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LA FEBBRE DEL SABATO SERA (1977)

  • Francesco De Maria
  • 21 apr
  • Tempo di lettura: 3 min

21 Aprile 2025


Francesco De Maria



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John Badham (1939) troppo spesso è stato liquidato come puro e semplice mestierante, eppure ha all'attivo questo film, iconico e significativo, vale a dire "La Febbre del Sabato Sera", uscito il 12 Dicembre 1977 ( si potrebbe aggiungere alla lista di film importanti di Badham anche "Wargames" del 1983, del quale magari in futuro andrò a trattare).

Film troppo spesso ridotto ai minimi termini di rappresentazione di un fenomeno di costume (il mondo delle discoteche nella New York di fine anni Settanta), eppure opera che ha molto altro da dire.

Perchè dietro la patina scintillante e glamour delle luci stroboscopoche e dei numeri di danza di Tony Manero (interpretato, come è risaputo, da John Travolta) si celano un forte malessere esistenziale ed un disorientamento profondo.

Questa gioventù Italo-Americana di Bay Ridge (quartiere di Brooklyn, zona Sud) si divide fra nottae in discoteca, sesso casuale, uso di droghe, e qualche rissa con i Portoricani, visti come rivali.

Badham ci riconsegna bene una realtà dominata dal vuoto valoriale, infatti il gruppo di amici di Tony Manero è guidato non solo da una logica machista ma anche da dinamiche di branco.

Ecco, io credo che in questo vi è una, se non "la", chiave di volta del film. Tony Manero ne fa parte, ma al contempo sfugge a quella logica, un po' come accade nella sua famiglia: visto come pecora nera, fincheè il fratello prete non decide di abbandonare il sacerdozio. Il protagonista del film si muove sempre in questa sorta di crinale esistenziale.

La sua stessa passione per la discoteca, per il ballo sono simbolo di tutto questo: da un lato un modo di essere valorizzato e in vista nel proprio ambiente: provetto ballerino, maschio attraente e "vincente", dall'altro un modo per evadere da quell'ambiente e quella sub-cultura attraverso la danza stessa, attraverso il libero fluire di movimenti corporei svincolati dal principio di Realtà, manifestazione immediata di un principio di Piacere: dinamici, fluidi, fantasiosi, essi stessi frutto dei ritmi musicali.

L'incontro con Stephanie Mangano (ragazza dai modi affettati e un po' snob, dalla quale Tony si sentirà fortemente attratto) e con la quale costituirà una sorta di coppia nelle gare da ballo assume una rilevanza centrale nel film: ella rappresenta una sorta di ancora di salvezza, una figura salvifica (proprio sul piano oggettivo, magari del tutto inconscio) che trarrà fuori il protagonista dalle secche di un ambiente mortificante, chiuso, violento.

Questo aspetto si manifesta con forza alla fine del film, quando Tony (che ha vinto la gara di danza in coppia con Stephanie) rifiuta il premio conferito loro secondo lui a discapito della coppia Portoricana, veri vincitori della sfida, fatti perdere dalla giuria sull'onda di pregiudizi razzisti (i quali effettivamente allignano, e non poco, nel suo ambiente).

Ecco, nell'ultima parte del film assistiamo al rufiuto rabbioso ed indignato del protagonista di tutto un sistema di vita, di tutto un ambiente, di tutta una mentalità.

Stephanie, ragazza di Brooklyn, vive e lavora a Manhattan e il centrale sobborgo New Yorkese rapprsenterà per Tony (fin dall'inizio del film, a pensarci bene) l'Altrove Ideale, lo spazio reale ed ideale di crescita.

Perchè io concepisco "La Febbre del Sabato sera" anche come una sorta di "film di formazione": il giovane protagonista, nel corso del film, acquisirà una sempre maggiore consapevolezza, crescerà interiormente, e tutto questo si manifesta attraverso il rifiuto dello stile di vita condotto con gli amici (che egli a ben vedere rinnegherà anche come amici).

Le ultime scene, ambientate nell'appartamento di Manhattan di Stephanie, dove avverà il vero (ri)avvicinamento fra i due sono tutte all'insegna della scoperta di Sè da parte di Tony: un bisogno di cambiare vita, di svoltate pagina, di concepire la Donna non più come "preda", conquista ma come una possibile amica, confidente, come un essere umano alla pari.

Ed ecco perchè alla fine del film, e questo lo affermo senza paura di esagerare siamo alle prese con un Tony Manero "rivoluzionato", radicalmente trasformato: diventato Adulto (nel senso pieno ed autentico del termine).

Sono tutti questi aspetti a rendere "La Febbre del Sabato Sera" un film più articolato e complesso di quanto una certa vulgata (anche critica) ha voluto rappresentare.

 
 
 

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