LA POLIZIA RINGRAZIA (1972)
11 Settembre 2023
Francesco De Maria
La figura registica di Steno (1917-1988) è una figura sdoppiata: da un lato abbiamo Steno, appunto, il realizzatore di Commedie e Film Comici, spesso dominate da grandi attori e mattatori, come Totò; se solo pensiamo che alcuni dei migliori film con il grande attore partenopeo sono firmati da Steno, talora in co-regia con Mario Monicelli ("Totò Cerca Casa", "Guardie e Ladri") ed in seguito da solo ("Totò a Colori", il nerissimo "Totò Diabolicus", "Totò contro i Quattro"), o di alcuni film con Renato Pozzetto come il significativo "La Patata Bollente" (e siamo già in fase tarda, nel 1979), per tacere di altri; poi abbiamo la figura registica di Stefano Vanzina (suo nome all'anagrafe) realizzatore di un film come "La Polizia Ringrazia", uscito il 25 Febbraio 1972.
Enrico Maria Salerno interpreta il ruolo di un commissario, il quale progressivamente scopre che svariati malviventi vengono uccisi, "giustiziati", da un corpo di polizia separato e che risponde a trame di potere (in vista di una soluzione autoritaria, una sorta di strategia della tensione) e a personaggi altolocati.
Incominciamo subito con il dire che siamo alle prese con un film seminale: da più parti è stato scritto, e molto giustamente, che si tratta di opera che fa da volano a tutto il Poliziesco all'Italiana degli anni a venire.
Ma mentre molto Poliziesco all'Italiana si strutturava anche su ritmi adrenalici, di "azione" (inseguimenti, sparatorie), ne "La Polizia Ringrazia" questi elementi sono meno presenti: assistiamo a scene di violenza (le stesse esecuzioni sono scene forti e dure), ma il regista si concentra di più su una disamina problematica e problematizzante delle spinte e pulsioni autoritarie, in questo modo allineandosi parzialmente a tutta quella grande tradizione cinematografica italiana di impegno civile (pensiamo, appunto, al cinema di Francesco Rosi, Damiano Damiani, Elio Petri).
In questo modo questo film risulta essere davvero un'opera-cerniera, situandosi al crocevia e riunificando le proto-forme del Poliziesco all'Italiano con alcune declinazioni da "Cinema impegnato".
Già solo per questo ci troviamo al cospetto di un film importante e significativo, quindi; non solo per il suo carattere germinatore (che è già tanto).
Quello che colpisce de "La Polizia Ringrazia" è che non fa sconti a niente e nessuno, l'atmosfera è plumbea, e vi è una durezza di fondo, una radicalità di rappresentazione delle scene di esecuzione, ad esempio piuttosto impressionante.
Si respira un'atmosfera infida, di inaffidabilità, la quale genera una sorta di Paranoia, ecco, questo tratto nel film di Stefano Vanzina è solo accennato, abbozzato, ma anche in questo caso il film funziona da precursore: proprio nella costruzione di un'atmosfera, sviluppata poi da tutto un Cinema Italiano della seconda metà degli anni Settanta, e penso ad un capolavoro come "Cadaveri Eccellenti" di Francesco Rosi, del 1976, od al pur notevole "Io Ho Paura" di Damiano Damiani, del 1977.
Ecco: volendo semplificare, a questo punto, dovremmo affiancare il film più al filone del Cinema di denuncia che al Poliziesco all'Italiana (ma solo semplificando, però, perchè come ho mostrato la posizione del film è più complessa), anche perchè effettivamente una forte spinta critica e demistificatrice degli apparati di potere, polizieschi e giudiziari, nel film, è innegabilmente presente.
La cosiddetta Anonima Anticrimine del film, nel suo carattere inquietante, è solo un'articolazione del Potere (talora invisibile) che trama per instaurare in Italia una sorta di regime autoritario.
Il tutto, come ho accennato sopra, calato in un'atmosfera plumbea, cupa, disperante, quasi: tant''è vero che la fotografia del film è livida, come a voler comunicare una realtà senza speranza.
Il valore di questo film risiede, se vogliamo anche in questo: "dice" visivamente e non solo attraverso ciò che si narra, ad esempio, come ho scritto sopra, uno stile fotografico ben preciso, una costruzione delle scene, etc.
Ecco, io credo fermamente che per tutte queste caratteristiche descritte in questo articolo, siamo davvero alle prese con un film non solo, in qualche modo seminale, ma anche con un film più articolato, complesso e stratificato di come una vulgata critica ha voluto restituire, e con un'opera cinematografica addirittura disturbante nel suo carattere critico e problematico.
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