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THE PRODUCERS (1967)

2 Novembre 2020



C'è stato un periodo in cui il cinema di Mel Brooks, al secolo Melvin Kaminsky (1926) riscuoteva, oltre che un notevole successo di pubblico, anche un buon riscontro con la critica ed i suoi film venivano considerati come appartenenti a quel filone vagamente "demenziale" che, in termini critici e riflessivi (muovendosi oltre le apparenze) molto aveva da dire sul mondo, sulla vita, sulla società, proponendo anche talora una rilettura "intelligente" (giammai veramente demenziale, se vogliamo prendere tale termine alla lettera) dei generi classici hollywoodiani, e del sistema Hollywood come "fabbrica dei sogni".

Il periodo a cui mi riferisco è quello compreso tra il 1967 di "The Producers", appunto, uscito il 22 Novembre di quell'anno (e film di esordio di Mel Brooks) e, grosso modo, il 1977 di "High Anxiety", conseguendo proprio entro quel lungo lasso di tempo decennale un notevole risultato cinematografico ed estetico con "Young Frankenstein", del 1974.

Film su un produttore teatrale in crisi (interpretato dal sempre ottimo Zero Mostel) il quale incontrando un contabile recatosi nel suo ufficio per una verifica fiscale (interpretato da Gene Wilder) è convinto in modo casuale a produrre paradossalmente un fiasco totale per risollevare la propria difficile situazione. Lo spettacolo si intitola "Primavera per Hitler" scritta da un fervente nazista intenzionato a riabilitare la figura del Fuhrer.

Il film è disseminato di varie situazioni bizzarre, impreviste, difficili. Si tratta, appunto di una commedia satirica, La coppia comica è formidabile: Gene Wilder è quell'ottimo attore cinematografico che molti conosceranno, Zero Mostel invece era un notevole attore (sopratutto teatrale) del teatro yiddish newyorkese.

La matrice ebraico-americana (di estrazione yiddish) di "The Producers" e di questo tipo di comicità è innegabile, se solo consideriamo poi il fatto che sia il regista che i due attori (sono ed erano ebrei).

Il film è anche un 'OPERA CATARTICA SU UNA TRAGEDIA STORICA, su un regista ebreo il quale tramite una propria vis comica (aiutato in questo dai due attori principali) riesce a "ridere" di quel personaggio, a capo di un'intera nazione e di un progetto folle.

Già in questo film Mel Brooks incomincia a mettere a punto il suo tipo di comicità, una comicità a "ruota libera" per così dire, la quale COSTITUISCE E SI PONE COME SFIDA ALL'ORDINE DELL'ESISTENTE, ALL'ORDINE DEL DISCORSO E DEL LOGOS SU CUI L'ESISTENTE SI PONE.

Questo è già presente in questo film del 1967, e verrà, in un modo o in un altro approfondito nei suoi film successivi. Incomincia anche la riflessione da parte di Mel Brooks sulle forme dello spettacolo (in questo caso il teatro, ed il mondo di Broadway).

Si potrebbe davvero dire che con "The Producers" Mel Brooks organizza e sistematizza tutto il suo discorso culturale futuro.

Il film costituisce, dunque anche una satira, come ho accennato sopra: una satira, appunto del mondo teatrale americano, di Broadway, di un ambito produttivo cinico, poco limpido, avido. Lo stesso personaggio interpretato da Zero Mostel, anche se VIRATO IN COMMEDIA, è un personaggio che si muove ai limiti della legalità, e molto spesso mosso da avidità.

Quindi come è stato sottolineato molto giustamente da più parti, "The Producers" raffigura davvero un universo dominato dal denaro e dalle leggi del Capitale, un universo dove talvolta gli stessi progetti sono segnati, fin dall'inizio da motivi strettamente economici ed opportunistici.

Ecco in che cosa risiede il carattere satirico del film: più che una satira sul nazismo (ripeto, in questo caso assistiamo piuttosto ad un intento catartico) la satira si rivolge contro il mondo della produzione di Broadway.

E poi, non dimentichiamo che lo stesso film ha una forte derivazione teatrale (lo stesso Mel Brooks proveniva da quel mondo) e che come esordiente conosceva davvero poco della "grammatica" cinematografica, possedendo pochissime idee su come girare un film. "The Producers" rappresenta il "trait d'union" fra il periodo teatrale di Mel Brooks ed il periodo cinematografico, costituisce una sorta di CINEMATOGRAFIZZAZIONE DELLA PREGRESSA ESPERIENZA TEATRALE.

Quindi il film rimane ancorato da un lato al tipo di comicità di una certa Broadway, ma innesta tale linguaggio e tale temperie all'interno del panorama del Cinema Americano di fine anni Sessanta (in alcuni casi dialogante con Broadway) ponendo le basi di molto suo cinema futuro.


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