OPERA (1987)
13 Giugno 2022
Francesco De Maria
"Opera", uscito il 19 Dicembre 1987 è considerato da molti l'ultimo film riuscito di Dario Argento. Certo è che finisce, sul finire degli anni Ottanta la sua fase migliore, quella del Thriller e dell'Horror più visionari, da incubo, ma anche cinematograficamente più centrati, stilisticamente complessi, formalmente ineccepibili.
Unica parziale eccezione, secondo me, a questa tendenza al ribasso del cinema argentiano "Non Ho Sonno", del 2001, che presenta alcune sequenze davvero memorabili e ben riuscite.
"Opera" è un film molto interessante, e che spinge molto l'acceleratore sul torbido, sul malsano, anzi a mio avviso è il film di Dario Argento più malsano, torbido, deviato.
Questo film del 1987 si confronta infatti anche con il tema dell'erotismo, nella sua forma più perversa, crudele, disturbante, così come sul tema dello SGUARDO, dell'obbligo a guardare, ad assistere agli omicidi di cui è vittima la protagonista del film (e di cui vediamo un fotogramma sopra).
Anche in questo film ovviamente è presente un assassino che uccide, ma è come se Argento, più di altre volte, volesse scandagliare il passato del maniaco, mostrandone appunto la mente e l'anima torturate ed afflitte da pulsioni torbide e malsane, dal momento che condivideva queste sue tendenze con la madre della protagonista (una giovane cantante d'Opera) la quale verrà perseguitata dall'assassino, legata, imbavagliata, costretta a tenere gli occhi aperti (attraverso un sadico sistema, applicando appena sotto gli occhi degli aghi, sentendosi quindi costretta a tenere gli occhi aperti e ad assistere, suo malgrado, al cruento delitto).
FILM SULL'ATTO DELLO SGUARDO, SU UNA SADICA COAZIONE A RIPETERE, SULL'OMICIDIO COME ATTO ESIBIZIONISTICO, SUI RAPPORTI DI POTERE CHE SI ANNIDANO ANCHE NELLA SFERA EROTICA.
Tant'è vero che l'assassino era anche succube della madre, egli in parte si prestava ad i desideri sadici della donna. Forse tutti questi aspetti del film non sono stati evidenziati a sufficienza, e sono aspetti che rendono il film particolarmente torbido, ma anche problematico, sofferto, proprio nel sollevare tali questioni.
In più è presente, nel film, un bel richiamo a molta tradizione operistica verdiana (e non è la prima volta che Dario Argento fa riferimento all'opera verdiana, lo aveva già fatto in "Inferno"), ma soprattutto in "Opera" è come se volesse mostrare il carattere latentemente inquietante dell'opera (e poi, a ben vedere, parti del "Rigoletto", ad esempio, non sono violente e sanguinarie?), ma non solo: "Opera" risulta essere anche il film di Dario Argento dove forse la cinepresa è più mobile, la cinepresa qui, ancor più che in altri film (ed è tutto dire) si fa STRUMENTO DEMIURGICO DI ORRORE O TENSIONE, ESSA STESSA E' SUPREMA CREATRICE E PROTAGONISTA.
Inoltre "Opera" è anche un film sul trauma, sullo sguardo traumatizzato, su una sorta di deviante e sadica Scena Primaria, che la protagonista rifiuta, rifiutando in questo modo anche la Madre. Nell'ultima bella sequenza la protagonista diventa la madre di sè stessa, riconnettendosi alla propria interiorità sognante (l'amore per gli elementi naturali e la bellezza).
Ed in questo senso, dunque, credo che il finale del film sia stato ampiamente sottovalutato o poco considerato.
Quindi non sono presenti solo riflessioni su voyeurismo e sado-masochismo. Il film va oltre, così come va oltre proprio nell'uso della cinepresa, nella messa a punto di una forma e di uno stile radicale (pensiamo anche solo alla scena al ralenti dell'omicidio dietro la porta, con la soggettiva del proiettile che penetra nell'occhio, fracassando il cranio della malcapitata)..
Quindi, per tutti questi elementi da me sottolineati non esito a definire "Opera" come il vero film della maturità di Dario Argento (che non vuol dire il suo capolavoro, per me i suoi capolavori sono comunque altri, come ho spiegato, vale a dire "Profondo Rosso" e "Suspiria").
Ma un film complesso ed articolato, dove si intrecciano in modo indissolubile forma, stile e contenuto altamente problematico e problematizzante, almeno se letto in filigrana.
"Opera" solleva questioni davvero disturbanti ed inquietanti, e lo fa con uno stile libero, selvaggio, come non mai e per questo rimarrà un film bello e importante.
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