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PEEPING TOM (1960)

1 Marzo 2023


Francesco De Maria



Nel Cinema Inglese sono, da sempre, fiorite tendenze al Fantastico, all'Horror, al Gotico, al Thriller, e proprio all'avvio degli anni Sessanta, parallelamente all'esplosione avvenuta qualche anno prima, dell'Hammer Horror (pensiamo, prima di tutto, agli stupendi cicli di Terence Fisher dedicati a Frankenstein e Dracula) esce questo film di Michael Powell (1905-1990), Peeping Tom", il 7 Aprile 1960.

Michael Powell (autore di molti dei suoi film insieme ad Emeric Pressburger) è stato sicuramente uno dei registi maggiori del Cinema Inglese, "Peeping Tom" rappresentò forse davvero il punto massimo della sua carriera registica, ma dato l'argomento controverso (si parla a tutti gli effetti di un Serial Killer) e data una certa rappresentazione grafica della violenza, dell'omicidio, il film fu aspramente attaccato dalla critica dell'epoca.

Film su un giovane operatore cinematografico (interpretato da KarlHeinz Bohm, attore Austriaco, in seguito interprete Fassbinderiano) il quale a seguito di fortissimi traumi subiti nell'infanzia (il padre scienziato lo sottoponeva a crudeli esperimenti per studiarne le reazioni alla paura) filma giovani donne per "immortalare" il momento prima della morte ed i loro volti terrorizzati. Nemmeno il possibile amore con una ragazza (lei è Anna Massey, che vedremo in seguito in "Frenzy" di Alfred Hitchcock), la nascita di un rapporto tenero, salverà il protagonista dal baratro, dall'abisso.

"Peeping Tom" è un film molto complesso e stratificato, dalle forti risonanze psicanalitiche, il titolo del film è anche un espressione gergale che indica il Voyeur, perchè proprio di PULSIONE SCOPICA SI TRATTA, MA DI UNA PULSIONE SCOPICA PARTICOLARE, UNA PULSIONE SCOPICA OMICIDA.

Ed il film, molto giustamente, nel corso degli anni è stato ampiamente rivalutato, fino a diventare una sorta di Cult Movie per moltissimi Cinefili e cultori di Cinema.

Innegabilmente il film costituisce anche una RIFLESSIONE META-CINEMATOGRAFICA, NON SOLO SULLA VISIONE E SUL PUNTO DI VISTA DELLO SPETTATORE, MA ANCHE SULL'INQUADRATURA, SULLA RIPRESA.

Assistiamo ad una sorta di SEDUTA PSICANALITICA SUL FARE CINEMA, SUL FILMARE, e proprio questo secondo me è l'aspetto più importante del film, la sua componente psicanalitica meno ovvia e scontata, rispetto a quella più classica e tradizionale afferente al passato traumatizzato del protagonista con tutto ciò che ne consegue (sadomasochismo, pulsioni scopiche aberranti, etc.)

La grandezza di "Peeping Tom", la sua intima forza risiede proprio nel saper coniugare l'aspetto psicanalitico "generale" con una psicanalizzazione del Cinema, della visione, del filmare, del punto di vista. Ed è come se quest'ultimo aspetto costituisse il nucleo più intimo e riposto del film, il suo carattere volutamente bizzarro, irregolare, aberrante, ma anche problematico e problematizzante.

Possibili convergenze fra questo film di Powell ed il cinema di Alfred Hitchcock ve ne sono (ed i due registi erano anche amici) sia per la riflessione sulle pulsioni voyeuristiche che accomuna "Peeping Tom" a svariati film di Hitchcock (a cominciare da "Rear Window", del 1954) sia per fare, in entrambi i casi (e penso, in quest'ottica, soprattutto a "Psycho") da volano al Cinema Slasher, all'uso insistito della violenza grafica.

Ma il carattere più disturbante del film risiede in questo: nella RELAZIONE FRA IMMAGINARIO E REALE, NEL CINEMA, NELL'ARTE CHE SI FA REALTA', IN MODO SECCO E VIOLENTO, IMMEDIATO. Il Cinema non rappresenta, ri-creandola la realtà, ma la crea materialmente, l'IMMAGINARIO PATOLOGICO DEL PROTAGONISTA SI FA REALTA'.

Non vi sono passaggi intermedi, indiretti, i due piani, solitamente distinti si sovrappongono, si fondono, creando continuamente un INCUBO INFINITO.

Il film è un autentico capolavoro perchè riesce a coinvolgere tutti questi aspetti, si fa riflessione ramificata e potentemente astratta, filosofica di tutte queste dimensioni.

Attraverso l'Eastmancolor assistiamo ad un uso espressivo del colore i quali tendono a far risaltare sia l'atmosfera del film, che situazioni ed ambienti.

Inoltre, come è stato giustamente evidenziato, Powell sembra voler riannodare le fila con le tendenze gotiche dei suoi film degli anni Quaranta, così come sembra voler fare riferimento a varie tradizioni culturali inglesi, ma non solo: "Peeping Tom" è attraversato da una sottile e corrosiva critica alle istituzioni inglesi, alla repressione crudele, la quale genera incubi e mostri.

E "Peeping Tom" risulta opera cinematografica maestosa anche nel suo effetto catartico, oltre che per il suo aspetto critico e riflessivo.




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