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TENEBRE (1982)

  • Francesco De Maria
  • 23 giu
  • Tempo di lettura: 3 min

23 Giugno 2025


Francesco De Maria


Ritorno, con questo mio articolo al cinema di Dario Argento (1940), e più nello specifico ad un film estremo e paradossale come "Tenebre", uscito il 27 Ottobre 1982.

Paradossale, sì: perchè ci troviamo di fronte ad un oggetto filmico sfuggente, a cominciare dal titolo, il quale descrive a meraviglia il sottofondo oscuro e pauroso della mente devastata dell'assassino, ma che al contempo contraddice apparentemente l'assunto luministico e scenografico del film: perchè "Tenebre" è un film costruito sulla luce solare, sul bianco accecante, su architteture geometriche e squadrate.

Film personalissimo già solo per questo motivo, e per questo uso geniale, contradditorio e generatore di senso ulteriore del titolo, ma non solo: film che da un lato segna il ritorno di Dario Argento al Thriller dopo varie incursioni nell'Horror puro ("Suspiria, "Inferno") film immediatamente successivi a quel film ibrido, contaminato che è "Profondo Rosso" (troppo Thriller per essere Horror, troppo Horror per essere Thriller), ecco "Tenebre" è un Thriller a pieno titolo (nessun rimando al sovrannaturale, ad esempio), ma un Thriller particolare: ultra-sanguinario, estremo, e c'è da aggiungere che questa caratteristica non è tipica solo di questo film (certo, Dario Argento la declina in maniera personale) ma di tutta una tendenza di certo Cinema dei primi anni Ottanta: la tendenza Slasher (inaugurata in Italia già nel 1971, da Mario Bava, con "Reazione a Catena"), perchè "Tenebre" è un film Slasher: sia per la sua caratteristica estremamente sanguinaria e violenta, che per il numero di morti ammazzati.

E per la varietà delle armi da taglio utilizzate dall'assassino: coltello, rasoio, scure.

"Tenebre" è un film disseminato di false piste, di duplicazioni (gli assassini sono due, il secondo uccidei il primo e ne prende il posto), composto di tenebre luminose, di luce accecante, bianca, ma tenebrosa, perchè da lì nasce l'orrore, lì incombe il pericolo.

Gli stessi impressionanti flashback i quali ci mostrano i traumi e la conseguente psiche devastata dell'assassino sono quasi fini a se stessi, non concorrono allo sviluppo della trama, perchè il secondo assassino non uccide a causa dei suoi traumi.

E questo è un aspetto coraggiosissimo di "Tenebre" che lo rende un film anomalo, all'avanguardia, eccentrico: quei flashback assumono ancora più pregnanza orrorifica proprio nel loro carattere risolto in sè stesso, "concluso", senza veri e propri sbocchi nella dimensione narrativa del film, ma altro elemento notevole è che lo spettatore, in maniera quasi automatica, crede che quei flashback rappresentino i traumi scatenanti della furia omicida.

Il primo assassino uccide per eliminare i "peccatori"ed i "pervertiti" in una furia maniaco-religiosa e bacchettona, il secondo, che ne prende il posto (uccidendo il primo in maniera efferata) uccide sostanzialmente per vendetta.

Altra caratteristica notevole del film è il suo carattere moderno: a cominciare dalla Fotografia, da un certo uso delle fonti luministiche per arrivare all'impiego davvero notevole ed esso stesso generatore di senso delle scenografie edelle architetture ultra-moderne dell'EUR e di Casal Palocco, ed in questo senso mi viene a mente la casa nella quale vivono le due lesbiche, trucidate a colpi di rasoio.

Tutta la lunga sequenza è magistrale, a cominciare dal lunghissimo Piano Sequenza acrobatico accompagnato dalla musica dei Goblin (ed effettuato con la Louma) che ci descrive la casa, gli interni (da fuori), il prepararsi dell'assassino, ci troviamo alle prese con una delle sequenze più belle dal punto di vista della mobilità della Cinepresa di tutti i film di Dario Argento, a mio avviso.

E Dario Argento in una interessante intervista ha asserito anche che "Tenebre" si discosta totalmente dalla tradizione figurativa del Cinema Espressionista Tedesco (in questo senso il rovescio di "Tenebre" è "Suspiria" questi due film sono proprio ai due estremi opposti), sempre così cara al regista, ed effettivamente questo film porta avanti un discorso figurativo e luministico totalmente nuovo.

C'è poi da aggiungere che il bianco accecante di molti interni fa da contrasto complementare al rosso del sangue degli omicidi.

Quindi, alla luce di tutto questo posso affermare di considerare "Tenebre" uno dei film più belli, importanti e notevoli di Dario Argento, ma non solo: anche uno dei suoi film più audaci e coraggiosi.



 
 
 

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