top of page

OLDBOY (2003)

12Gennaio2024


Francesco De Maria



Anche con questo articolo ritorno al Cinema dell'Estremo Oriente, più nello specifico ad un film Sud Coreano, "Oldboy", uscito il 21 Novembre 2003, del regista Park Chan Wook (1963).

Siamo alle prese con uno dei registi maggiori, più importanti della cinematografia Sud Coreana, e questo "Oldboy" ne costituisce una prova evidente.

Fa parte della cosiddetta "trilogia della vendetta" ed è a mio avviso il capitolo più iconico e rappresentativo; ed è proprio la vendetta ad essere il motivo conduttore della pellicola.

Il protagonista, Oh Dae-su (interpretato da un sempre ottimo Choi Min Sik) rimane imprigionato inspiegabilmente in una cella per lunghissimi anni, senza conoscere il motivo nè tantomeno l'identità di chi lo tiene prigioniero, alla fine viene rilasciato ma scopre pian piano di essere rimasto invischiato in un gioco sordido e sporco, a quel punto il protagonista è mosso da un inesauribile desiderio di vendetta. Al contempo vivrà anche una storia d'amore con una giovane che lavora in un ristorante come cuoca.

La forza di un film come "Oldboy" risiede proprio nella sua capacità di far convergere una rappresentazione profonda ed approfondita di un movente psicologico quale la vendetta con una dimensione più improntata all'azione, in questo senso il regista cerca di andare oltre, di disfare e ricreare nuove coordinate cinematografiche e di "genere", di creare non solo un nuovo stile, una nuova forma, ma un nuovo Cinema.

E non è un caso che "Oldboy" sia diventato uno dei film Sud-Coreani più rappresentativi degli anni Zero.

L'azione, nel film, non è fine a se stessa, per così dire: non si tratta di un film "di azione", ma quest'ultima ha sempre una motivazione, una radice in un desiderio di vendetta che si potrebbe definire non solo profondo e radicato nella psiche del protagonista, ma che addirittura assume connotati archetipici.

Oh Dae-su DIVENTA LA VENDETTA, SI FA ESSO STESSO VENDETTA. Il film si confronta, dunque, con una DIMENSIONE DELL'OLTRE CHE SI FA MATERIALE E MANIFESTA CHE SI CONCRETIZZA NELLA VITA ALIENATA ED ISOLATA DEL PROTAGONISTA.

La stessa dimensione quotidiana è molto spesso trascesa, quasi negata: il film è infatti attraversato da scene e sequenze fortemente visionarie, semi-oniriche, pensiamo a tutte le scene quasi "teratologiche".

"Oldboy" è un film articolato, complesso, dalle molte sfaccettature: soprattutto da parte di studiosi in Estremo Oriente sono state colte nel film rimandi alla Tragedia Greca e nella fattispecie ad un'opera come "Edipo Re".

E si tratta davvero di un film che analizza, disseziona la vendetta, ponendola in relazione a tutto un mondo, a tutta una società permeati da violenza e sopraffazione.

Lo stesso sadismo che permea la pellicola è, secondo me, funzionale all'idea di fondo del film: evidenziare con forza e nettezza, mediante anche un estremismo, un radicalismo visivo il sostrato di violenza che erompe, che si manifesta drammaticamente, la rabbia vendicativa che si dispiega.

Anche in questo risiede la forza di "Oldboy": niente è gratuito, niente è fine a se stesso, tutto assume un significato preciso all'interno dell'economia del racconto e della costruzione visiva, essa stessa sprigionatrice di senso.

La stessa dimensione legata all'azione viene, per così dire, riequlibrata da uno scavo psicologico (se non proprio psicologico, comunque, interiore) all'interno della psiche del protagonista e all'interno degli abissi della vendetta.

Tant'è vero che il film è costellato di primissimi piani: sui volti, come a volerne cercare per poi restituirli paura, rabbia, e non solo.

Gli stessi grandangoli deformanti contribuiscono a creare non solo un'atmosfera, ma una realtà da incubo: proprio perchè deformi, in tal modo, come ho scritto sopra, la stessa dimensione quotidiana viene continuamente messa in questione, trascesa.

Infine: la forza del film risiedono anche nella sua stessa struttura; Park Chan Wook, tende, in questo film ad una quasi completa frantumazione della linearità narrativa, a rimodulare i piani della rappresentazione, ad incastrare e cosa ancora più importante a FAR DIALOGARE scene che rappresentano il presente a Flashback: presente e passato si intrecciano, di più: Choi Min Sik è ossessionato dal passato, è MOSSO DAL PASSATO IN OGNI SUA AZIONE.

"Oldboy" non è solo un film altamente rappresentativo, ma anche un film modello per molto Cinema a venire, e non solo in Corea del Sud.








Comments


bottom of page