L'APPARTAMENTO (1960)
11 Novembre 2024
Francesco De Maria
Ho già avuto il modo di trattare ampiamente del Cinema di Billy Wilder (1906-2002), soffermandomi sia sulla prima produzione, quella più "drammatica" e Noir che sulla fase più tarda, quella della Commedia, della quale questo film "L'Appartamento" costituisce un fulgido esempio.
Uscito il 15 Giugno 1960 riscosse immediatamente un grande successo sia di pubblico che di critica, il film è uno dei più emblematici della poetica cinica, corrosiva e satirica di Billy Wilder e si avvale di una grande squadra di attori: Jack Lemmon, nel ruolo di protagonista, Shirley MacLaine nella parte della ragazza dell'ascensore e Fred Mac Murray nel ruolo del capo-ufficio.
Commedia amara, amarissima, "L'Appartamento": il film narra di un impiegato (Jack Lemmon, appunto), il quale nella speranza di uno scatto di carriera mette a disposizione il proprio appartamento (da qui il titolo del film) ai suoi superiori per incontri amorosi extra-coniugali.
Il protagonista si invaghisce della ragazza dell'ascensore, ignaro del fatto che la giovane ha una relazione clandestina con il capo-ufficio.
Io credo che dietro la struttura da Commedia (importante, significativa, senz'altro) si celi un NUCLEO DI CRITICA ANTROPOLOGICA E SOCIALE: con questo film Billy Wilder mette alla berlina alcuni miti della società Americana (ed Occidentale più in generale) come il carrierismo.
Il film, a mio avviso, può essere tranquillamente letto come un'opera di formazione, un itinerario esistenziale che porta Bud Baxter (questo il nome del protagonista) ad una CONSAPEVOLEZZA E QUINDI AD UN RIFIUTO DI QUEL MODELLO SOCIALE ED UMANO IMPRONTATO AL SERVILISMO, ALLA DEFERENZA ED AL CARRIERISMO.
Alla fine di quel lungo tragitto (al contempo divertente, trattandosi di una Commedia, ma sottilmente drammatico, trattandosi di una Commedia satirica e molto amara) Bud Baxter troverà una relazione autentica con la ragazza dell'ascensore. Due "sconfitti" che si ritrovano a giocare insieme a carte, lasciando presagire, con tutta probailità, un'autentica relazione sentimentale libera da quei condizionamenti e da quelle costrizioni sociali.
I due personaggi si liberano da quella DISFUNZIONALE MITOLOGIA SOCIALE che condiziona l'esistenza di molti personaggi del film.
Un aspetto del film sempre meritevole di essere messo in luce (e a mio avviso assai significativo, proprio nella sua dimensione INTER-FILMICA) risiede in quel movimento di macchina aereo iniziale che avvicinandosi al grattacielo sede dell'ufficio nel quale lavora il protagonista si addentra nella stanza andando ad individuare il personaggio principale, lo stesso movimento di cinepresa lo troviamo all'inizio del film "La Folla" di King Vidor, del 1928: perchè si tratta di due film sulla MASSIFICAZIONE, SULLE AMBIZIONI INFRANTE, MA NON SOLO: SU AMBIZIONI FRUTTO DI MARTELLANTI CONDIZIONAMENTI SOCIALI.
Nonostante la garnde differenza che separa i due film il nucleo di senso, per molti versi, risulta simile. Tra l'altro il Cinema di Billy Wilder ha radici lunghe negli anni Venti, soprattutto nello scorcio finale di quel decennio, anche perchè si tratta del suo periodo di formazione, per così dire.
In filigrana "L'Appartamento" è un film satirico, con tutto ciò che questo comporta: la satira è sempre, in qualche maniera, in misura diversa, intrisa di una sorta di furore morale 8anche se assolutamente non moralistico) ed infatti questo film potrebbe essere anche inteso come una sorta di requisitoria morale: molto spesso il sotto-testo delle commedie Wilderian rimane drammatico.
Tra le altre cose, altro aspetto importante del film assolutamente da non sottovalutare è il senso di solitudine che attanaglia il protagonista, strumentalizzato dai colleghi, senza amici: puro, timido e remissivo.
Alla luce di questo discorso sulla solitudine lo stesso appartamento (che guarda caso da titolo al film) si fa SPAZIO ESISTENZIALE: DA UN LATO PER LE TRESCHE CHE VI AVVENGONO CON TUTTO IL SIGNIFICATO SOCIALE CHE SI PORTANO DIETRO, COME HO SPIEGATO SOPRA, DALL'ALTRO PER ESSERE LUOGO DELLA SOLITUDINE DEL PROTAGONISTA.
L'appartamento si fa non solo spazio esistenziale, ma spazio sociale, antropolgico, psichico. Ed una sorta di rifugio che mette al riparo dalla continua guerra di tutti contro tutti.
La solitudine non è solo metropolitana (come è stato comunque giustamente eevidenziato) ma anche esistenziale, ed in più il film è intessuto anche di una critica non solo del carrierismo, come ho scritto sopra, ma anche di una disamina impietosa dell'alienazione dell'uomo, e del lavoro alienante.
Chiudo questo mio articolo affermando che siamo alle prese indubbiamente con un capolavoro, un film drammatico e satirico rivestito (in maniera mirabile, significativa) da Commedia.
Comments