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MERY PER SEMPRE (1989)

  • Francesco De Maria
  • 22 ott
  • Tempo di lettura: 3 min

22 Ottobre 2025


Francesco De Maria


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In questo articolo andrò a trattare di un film di Marco Risi (1951), figlio di uno dei maestri della Commedia al'Italiana, vale a dire Dino, ebbene, Marco iniziò la carriera cinematografica con film piuttosto leggeri ed evasivi, si potrebbe dire, ma, sul finire degli anni Ottanta operò una brusca sterzata verso un cinema di impegno civile e sociale, ed ecco giungere infine sugli schermi, il 4 Maggio 1989 "Mery per Sempre". Unici attori professionisti Michele Placido e Claudio Amendola, ai quali si potrebbero aggiungere senz'altro Luigi Maria Burruano, Aurora Quattrocchi o in parte anche Tony Sperandeo.

"Mery per Sempre" è un film duro, autentico sulla vita difficile di alcuni "ragazzi di vita", delinquenti minorili nati e cresciuti nella Palermo più degradata e pericolosa , ed è uno spaccato impietoso della loro vita in carcere (il carcere minorile Malaspina) e del rapporto (sulle prime molto conflittuale, ma che poi va a risolversi un sentimento di fiducia) con il maestro Marco Terzi (interpretato da Michele Placido).

Personaggio il quale, notiamo bene, accetta l'incarico in attesa di un trasferimento in un noto liceo della città (e qui si manifesta già pienamente il suo idealismo, la sua volontà di comprendere).

Ogni ragazzo, all'interno del carcere viene approfondito proprio nella sua specificità, nel suo retroterra sociale e psicologico, restituendoci una realtà (che se vogliamo possiamo definire concentrazionaria) composita ed articolata.

Spicca in qualche modo (oltre all'ovvio caso di Natale, interpretato dall'attore non professionista preso dalla strada Francesco Benigno il capo ed il duro in quell'ambiente) o all'altrettanto ovvio (ma per altri motivi, perchè impersonato da un attore professionista seppur bravo come Claudio Amendola) caso di Pietro, assume un rilievo fondamentale, dicevo, il personaggio di Mery/Mario Libassi, il giovane transgender che sogna di diventare donna.

La regia di Marco Risi è attenta, ricettiva, sensibile, in questo film scandaglia la grande varietà umana proveniente da quelle periferie la quale si trova a convivere in carcere ricreando tutte le gerarchie, i rapporti di potere (pensiamo appunto a come Natale sia rispettato e a come spadroneggi, lui figlio di un affiliato a Cosa Nostra, in carcere per avere vendicato la morte del padre) le violenze, i soprusi.

"Mery per Sempre" è un film che non fa sconti. Certo, volendo potremmo affermare che è presente una certa linea melodrmmatica nel film (e penso a tutta la vicenda di Pietro, il giovane criminale che entra ed esce dal carcere continuamente, il quale pian piano stabilisce un rapporto di fiducia e si potrebbe dire di "amicizia" con Marco Terzi, e che finirà ucciso a seguito di una rapina), ma non si tratta di un punto debole del film, anzi: Pietro che muore in una stanza d'ospedale mente tiene stretta la mano di Marco Terzi è una delle scene a più alto pathos del film.

A mio avviso questo film fa parte di una temperie cinematografica e culturale specifica, tipica dell'ultimo scorcio degli anni Ottanta e dei primi anni Novanta, la quale vede il realizzarsi di opere cinematografiche segnate da un forte impegno civile, politico e sociale: e penso appunto al dittico Palermitano di Marco Risi Con "Mery per Sempre" ed il suo seguito "Ragazzi Fuori" del 1990(il quale raggiunge, a mio avviso, risultati anche migliori rispetto al primo), oppure per rimanere sempre al cinema di Marco Risi ad un film come "Il Muro di Gomma", del 1991, per tacere di altri.

In quegli anni il Cinema Italiano sembra voler rinverdire gli antichi fasti del Cinema di impegno civile, politico e sociale che ebbe lunga e rigogliosa vita nel corso degli anni Sessanta e Settanta.

Ma c'è un altro aspetto fondamentale di un film come "Mery per Sempre": vale a dire il rinnovamento (programmatico, voluto) della grande lezione cinematografica del Neorealismo, tant'è vero che si è parlato di Neo-Neorealismo: definizione calzante, senza alcun dubbio: presa realistica sull'ambiente, nessun utilizzo degli studi cinematografici, utilizzo di attori non professionisti e presi dalla strada, uso del dialetto.

Questa caratteristica è fondamentale, vivifica e da forza al film, è la sua stessa ragion d'essere. "Mery per Sempre", quindi, è davvero un film non solo bello, importante, ma anche un film seminale, il quale si configura come autentico volano per tutta una tendenza del Cinema Italiano.

 
 
 

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