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LA DONNA FANTASMA (1944)

12Luglio2024


Francesco De Maria



Incominciamo con il dire che "La Donna Fantasma" di Robert Siodmak (1900-1973), uscito il 28 Gennaio 1944 è uno dei Film Noir esemplari: all'interno di un genere, o meglio, di un orientamento, di una tendenza, intrinsecamente difforme, inquieta, irregolare. La mia tesi è sempre stata che con Noir non ci si riferisce ad un vero e proprio genere, quanto ad una tendenza: formale, stilistica, anche di contenuto, ma che al proprio interno presenta contraddizioni, problematicità: Perchè il Film Noir è riconoscibile unicamente per lo stile, la forma, il profilo visivo: ed all'interno di questo in maniere del tutto diverse e cosa importante in maniera trasversale ai generi codificati i registi hanno operato.

Il film è tratto dall'omonimo romanzo, pubblicato due anni prima, di Cornell Woolrich. Un film, per molti versi, esemplare di tutta una tendenza del Film Noir di metà anni Quaranta, quello dalle derive oniriche, da incubo.

Un uomo viene ingiustamente accusato dell'omicidio della moglie, il suo alibi è costituito da una signora incontrata in un locale proprio nei momenti in cui avveniva l'omicidio, ma la donna sembra scomparsa nel nulla: la donna fantasma, appunto.

La segretaria, da sempre innamorata dell'uomo, farà di tutto per ritrovare la donna.

Come ho scritto sopra il film è fortemente caratterizzato in senso onirico: la stessa donna che scompare, presenza evanescente, potenzialmente salvifica, irraggiungibile, ai confini fra Reale ed Immaginario; ma non solo: il film è attraversato da pulsioni irregolari, da un RIMOSSO CHE AFFIORA: e penso sia alla figura stessa del vero colpevole, ottimo esempio di personalità disturbata (impersonato da un sempre bravo Franchot Tone) e dalla scena dove la segretaria si trova nella stanza con lui: a parte la costruzione magistrale della suspense, è lo stesso uso dello spazio che colpisce molto. Un utilizzo dello spazio architettonico che SI FA ANCHE SPAZIO PSICHICO, RITORNO DEL RIMOSSO, SVELAMENTO GRADUALE DI ORRORE; ma non solo: mi viene a mente anche la lunga (e così iconica) sequenza dell'assolo di batteria in un music club fumoso ed affollato: si tratta di un crescendo orgiastico, dalla forte caratterizzazione erotica e pulsionale, anche in questa sequenza assistiamo ad un ritorno del rimosso, a pulsioni che si sprigionano, "La donna fantasma" è un film che fa i conti con tutti questi aspetti "sotterranei".

Gli stessi spazi urbani concorrono nel creare un'atmosfera semi-onirica, quasi da incubo, e questo è un altro aspetto molto importante del film che sicuramente lo allinea a tutta la tendenza più riposta ed autentica del Film Noir (soprattutto quello di metà anni Quaranta), vale a dire prima della declinazione "realista" tipica della fine del decennio, e che mostra il debito di Siodmak (esule Ebreo Tedesco, non dimentichiamolo) con la grande tradizione cinematografica Espressionista.

L'aspetto luministico, ovviamente, assume un'importanza fondamentale: i contrasti luministici, l' equilibrio/squilibrio di luce ed ombra.

Infatti, guardando il film, un aspetto che colpisce molto è l'apparente contrasto (apparente: perchè all'interno delle coordinate Noir in verità s pongono in un equilibrio dinamico e sprigionante "senso") fra squarci di luce e di ombra; raffigurante l'ambguità morale e l'indecifrabilità della realtà.

Realtà messa in questione: TRASCESA, TRASFIGURATA, come ho tentato di spiegare sopra, dove gli squarci onirici sono onnipresenti, rendendo più complessa la stessa interpretazione della vicenda: così enigmatica, così strana.

Anche nel caso di questo film, a rifletterci con maggiore attenzione, ci accorgiamo di come la stessa linearità narrativa venga spezzata, perchè la sequenza della jam session da me citata sopra oltre allo sprigionamento di senso, si fa anche sequenza narrativamente autonoma, quasi come un episodio a sè: un momento di INTENSIFICAZIONE SCENICA E SONORA, come un pezzo quasi "sperimentale" e che rompe (la già non troppo forte) linearità narrativa.

Lo stesso protagonista, ingiustamente accusato (e questo non ricorda un po' il Cinema di Hitchcock? il quale fra l'altro contrasse un debito formale e contenutistico inestinguibile, guarda caso, proprio con il Cinema Espressionista Tedesco) è il sintomo che siamo di fronte ad una vicenda torbida, onirica, TRASFIGURANTE IL QUOTIDIANO, di ascendenza, se vogliamo, quasi "kafkiana".

Del resto, come credo sia facilmente comprensibile, leggendo questo mio articolo "La Donna Fantasma" è un film composito, articolato, complesso, del tutto in linea, nella sua libertà ed autonomia, con la tendenza più autentica del Film Noir di metà anni Quaranta.



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