RESERVOIR DOGS (1992)
- Francesco De Maria
- 22 nov 2023
- Tempo di lettura: 3 min
22 Novembre 2023
Francesco De Maria

"Reservoir Dogs", in Italia distribuito sotto il titolo "Le Iene", presentato in anteprima al Sundance Film Festival il 21 Gennaio 1992 è stato l'esordio folgorante di Quentin Tarantino, l'opera prima che lo ha consolidato fin da subito come il nuovo autore del cinema Americano.
Questo anche perchè il giovane regista, già con questo film, si è rivelato come realizzatore di film dall'alto profilo riflessivo, teorico, meta-cinematografico, come rimescolatore e ripensatore (si passi il termine) dei generi cinematografici in versione Post-Moderna.
Film a basso costo, indipendente, "Reservoir Dogs" ma non solo. film corale, dove centrale appare la relazione fra i personaggi (tutti complici di una rapina tragica e sanguinosa), ma una inter-relazione rappresentata in modo grottesco, con sottile umorismo nero, e la stessa violenza ci è restituita in modo iperrealista, eccessivo, e dunque in modo sottilmente "sdrammatizzante". Perchè Quentin Tarantino è un regista Pulp, e pur narrando vicende di violenza /(dunque intrinsecamente drammatiche per non dire tragiche) non è autore interessato alla dimensione tragica dell'esistenza, quanto piuttosto alla RAPPRESENTAZIONE STESSA DELLA VIOLENZA, ENFATIZZATA, RESA ECCESSIVA, TALMENTE ECCESSIVA DA ESSERE "SDRAMMATIZZATA", appunto, ma tutto questo si muove all'interno di una cornice più ampia: perchè il Cinema di Tarantino parla continuamente di Cinema, è un Cinema che rimanda al Cinema, continuamente.
In questo film non assistiamo solo ad una destrutturazione del genere (in questo caso il Film Gangsteristico, o ancor meglio il Caper Movie) quanto ad una destrutturazione della temporalità: il film è organizzato in Flashback, ma non solo: è suddiviso in episodi che si intrecciano.
Anche in questo caso la linearità narrativa viene spezzata e frammentata, un po' come succedeva nel Cinema Modernista, solo che Quentin Tarantino è un regista Post-Moderno che inserisce tutte le sue sperimentazioni all'interno di un pastiche cinematografico, culturale ed estetico.
Siamo dunque alle prese con un film autenticamente rivoluzionario, e non per caso fu poco capito da gran parte del pubblico, forse davvero poco pronto a recepire un'opera di questa portata innovativa, mentre invece ci fu tutta una critica cinematografica più accorta che riuscì a cogliere tutti gli aspetti di novità del film.
Io credo, fra le altre cose, che in questo film (come in molto altro cinema Tarantiniano) la violenza, per come è rappresentata sia volutamente "abbassata", proprio perchè resa in modo grottesco e sottilmente "umoristico". ma al comtempo Tarantino è un regista in grado di innalzare: tutta la cultura pop viene immessa all'interno del Cinema, nuova arte per eccellenza, "cinematografizzata", "pensata", "teorizzata", dunque innalzata.
E con questo film di esordio Tarantino dimostra di essere un Autore: perchè non importa tanto cosa si mostra, ma come lo si mostra: e Tarantino si è rivelato come uno dei registi più riflessivi e meta-cinematografici in assoluto.
Perchè il Film Gangsteristico ed il Caper Movie vengono riproposti, ma anche e soprattutto ripensati, ripensati nel modo più radicale possibile: dunque destrutturati.
A ben vedere "Reservoir Dogs" presenta anche una notevole dose di anti-spettacolarità: perchè se da un lato la violenza è rappresentata in modo eccessivo (ma quell'eccesso, come ho spiegato sopra, è di tipo riflessivo nella sua evidenza, non spettacolare) è anche vero che il film si svolge quasi tutto in interni (come a voler concentrare i personaggi, enfatizzando dunque i dialoghi ed appunto le relazioni reciproche, gli equilibri e squilibri); questi aspetti sono da intendere bene, e bisogna riuscire a distinguere rappresentazione "eccessiva" (grottesco, iperrealista, umoristico) dalla spettacolarizzazione.
Gli stessi dialoghi sono "eccessivi", iper-reali, giungendo, in virtù di questa estremizzazione ad assumere caratteristiche quasi surreali, ma tutta la vicenda acquista caratteristiche super-reali, e di conseguenza "surreali" (anche se in senso molto lato).
Credo anche questa caratteristica spicca moltissimo in "Reservoir Dogs", così come anche nel successivo "Pulp Fiction" del 1994, resiste ancora in "Jackie Brown" del 1997, per andare progressivamente a diluirsi (senza mai scomparire) nei film seguenti.
Quindi, alla luce di quanto scritto, si può considerare "Reservoir Dogs" un esordio folgorante ed assai significativo, già profondamente "tarantiniano" e dove il giovane regista mette a punto in modo geniale quelle che sono e saranno le coordinate di moltissimo del suo cinema a venire.
Comentarios