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L'UOMO INVISIBILE (1933)

13Maggio2024


Francesco De Maria



In questo articolo proseguo il mio discorso sul Cinema Horror Americano degli anni Trenta, e ritorno al Cinema di James Whale (1889-1957) del quale ho già trattato nel mio recente articolo su "Frankenstein", nella fattispecie parlando di "L'Uomo Invisibile" uscito il 31 Ottobre 1933, alto conseguimento cinematografico ed estetico da parte del regista Inglese, che rimane comunque sotto "Frankenstein".

Anche in questo caso si tratta di un film tratto da un'opera letteraria (vale a dire l'omonimo romanzo di H.G. Wells), che vede protagonista un sempre ottimo Claude Rains, nella parte di uno scienziato che a seguito di un esperimento è riuscito a diventare invisibile: egli cercherà, attraverso la sua invisibilità, di portare disordine e terrore dapprima nel solo villaggio inglese di Iping e poi in tutto il mondo.

Un personaggio negativo, un "villain", si potrebbe definire: James Whale prosegue nella sua disamina di "mostri": nel film del 1931 dietro la mostruosità si cela un personaggio solo, emarginato, ma "umanissimo", per così dire, in questo film del 1933 la mostruosità si fa MANIFESTAZIONE/NON MANIFESTAZIONE EFFETTIVA DI UNA HYBRIS DISTRUTTIVA.

Il film si struttura su questi apparenti contrasti: un'invisibilità che si fa presenza continua, costante, minacciosa, atta a creare un disordine che diventa esso stesso strumento di dominio e di controllo.

Questa, a mio avviso, è una caratteristica fondamentale del film, l'apparente contraddizione che sprigiona il senso problematico, problematizzante, inquieto ed inquietante dell'opera, poi certo, attraverso la stessa invisibilità del protagonista passa tutto un discorso sugli stessi meccanismi della Suspense (noi spettatori vediamo l'uomo invisibile, il quale, ovviamente non può essere visto da tutti gli altri personaggi del film); ma SOLO SENTITO: ed effettivamente, a ben vedere, "L'Uomo Invisibile" è anche un film dove risalta molto la dimensione acustica, sonora.

E' come se il regista, attraverso la struttura da racconto Horror del film avesse voluto riattingere a tutte le risorse più pure, autentiche, elementari del linguaggio cinematografico, a cominciare proprio dalla dimensione acustica e sonora, e mi pare che questo aspetto non sia mai stato preso in considerazione fino in fondo, anche se molto giustamente è stata evidenziata l'importanza della stessa voce di Claude Rains, che nel film, molto spesso assume toni sinistri.

Ma non solo: Whale riattinge (magari in maniera del tutto inconscia, ma non importa) potrei dire al GRADO ZERO DEL CINEMA anche in un altro senso: il Cinema in questo film si fa di nuovo spettacolo "mostrativo" basato sulle attrazioni, sul carattere meraviglioso, sullo "stupefacente".

E' come se il regista avesse voluto riattingere alle fonti primigenie del Cinema, alla sua primitiva forza, al suo aspetto arcaico.

Inoltre "L'Uomo Invisibile" è anche un film inquieto nel suo carattere oscillante fra i generi. un po' Horror (ed in tale genere viene incluso, dal momento che è un film di "mostri" Universal) un po' Fantascienza, se solo teniamo presente la stessa fonte letteraria.

E' come se Whale avesse ricercato vie nuove anche dal punto di vista dei "generi".

Ne "L'Uomo Invisibile" l'impossibile si fa possibile, ma in maniera molto accentuata, "teorizzata" in qualche modo ed in una certa misura dallo stesso regista, ed a tal proposito vale la pena ricordare le parole di Georges Sadoul, l'importantissimo storico del Cinema, che ebbe a definire questo film come "un viaggio attraverso l'impossibile".

Gli stessi effetti speciali erano all'avanguardia per il 1933 (stampa multipla, mascherino scorrevole) e risultano ancora oggi efficaci nel donare al film la sua carica misteriosa, irreale eppure reale, il suo fascino misterioso ed immaginifico.

Quindi, come si può vedere, come ho cercato di dimostrare in questo mio articolo, James Whale continua a mettere a punto la propria poetica anche in questo film del 1933 (lo aveva già fatto egregiamente con "Frankenstein" in modi del tutto diversi), la propria visione del mondo, la propria visione del Cinema. riattingendo alle sue fonti primigenie, arcaiche, primitive, destrutturate e riorganizzate, poi, in un discorso di notevole incisività ed originalità..

Ed ecco perchè "L'Uomo Invisibile" è da considerarsi un film non solo bello, ma anche importante proprio per la sua notevole portata cinematografica, culturale ed estetica.





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