Quaranta, perchè siamo sicuramente alle prese con un film emblematico, sotto molti punti di vista, del Noir anni Quaranta, ed al contempo ci troviamo di fronte ad un film particolarissimo, estremamente libero ed inquieto (ma non è poi questo il minimo comun denominatore del Film Noir?).

Perchè con questo film Raoul Walsh sembra davvero voler rimescolare le carte: "White Heat" è un film che pur essendo un Noir rimane a cavallo con il genere Gangsteristico, è come se il regista avesse voluto recuperare tutto il suo Cinema Gangsteristico degli anni Trenta (e penso in primis al film che chiude il decennio il magnifico "I Ruggenti Anni Venti") ed incrociarlo con il Noir, e da tale incrocio viene fuori questo film il quale ha un andamento ed un ritmo, se vogliamo, da Film gangsteristico ma articolazioni, derive visive e di atmosfera, stilemi ed umori da Film Noir: perchè quest'opera narra di uno psicopatico criminale, Cody Jarrett (un sempre iconico James Cagney) e delle sue imprese, della sfida mentale con un poliziotto infiltrato nella banda, ma non solo: il film si incentra anche sulla relazione insana, semi-incestuosa che lega il gangster alla madre: una madre ingombrante, soffocante, e morbosamente santificata.

Io credo fermamente che nella rappresentazione di tale rapporto risiede L'AUTENTICA ANIMA NOIR DEL FILM, rapporto malato, torbido, insano, ma non solo: al contempo VERO MOTORE DI TUTTA LA VICENDA, PERCHE' PRINCIPIO GERMINATORE DELLA PSICOPATIA CRIMINALE DEL PROTAGONISTA.

Ma gli aspetti di "White Heat" sono molteplici, ad esempio è presente tutta la dimensione "realistica", per così dire, così nelle corde di Raoul Walsh: ed un procedere essenziale, secco, talora quasi "cronachistico", e mi viene naturale pensare che tale aspetto incrociato con l'atmosfera Noir generi un film unico sotto molti punti di vista, DEFLAGRANTE: ed infatti alla fine del film assistiamo alla deflagrazione del protagonista, deflagrazione anche simbolica, cinematografica, visiva.

Volendo, in filigrana, si può ravvedere nella struttura del film un archetipo narrativo Western, perchè nel film aleggia, sicuramente, un fantasma: quello della Frontiera, con tutti gli archetipi psichici che tale fantasma porta con sè.

Ed è sicuramente vero, come è stato evidenziato da più parti, che "White Heat" anticipa l'Heist Film (film sulle rapine) di inizio anni Cinquanta, soprattutto un film come "Giungla d'Asfalto", di John Huston, del 1950.

Cody Jarrett è davvero una creatura-emanazione dei voleri materni: la madre è un altro archetipo terrifico che si va ad aggiungere ad una lunga schiera di madri di questo tipo.

Ed il film davvero ha un sostrato psicanalitico (ma Walsh ci ha abituato a questo, se solo pensiamo al suo Western-Noir di due anni precdenti "Pursued"), sembra quasi di psicanalizzare il protagonista, di entrare nella sua mente, di riconoscere le radici della sua patologia. In "White heat" assistiamo a questa sorta di CONTESTUALIZZAZIONE PSICHICA ED AMBIENTALE, e questo effettivamente, da un certo punto di vista allinea il film a certi dettami "realistici".

Ma, insisto: in questo film articolato e composito vi sono rimandi continui, equilibri diamnici, inediti intrecci. E come ho scritto sopra nel finale vi è una deflagrazione: prima di morire ucciso dalle forze dell'ordine, nel corso di una rapina ad una industria chimica il protagonista si farà saltare in aria al grido di: "ci sono ma! sulla vetta del mondo". Deflagra il protagonista, deflagra un sistema criminale, deflagra un assunto di base cinematografico, deflagra il Noir: quasi come a guardare verso forme formali, stilistiche nuoveed inedite. Quella scena finale porta con sè significati nascosti, rimossi. "White Heat" non è solo un film notevolissimo ed imprenscindibile, ma anche un film dotato di una notevolissima forza ed energia: un film pronto ad esplodere.

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