L'ANNIVERSARIO (1968)
13 Dicembre 2021
Francesco De Maria
Anche in questo caso siamo alle prese con una grande prova recitativa di Bette Davis, qui in trasferta inglese con questo "L'Anniversario" di Roy Ward Baker (1916-2010), uscito il 7 Febbraio 1968.
Bisogna tenere presente che il film in questione è di produzione Hammer, la quale è famosa per avere prodotto, soprattutto dalla fine degli anni Cinquanta ai primi anni Settanta notevoli horror (realizzati in primis dall'ottimo Terence Fisher, ma non solo, anche dal regista del film di cui sto trattando, Roy Ward Baker, appunto) dalla forte personalità fino a creare uno stile, il cosiddetto "stile Hammer" (diverso anche a seconda dei registi, ma unito da un denominatore comune).
Ecco, un dato molto importante è il seguente: "L'Anniversario" non è un horror, quanto piuttosto una black comedy (sulla scia di una lunghissima tradizione inglese), ma davvero cupa e nerissima.
In questo film Bette Davis ricopre il ruolo di una matriarca cattivissima, da un occhio solo, la quale domina i suoi tre figli. Madre manipolatrice, possessiva, gelosa (ostile a mogli e fidanzate dei figli), madre terrifica. L'anniversario (del suo compleanno) vede sempre la famiglia riunirsi, ma dato importante, senza il di lei marito, dal momento che è vedova. La presenza incombente, ingombrante, repressiva in questo film è quella materna.
Il tutto è virato in toni da commedia, ma come ho scritto sopra nerissima, cupa, disturbante. Conta molto la rappresentazione delle RELAZIONI FAMILIARI DISTURBATE nel film, rappresentazione davvero riuscita se solo teniamo presente il fatto che Bette Davis è circondata da una squadra di bravi attori inglesi (fra cui Jack Hedley e Christian Roberts, fra gli altri).
Il film risente di una certa impostazione teatrale (è tratto dalla commedia del drammaturgo Bill McIlwraith del 1966, presentata in quell'anno nei teatri del West End di Londra), con un' unità di tempo, luogo ed azione.
Ma un impianto teatrale non necessariamente è un limite in un'opera cinematografica, come questo film testimonia: tale unità CONCENTRA ED ADDENSA LE TENSIONI PSICHICHE ED EMOTIVE DEI COMPONENTI DEL NUCLEO FAMILIARE, MOLTIPLICANDO E RAFFORZANDO LE LINEE RELAZIONALI FRA LA MADRE ED I FIGLI E FRA TUTTI I MEMBRI DELLA FAMIGLIA (COMPRESO I NUOVI ARRIVATI, COME LA FIDANZATA DEL PERSONAGGIO INTERPRETATO DA CHRISTIAN ROBERTS).
Toni da commedia, lievi e scanzonati, con una buona dose di grottesco, a cominciare dalla stessa figura materna (matriarca con un occhio solo, l'altro bendato), rapace e possessiva, con i figli "castrati": il più anziano ha manie di travestitismo, il medio non riesce a trovare il coraggio di partire per il Canada con la propria famiglia per rifarsi una nuova vita (allontanandosi dalla madre), solo il più giovane sembra più reattivo.
Le rispettive mogli e fidanzate sono le vere "rivali" di Bette Davis.
Il legame morboso madre-figlio è innegabile, coì' come il sotteso complesso edipico (figura materna invasiva ed ingombrante, figura paterna assente).
A ben vedere questo è un tratto tipico di alcuni registi inglesi (a cominciare dallo stesso Hitchcock) con queste figure di madri castranti.
E non è un caso che "L'Anniversario" sia un film Hammer, questa black comedy è una sorta di horror rovesciato, rappresenta l'altra faccia della medaglia dell'horror. Il personaggio interpretato da Bette Davis è un mostro, un vampiro assetato di sangue.
Nei "sotterranei" del film scorre una vena orrorifica, ma bisogna sempre tenere presente il tono da commedia nera e grottesca che non viene mai meno.
Questa relazione dinamica fra ironia, farsa e vena orrorifica rende il film un'opera perturbante, sottilmente inquietante, che mette a disagio, se solo guardata con la dovuta attenzione e con il dovuto atteggiamento riflessivo ed emotivo.
Bisogna tenere sempre un attitudine profonda verso i film, non farsi ingannare o fuorviare dalla cifra apparente (anche se importante, come in questo caso, di commedia). "L'Anniversario" non vuole farci solo ridere, o meglio: ci fa anche ridere, o ancora più precisamente ci diverte, ma una sensazione di inquietudine e di forte disagio ci accompagna per l'intera visione. Ha scritto bene chi ha scritto che questo film è in verità una farsa agghiacciante.
E poi il film rappresenta un'altra tappa del cammino attoriale e recitativo di Bette Davis verso l'impersonificazione del Male.
Ad ogni modo, un film molto bello proprio nella sua resa, e nel suo carattere perturbante.
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