THE SCARLET EMPRESS (1934)
22 Maggio 2024
Francesco De Maria
Nel Cinema Hollywoodiano vi è sempre stata una tendenza (minoritaria, certo, ma molto importante e significativa) al barocchismo, all'eccesso (si badi bene ad un eccesso molto diverso da quello del Cinema di Cecil De Mille, ad esempio) la quale conduce ad una rappresentazione più grande della vita, delirante, eccedente (e penso non solo al Cinema di Stroheim) ma anche al Cinema di Josef von Sternberg (1894-1969) che di Stroheim per alcuni versi possiamo considerare erede, figlio spirituale.
Sternberg (nato a Vienna, emigrato da bambino in America) costruì la sua intera carriera all'interno del sistema Hollywoodiano e si fece conoscere nella seconda metà degli anni Venti per alcuni film che già mettevano in luce la sua propensione visionaria, propensione visionaria appena abbozzata (i suoi film della seconda metà degli anni Venti, infatti, si mostrano debitori da un lato del Naturalismo, dall'altro del Simbolismo.
Tale carattere visionario si delineerà con sempre maggiore forza proprio nel corso degli anni Trenta, in tutto il ciclo di film con protagonista Marlene Dietrich.
Tale ciclo si apre con "L'Angelo Azzurro" del 1930 (unico film realizzato in Europa) e si chiude con "Devil is a Woman" del 1935, questo "The Scarlet Empress", uscito il 9 Maggio 1934 è il penultimo film, probabilmente uno dei più significativi proprio nel suo carattere eccessivo, eccedente, delirante, barocco.
Dietro le mentite spoglie di un film biografico e storico sull'imperatrice Caterina si cela un'opera PROGRAMMATICAMENTE ECCESSIVA ED IRREGOLARE DALLO STILE ESIBITO, CON AL CENTRO NON TANTO I PERSONAGGI QUANTO LE SCENOGRAFIE BAROCCHE.
Scenografie barocche entro le quali si muovono i personaggi: mossi da pulsioni, soprattutto in questo film i personaggi si fanno ATTANTI PULSIONALI: la centralità della dimensione pulsionale è ripresa da Sternberg dalla tradizione Naturalista, solo che il regista la declina in maniera inedita, personale: vale a dire in maniera visionaria.
In "The Scarlet Empress" la dimensione dominante è quella erotica, infatti è stato notato da molti studiosi di come l'Eros (già così importante in tutti i film di Sternberg, a maggior ragione in quelli con protagonista Marlene Dietrich) assuma un ruolo ancora maggiore proprio in questo film del 1934.
Il Cinema di Sternberg (e questo film non fa eccezione) è attraversato da pulsioni erotiche: le quali non sono mai "vitali" per così dire, quanto piuttosto auto-distruttive e distruttive. l'universo sternberghiano è un universo in disfacimento.
Il tutto come ho scritto sopra INSERITO ALL'INTERNO DI SPAZI SCENOGRAFICI BAROCCHI, TALMENTE BAROCCHI DA APPARIRE "IRREALI": DELIRANTI, FOLLI.
Perchè "The Scarlet Empress" è un film delirante: un film che ricrea radicalmente i parametri visivi e percettivi, che sfida qualunque regola di "buon senso".
Sternberg ribadisce in questo film (con ancora più forza) la sua scrittura registica delirante. Tale carattere eccessivo riesce a mostrare con notevole incisività il carattere cupo ed enigmatico del Potere. retto da leggi imperscrutabili, non ovvie, celate ed occulte: retto esso stesso da pulsioni.
Il film è debitore anche dell'esperienza Espressionista. pensiamo solo all'impiego particolare dell'illuminazione (contrastata, ricca di chiaroscuri).
E siamo davvero alle prese con un film dall'altissimo profilo formale, stilistico (sopra la stessa media sternberghiana, ed è tutto dire) tant'è vero che lo stesso Sternberg ebbe a definire "The Scarlet Empress" un'indefessa incursione nello Stile.
Questa esibizione stilistica rende il film anche molto teorico, riflessivo, meta-cinematografico: geniale anche in questo, perchè preannuncia il Cinema Modernista ancora di là da venire.
Non è l'accuratezza storica che interessa il regista, ma di certo Sternberg è interessato ad una RAPPRESENTAZIONE GROTTESCA E MOSTRUOSA DEL POTERE. ecco, io credo, che in tal senso lo stesso Ejzenstejn in qualche modo realizzando il suo meraviglioso dittico su Ivan il Terribile fu in debito con questo film.
Un ultimo appunto che vorrei fare, che mi sembra doveroso, è l'uso inedito della Cinepresa. i movimenti di macchina in questo film si fanno essi stessi eccessivi, visionari, barocchi. proprio nel loro carattere insolito, sconfinando spesso nei territori dello sperimentalismo.
Una cinepresa che si fa (ed anche in questo. quanto Modernismo!) PROTAGONISTA CREATRICE E DEMIURGICA DEL FILM.
Film che rappresenta non solo forse l'acme creativo nel corpus filmografico sternberghiano (già di per sè notevolissimo) ma capolavoro cinematografico tout court.
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