LA ZONA MORTA (1983)
- Francesco De Maria
- 18 ore fa
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23 Luglio 2025
Francesco De Maria

Torno, in questo mio articolo, al cinema di David Cronenberg (1943) e più precisamente di un film sottovalutato o considerato poco personale come questo "La Zona Morta", uscito il 21 Ottobre 1983.
Sicuramente non stiamo parlando del film più personale ed emblematico del regista canadese, questo senz'altro, ma comunque siamo alle prese con un film che in qualche modo e almeno in una certa misura presenta molte caratteristiche della poetica Cronenberghiana.
Io credo che il film sia stato considerato poco personale perchè erroneamente lo si è considerato come facente parte di un trend (invero inesistente se lo si intende come "moda") di film tratti da opere di Stephen King.
Sicuramente Stephen King era, soprattutto all'epoca uno scrittore di grande successo, e realizzare film tratti da suoi romanzi potevano essere garanzia di successo.
Il film di Cronenberg si situa un po' in questo solco, appunto, dal momento che è tratto dall'omonimo romanzo del 1979. Nel film compare Christopher Walken nel ruolo del protagonista, Johnny Smith, che al suo risveglio dal coma, a seguito di un grave incidente, scopre di avere poteri psichici e paranormali.
tramite questi dovrà sventare le mire autoritarie ed apocalittiche di un pericolosissimo candidato alla presidenza, Greg Stillson, interpretato da Martin Sheen.
La zona morta, appunto: quella facoltà psichoca, nascosta, apparentemente inaccessibile che Johnny recupera per prevedere e modificare il futuro.
Intanto c'è da dire che questo aspetto è profondamente Cronenberghiano: al nostro, infatti, come abbiamo visto anche in precedenza, interessano le trasformazioni, le alterazioni psichiche, fisiche, psico-fisiche, interessano quindi nuovi stati della Coscienza, interessa l'Oltre, attraverso lo sconfinamento del Limite.
In questo senso un film come "la Zona Morta" non costituisce eccezione , anzi si affianca e va ad integrare la sua poetica più tipica.
In questo film, tra l'altro, Cronenberg (e questo fu già riconosciuto dalla critica) riesce, con rara maestria, ad intrecciare dimensione reale e dimensione soprannaturale.
Johnny Smith è dunque un uomo con poteri psichici particolari, ma non solo: è una figura tragica, un difensore dell'umanità che si sacrifica, rimanendo ucciso alla fine del film, dagli uomini di Greg Stillson.
Non si tratta solo di un finale ad effetto, per così dire: in quel finale vi è pathos, ed innalzamento del protagonista ad Eroe Tragico.
Siamo, in questo senso, vicini al Mito. E questo, io credo, è un dato molto importante del film forse trascurato. Il film è anche una riflessione sul Tempo, sul Destino: infatti il potere di Johnny Smith è proprio quello di prevedere il futuro delle persone che lo circondano attraverso il semplice contato fisico.
Ma non solo: Johnny è un uomo, che alla fine del film, cambia la Storia.
E come ho accennato sopra il protagonista vive in uno stato di Coscienza alternativo, in una sorta di limbo, di territorio liminale fra Reale e Soprannaturale, e proprio in questo senso vive già nell'Oltre.
Anche in questo film il concetto di Limite viene in qualche modo se non negato del tutto sicuramente problematizzato.
Poi non bisogna sottovalutare l'aspetto di critica sociale (questo già ben presente nel romanzo di Stephen King, a pensarci bene) del film: il quale restituisce l'immagine di una realtà sociale dominata dalla manipolazione mass-mediatica, dal fanatismo populista e reazionario, da pulsioni belliciste.
In questo senso Cronenberg non fa altro che ribadire la propria appartenenza ad una tradizione fortemnet progressista con radici lunghe nel Sessantotto e nel movimento studentesco e controculturale.
Passerei adesso un attimo alle caratteristiche che rendono, al contempo, il film (comunque personale, come ho tentato di dimostrare sopra) meno specificatamente "cronenberghiano".
Il film è su commissione, ad esempio (elemento da evidenziare, certo, ma di per sè poco significativo, vi sono stati, nella storia del Cinema esempi di film su commissione ugualmente personali e talvolta capolavori assoluti), e comunque nonostante tutte le caratteristiche da me evidenziate, si distacca da quegli che sono gli stilemi più propri e tipici del Body Horror Cronenberghiano.
"La Zona Morta" rimane esempio e testimonianza del genio di Cronenenberg il quale ha saputo personalizzare comunque ampiamente materiale non suo, per farne spunto creativo notevole: il risultato finale è costituito da questo film, bello e importante.
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