THE STEPFORD WIVES (1975)
- Francesco De Maria
- 12 mar
- Tempo di lettura: 3 min
12 Marzo 2025
Francesco De Maria

Il Cinema Americano degli anni Settanta è costituito anche da opere talvolta sommerse ma le quali, nel corso degli anni, hanno acquisito uno status di film di culto, ed un esempio di tutto ciò è costituito da questo "The Stepford Wives", in Italia distribuito come "La Fabbrica delle Mogli", uscito il 22 Gennaio 1975 girato dall'eclettico regista Inglese Bryan Forbes (1926-2013).
Il film è una trasposizione cinematografica dell'omonimo romanzo dello scrittore Ira Levin (anche autore di "Rosemary's Baby" dal quale come molti sapranno è stato tratto il film capolavoro di Roman Polanski, del 1968), e ci troviamo di fronte ad un Horror sociale, anche politico, se vogliamo, ma non solo: dai forti connotati satirici.
La fotografa Joanna Eberhart (intepretata da Katharine Ross la co-protagonista di "Il Laureato"), , donna libera ed emancipata, si trasferisce con il marito ed i figli da New York nella cittadina Stepford, nel Connecticut, e percepisce fin da subito qualcosa di strano ed oscuro: le donne del posto sembrano essere tutte mogli perfette, ma come svuotate, prive di vita, ed i rispettivi mariti fanno tutti parte di una misteriosa associazione (nella quale solo gli uomini possono entrare a farne parte) alla quale si associa anche il marito di Joanna. Dietro tutto questo, e dietro l'apparente tranquillità suburbana (troppo linda e perfetta) si cela un inquietante mistero, che pian piano, nel corso del film, verrà a galla.
Prima ho fatto riferimento al carattere socio-politico, e sicuramente femminista del film: proprio perchè tutte queste mogli suburbane (interessate solo alla pulizia della casa ed ai pettegolezzi) in verità sono vittime di mariti controllanti e despotici.
Il film risulta essere un po' un pastiche di generi e tendenze se solo pensiamo che contiene anche alcuni elementi della Fantascienza, ma certo è che il suo carattere socio-politico e satirico consiste proprio nel mettere a confronto un individuo, più aperto e libero (Joanna, appunto) con una comunità chiusa ed irreggimentata. Lo stesso incontro/scontro (antropologico, culturale) si riveste di connotati politici, sociali e costituisce esso stesso la satira di un certo stile di vita, apparentemente normale, invero oscuro ed insano.
Le donne, le mogli, nel film sono vittime dell'oppressione maschile, ma sono apparentemente così svuotate da diventare terminale del discorso patriarcale, maschilista e fallocratico.
Perchè con queste tematiche il film si confronta: più in generale con l'oppressione (mentale, culturale, di genere) e con l'orrore di una vita irreggimentata.
Il film è composto da inquadrature, scene e sequenze luminose, come a voler suggerire che proprio dietro quella apparente luminosità serena, tranquilla si celano le tenebrre del controllo, della manipolazione, del dominio.
"The Stepford Wives" è un film che guarda oltre, che ci mostra e ci svela, progressivamente, l'Oltre del quotidiano e di un certo tipo di relazioni umane e fra i sessi.
Gli stessi interessi artistici (in questo caso la Fotografia, appunto) della protagonista non sono affatto casuali: sono manifestazione di una personalità aperta mentalmente, libera, curiosa: e proprio per questo il suo impatto con la comunità di Stepford sarà in qualche modo traumatico.
Ad ogni modo, più in generale, tutto l'Horror Americano degli anni Settanta ci ha abituato ad un discorso socio-politico ben caratterizzato anche se magari da decifrare ed interprettare, non del tutto evidente.
Volendo, si potrebbe guardare al film come un'opera che tenta di demistificare e dissezionare anche il mito del Sogno Americano: dietro il benessere raggiunto si cela un incubo.
Forse questo aspetto del film è stato poco considerato, ma amio avviso assume la sua importanza e va affiancato a tutto il discorso femminista.
Quindi io credo che "The Stepford Wives" (film controverso, teniamo presente che alla sua uscita fu comunque criticato da una certa ala del movimento femminista) si meriti pienamente lo status di film di culto: perchè siamo alle prese con un film non solo ben costruito e ben realizzato, ma anche più complesso di come possa apparire ad una visione frettolosa e superficiale, inquieto, problematico e problematizzante, e forse, in qualche modo ed in una certa misura lo stesso dibattito interno al movimento femminista su quest'opera è lì a testimoniarcelo.
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