LA FEMME INFIDELE (1969)
22 Dicembre 2021
Francesco De Maria
"La Femme Infidele", ovvero la borghesia rivoltata in nero. Questo è un tratto tipico del cinema del regista francese Claude Chabrol (1930-1969), il quale, soprattutto fra anni Sessanta e Settanta realizzò una serie di film, fra cui questo "La Femme Infidele", uscito il 22 Gennaio 1969, che bene raffiguravano l'intima corruzione morale della borghesia francese.
Chabrol nel corso della sua carriera registica si confrontò molto spesso con le dinamiche e la struttura del giallo, tant'è vero che molto spesso nei suoi film è presente un omicidio ed un cadavere. Anche in questo caso. Storia di gelosia, di adulterio, di un marito (lui è Michel Bouquet) il quale sospettando di adulterio la moglie (Stephane Audran) riesce a rintracciare l'amante (Maurice Ronet) e ad ucciderlo nel suo appartamento.
Partiranno le indagini della polizia, alla fine del film, nelle ultime scene l'uomo verrà arrestato sotto la sguardo "comprensivo" della moglie.
La donna è conquistata, in qualche modo, dal gesto del marito. Ed è proprio in questo che risiede tutto il carattere critico, problematico e problematizzante di questo film di Chabrol, e più in generale di un po' tutto il suo cinema.
La disamina della borghesia è spesso impietosa, in un ottica non solo anti-borghese ma anche politicamente di sinistra (meno note, ma non meno significative rispetto ad esempio ad un Jean Luc Godard le simpatie di sinistra di Chabrol, soprattutto in quegli anni barricaderi, fra Maggio francese e nascita dei movimenti).
La borghesia raffigurata nel film non è solo corrotta, ipocrita, emotivamente arida, ma si regge soprattutto su un equilibrio basato SUL POSSESSO, SULLA REIFICAZIONE, IN PRIMIS DELLA DONNA, LA QUALE SI PRESTA AL GIOCO. La donna si configura come oggetto, come trofeo, in questa realtà sociale ed umana distorta e disumanizzata. Ma Chabrol non ne fa un discorso astrattamente umano, quanto piuttosto un discorso socialmente connotato. Il cinema chabroliano, e "La Femme Infidele" in prima linea è un cinema sociale. Questo film non è solo un giallo psicologico, dunque. Mi pare che molte volte il carattere sociale del film non è stato abbastanza evidenziato. Chabrol non "eternizza" i rapporti umani secondo un certo modello, egli rappresenta l'umanità borghese.
In questo film bene viene rappresentata, in tutto il suo carattere vagamente inquietante e straniante la politezza borghese fatta di buone maniere (basti pensare anche alla scena, invero tesa e sottilmente inquietante, dell'incontro nell'appartamento fra il marito e l'amante, e lo stesso rapporto fra marito e moglie) la quale cela pulsioni e tensioni inconfessate ed inconfessabili.
In questo senso "La Femme Infidele" è un film che va contro ed oltre le apparenze, un film che bene mostra il CARATTERE DEFORME DELLE RELAZIONI BORGHESI.
Sottotraccia, attraverso tali relazioni reificanti si potrebbe trovare anche una critica allo sistema capitalistico.
Pet tutti questi motivi non esito a definire il film come uno dei risultati di punta dell'intero cinema di Chabrol, insieme ad esempio al pur notevole "Les Biches" dell'anno precedente, oppure a "Le Boucher" dell'anno successivo.
La possessività in questo film RIMANDA SEMPRE AD UNA DIMENSIONE SOCIALE, non si ferma all'interno di un perimetro psicologico o psicologistico.
In "La Femme Infidele" vi è anche un ottimo uso dello spazio, delle locations, (a cominciare proprio dagli appartamenti, ma anche degli esterni) così come è presente un'ottima costruzione della tensione, la quale è pervasiva e sottile, non esplode mai davvero.
Lo stesso delitto, nel suo carattere violento è privo di spettacolarità, dimesso e banale nella sua crudeltà
In effetti ciò che attraversa l'intero film è una sensazione di grigiore, di banalità, la quale sfocia in una tragedia finale. Ciò che sostanzia questa realtà è la banalita, il convenzionalismo, il culto dell'apparenza (la politezza, le formalità di cui parlavo sopra). Anche in questo senso si muove l'impietosa critica di Chabrol a quel mondo, a quell'ambiente. Tutto viene scandito da vuote ritualità (anche lo stesso adulterio).
Per tutti questi motivi "La Femme Infidele" rimane uno dei film più emblematici e rappresentativi, di uno dei registi più rappresentativi ed emblematici di tutto il cinema francese.
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