RACCONTO CRUDELE DELLA GIOVINEZZA (1960)
13 Marzo 2023
Francesco De Maria
Durante l'ultimo scorcio degli anni Cinquanta, ma soprattutto a partire dal 1960, l'irruzione all'interno del panorama del Cinema Giapponese di una nuova ondata registica, denominata, non a caso "Nuberu Bagu" (termine modellato sul francese "Nouvelle Vague") modifica le coordinate della Settima Arte nel paese del Sol Levante, ed uno degli esponenti di spicco di quel nuovo movimento, fu, fin da subito, fin dal suo esordio, nel 1959, Nagisa Oshima (1932-2013), autore di questo stupendo e prezioso "Racconto Crudele della Giovinezza", uscito il 3 Giugno 1960.
Nagisa Oshima fu, quasi sicuramente, l'esponente più politicizzato (e questo lo dimostrò nel corso degli anni Sessanta) ma anche più polemico della Nuberu Bagu, rifiutando, possiamo dire quasi in blocco il cinema dei padri, vale a dire il cinema dei registi giapponesi più anziani di lui.
Egli riservò spesso parole caustiche ed irriguardose nei confronti del Cinema di Mizoguchi, Ozu, Kurosawa come anche nei riguardi del Cinema di Naruse o di Kinoshita.
E' come se Oshima ricercasse, fin da subito, una penetrazione disperata all'interno del Reale e di quelle che erano le problematiche più scottanti della società Giapponese: il disagio giovanile, la ribellione, il Potere, la repressione, la marginalità sociale.
Un Cinema apparentemente dal basso profilo "estetico", se così possiamo dire, eppure rigoroso, organizzato, attentamente studiato.
Film su un amore deviato, irregolare: uno studente universitario di Osaka, si innamora perdutamente di una ragazza poco più giovane di lui, ed insieme architetteranno rapine ad uomini facoltosi.
La loro è sì una ribellione: ma per niente costruttiva, disperata, nichilistica. Ed è proprio la nozione di NICHILISMO A PERMEARE L'INTERO FILM, il quale ci restituisce l'immagine disperante di una società Giapponese disgregata, sull'orlo del baratro, dove si sono smarriti orientamenti morali e sociali.
I due giovani vivono in una realtà cinica, materialista, che non lascia scampo: e come afferma, ad un certo punto uno dei personaggi del film: "viviamo in un mondo crudele che distrugge il nostro amore". Ecco perchè "racconto crudele della giovinezza": l'amore viene traviato, violentato, da una società cinica ed inaridita, ed infine calpestato ed ucciso.
Il ragazzo (Kiyoshi) e la ragazza (Makoto) si troveranno a dover fare i conti con tutto questo. Ed ecco perchè il loro amore passa attraverso il continuo scambio di denaro, l'imbroglio, il raggiro, la rapina. Prodotti di quella società, ma figli ribelli perchè tentano una ribellione senza sbocco portando avanti la stessa logica mercificata dell'ambiente in cui vivono e si muovono.
Questo il paradosso tragico, da cui deriva un nichilismo (comunque critico e polemico) nei confronti della società e delle istituzioni giapponesi.
E assume notevole importanza la RAFFIGURAZIONE DELL'ESISTENZA UMANA E SOCIALE DEI GIOVANI, UN'ESISTENZA DISPERATA, SENZA FUTURO: se solo pensiamo al fatto che Makoto dopo essere rimasta incinta sarà costretta ad abortire, perchè impossibilitata a garantire un futuro a suo figlio.
L'afflato rivoluzionario, l'impegno politico sono presenti anche in "Racconto Crudele della Giovinezza" ma presenti come DIMENSIONE FANTASMATICA, LA LOTTA RIVOLUZIONARIA E L'IMPEGNO POLITICO SONO SMATERIALIZZATI, TRASFORMATI IN NEBULOSE:e questo lo mostra bene il personaggio della sorella di Makoto, ex attivista, ex rivoluzionaria, dagli ideali ormai infranti, trasformatisi in pura nostalgia.
Il tragico epilogo del film è solo il "coronamento" (al contrario, rovesciato, in negativo) di un'esistenza "dis-orientata", di una impossibilità di riscatto e di redenzione.
E vorrei insistere su un punto: credo che Oshima (in modo ingiusto, ma talvolta la ribellione contro i padri è necessaria per liberare energie individuali, ed è questo il caso) ravvedeva una sorta di accademismo ed estetismo nel Cinema Giapponese Classico (certo, il quadro è molto più complesso e frammentato, ed i grandi vecchi del Cinema Nipponico certo non erano accademici nel senso deteriore del termine, seppur vogliamo accettare tale nozione) da rifiutare in blocco: imponendo un proprio discorso cinematografico e registico improntato alla folgorante irruzione delle contraddizioni del Reale Sociale, RAFFIGURATE E MESSE IN QUADRO ATTRAVERSO UNO STILE, UNA FORMA, APPARENTEMENTE POCO RICERCATE, MA IN REALTA' RAFFINATISSIME E STUDIATE: UN ESPRESSIVO USO DEL COLORE, COME A VOLER ENFATIZZARE I CONTRASTI PSICOLOGICI ED UMANI, UNA LIBERTA' E FLUIDITA' NELL'USO DELLA CINEPRESA (CINEPRESA A MANO).
Figlio ribelle del Cinema Giapponese, Nagisa Oshima, senz'altro , ma anche esponenete di spicco di un nuovo modo di girare, come magnificamente dimostra questo "Racconto Crudele della Giovinezza".
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