PETER IBBETSON (1935)
12 Dicembre 2022
Francesco De Maria
Il regista Henry Hathaway (1898-1985) è stato, a mio avviso, troppe volte non valutato nella sua giusta importanza, a causa, forse, di una certa difformità dei suoi film. Eppure è stato non solo autore prolifico, ma anche regista capace di portare avanti un discorso personale all'interno del Film Noir, ad esempio (declinandolo in forme semi-documentaristiche e "realistiche) così come rimangono importanti i suoi Western segnati da un robusto classicismo, per tacere anche di altre opere.
Questo suo "Peter Ibbetson" uscito il 31 Ottobre 1935 fu film insolito all'interno del panorama del cinema Americano di metà anni Trenta (e non solo) a causa del suo carattere onirico, surreale, disperatamente romantico.
Film su un bambino ed una bambina compagni di giochi, legati da forte affetto, sono inseparabili, solo che ad un certo punto, a seguito della morte della madre, il bambino è costretto a partire giurando alla bambina che non la dimenticherà mai.
Molti anni dopo, ormai architetto affermato (il personaggio è interpretato da Gary Cooper) è convocato da un nobile per un lavoro, la moglie di quest'ultimo è la sua amica di infanzia, la fiamma del loro amore si ravviva.
Un amore che sfida tutti i limite, le leggi, le regole, un amore che vince anche la morte.
Un amore che sfida le leggi di Tempo e di Spazio.
Per tutte queste caratteristiche, a causa di questa sua tensione surreale, "Peter Ibbetson" fu molto amato dai surrealisti, e Luis Bunuel lo annoverò fra i suoi dieci film più amati.
Il film è attraverso da continui passaggi fra le due dimensioni: quella reale e quella onirica. E' come se Hathaway avesse voluto rimescolare le carte: i due piani progressivamente si confondono, finchè la stessa REALTA' SI FA SURREALTA'.
L'amore trasforma la percezione delle cose, l'amore trasforma il reale: non è un caso che alcuni critici parlarono di "amour fou", l'amore si fa esso stesso critica alle convenzioni, alle regole ai limiti imposti. AMORE COME LIBERTA' TOTALE ED ASSOLUTA.
La realtà si fa surrealtà, ho scritto sopra: è come se l'amore aprisse varchi, creando e svelando pian piano dimensioni alternative a QUESTA REALTA' IMPRIGIONATA E LIMITATA.
La morte viene superata nella misura in cui si fa passaggio, via di una unione eterna ed indissolubile.
Emozioni e sentimenti prendono il sopravvento soprattutto nella seconda metà del film; e la stessa tessitura luministica del film è intrisa di sentimento ed emozione.
Importante sottolineare il fatto che la stessa fotografia, la stessa illuminazione concorre a creare, nel corso del film, quella dimensione sempre più sospesa, da principio latentemente e poi svelatamente onirica.
E così, in "Peter Ibbetson" importanza fondamentale la assume proprio la dimensione interiore dei due protagonisti, lo si potrebbe definire un film "interioristico" che esalta tale dimensione: il proposito dei bambini, quando sono costretti a separarsi, di amarsi per sempre anche solo nella memoria, indica proprio questo: la memoria come momento fondamentale dell'esistenza, del vivere su un piano differente, più profondo.
"Peter Ibbetson" è un film che rappresenta un tentativo (riuscito) di TRASFORMAZIONE DELLA VITA, VISSUTA SU LUNGHEZZE D'ONDA DIVERSE ED ALTERNATIVE.
E' come se nel film venisse slatentizzata quella dimensione amorosa, onirica e visionaria che si cela dietro la realtà immediata e materiale organizzata secondo leggi, regole e convenzioni, è come se nel film venisse mostrato il RIMOSSO DELLA REALTA', CIO' CHE INQUIETA E SPAVENTA CERTEZZE CONSOLIDATE: L'AMORE AUTENTICO E "FOLLE".
Il film a causa di questo suo carattere fortemente irregolare, visionario e delirante fu apprezzato da buona parte della critica che ne riuscì ad apprezzare non solo la forte valenza eversiva, ma anche il disperato romanticismo.
Forte valenza critica perchè, come ho scritto sopra, "Peter Ibbetson" rimescola le carte in molti modi fra cui anche quello di rinnovare dall'interno il genere melodrammatico: come a volerne, anche in questo caso svelarne il rimosso, il carattere folle e delirante, eccessivo, talmente eccessivo da sfidare tutte le convenzioni.
Nel film è presente un rifiuto della realtà.
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