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UN COLPO DI PISTOLA

3 Giugno 2024


Francesco De Maria



C'è stato un periodo, e mi riferisco agli anni Quaranta, nel quale il nome di Renato Castellani (1913-1985)veniva affiancato a quello dei registi "sommi" del Cinema Italiano, i Neorealisti e più in generale i massimi autori, nel corso degli anni, poi, da parte della critica la sua opera ha trovato una sua nuova collocazione, di conseguenza il suo nome è stato in parte ridimensionato, pur riconoscendone l'indubbia importnza ed il notevole contribuito da lui apportato alla storia del Cinema Italiano.

Io guardo a Renato Castellani come ad un autore inquieto, problematico, perchè libero, fluido, mobile. davvero difficilmente classificabile.

Un autore trasversale, si potrebbe dire, rispetto a tensioni e tendenze del Cinema Italiano degli anni Quaranta e anche "creatore" di tendenze. alla fine degli anni Quaranta, infatti, realizza una serie di film Neo-Realisti, se vogliamo, ma con tocchi da Commedia, che prefigurano poi la fase dei primi anni Cinquanta, quella del Neo-Realismo Rosa con un film comunque seminale come "Due Soldi di Speranza", del 1952.

Ma in questo articolo è dell'esordio di Castellani che voglio parlare, esordio a mio avviso notevole, e si tratta di "Un Colpo di Pistola" uscito il 31 Agosto 1942

Un film che rientra pienamente in quell'orientamento cinematografico Italiano dei primi anni Quaranta che va sotto il nome di Cinema Calligrafista: un cinema di ascendenza letteraria, figurativamente elegante, dal notevole puntiglio scenografico, un Cinema che proprio per questa caratteristica di ricerca formale e stilistica, si discosta dal Cinema dei Telefoni Bianchi ed intrattiene un rapporto complesso e contraddittorio con l'incipiente Neo-Realismo.

Un Cinema sfuggente: non "di regime", ma nemmeno "impegnato", e questa seconda caratteristica attirò le critiche di una giovane critica agguerrita e politicamente schierata a sinistra (molti di questi critici esordiranno poi nel Cinema come registi, segnandone il corso: Giuseppe De Santis e più avanti Antonio Pietrangeli, per tacere di altri).

"Un Colpo di Pistola" è tratto da un racconto di Puskin, l'ambientazione Russa del primo Ottocento è ben ricreata, il racconto di Puskin viene MELODRAMMATIZZATO, se così possiamo dire: ne vengono accentuati gli aspetti legati ai contrasti fra i personaggi e allo stesso sentimento amoroso.

In questo film Castellani mostra anche tutta la sua perizia tecnica. preparazione che fu equivocata da molta critica dell'epoca, ravvedendo in essa solo "freddezza", mancanza di slancio, quando in verità il Cinema Calligrafista in generale attraverso la dimensione tecnica così organizzata riusciva a mettere a punto tutto un discorso sul Cinema. un tentativo di creare nuovi sentieri su cui muoversi. un Cinema che attraverso la tecnica riuscisse a mostrare la propria forza espressiva, formale, stilistica, contenutistica.

"Un Colpo di Pistola" presenta anche un notevole profilo figurativo, i possibili rimandi alla stessa pittura sono molteplici, siamo infatti alle prese con UN FILM DEL TUTTO META-CINEMATOGRAFICO E SI POTREBBE DIRE META-VISIVO: i legami con la realtà, o per meglio dire con il Realismo, con l'attitudine rappresentativa realistica sono tenui per non dire inesistenti: "Un Colpo di Pistola" PARLA FIGURATIVAMENTE SULL'IMMAGINE.

In questo film non è solo presente una forte e consapevole "figuratività" ed un notevole puntiglio scenografico, ma anche un'attenzione rivolta ai personaggi, e meglio ancora sarebbe dire ai conflitti psicologic fra i personaggi i quali calati all'interno di quel contesto scenografico acquistano una notevole forza ed incisività.

Così come caratteristica fondamentale di "Un Colpo di Pistola" è l'atmosfera deacdente (si badi bene, decadente, non decadentista) il senso di disfacimento morale, culturale, in questo senso il film sembra voler fare riferimento alla stessa situazione Italiana (e non solo Italiana) dei primi anni Quaranta, gli anni di guerra.

Io credo che "Un Colpo di Pistola" (ma il discorso si potrebbe tranquillamente allargare a tutto il Cinema Calligrafista) sia un film coraggioso proprio per come cerca di SPOSTARE GLI EQUILIBRI DEL CINEMA ITALIANO ED ANCHE L'ASSE PERCETTIVO DELLO SPETTATORE: introducendo un discorso cinematografico nuovo e al contempo proponendo un Cinema dalle caratteristiche inedite, anzi si potrebbe ben dire anomale all'interno del panorama cinematografico Italiano dei primi anni Quaranta.

Proprio per questi motivi ci troviamo di fronte ad un film bello, importante, degno di nota.





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