top of page

IL SILENZIO DEGLI INNOCENTI (1991)

  • Francesco De Maria
  • 1 dic
  • Tempo di lettura: 3 min

1 Dicembre 2025


Francesco De Maria


ree

In questo articolo ritorno al cinema di Jonathan Demme (1944-2017) per trattare di un film come "Il Silenzio degli Innocenti", uscito il 30 Gennaio 1991, film da subito diventato iconico anche per la presenza di Anthony Hopkins nel ruolo del serial killer, incarcerato, Hannibal Lecter, film iconico, certo, ma forse anche film non del tutto valuttao correttamente, poichè talvolta una certa "iconicità" e "leggendarietà" fa perdere di vista le più importanti caratteristiche strettamente cinematografiche, estetiche e culturali di un film.

La trama del film è piuttosto nota: una giovane agente dell'FBI (interpretata da Jodie Foster) è sulle tracce del serial killer Buffalo Bill, per risalire alui e catturarlo si rivolge ad Hannibal Lecter, già serial killer cannibale ed ex psichiatra: imprigionato, certo, ma ancora pericolosissimo.

Il film, fin da subito, riscosse un grande successo di pubblico, e fu anche apprezzato dalla critica che ne colse, molto spesso, i profondi aspetti psicologici.

E questo è sicuramente vero: "Il Silenzio degli Innocenti" è un film dal taglio psicologico, il passato dei personaggi viene o suggestivamente evocato o addirittura per alcuni versi analizzato.

Lo stesso Hannibal Lecter, con il suo intuito diabolico e mefistofelico mette in crisi la protagonista, rinfacciandole la sua infanzia povera in Appalachia.

Un'infanzia povera e traumatizzata quella di Clarice Starling e diventando agente dell'FBI ella cerca anche di esorcizzare i propri demoni interiori.

In un certo senso ed in qualche modo la giovane protagonista combatte contro una perte di sè, e cosa ancora più importante ricerca se stessa.

Ma non basta: sicuramente nel film è presente questa dimensione psicologica, ma io credo che oltre a questo (e alla storia, di per sè, un Thriller dalle venature quasi Horror) scorra, attraverso l'intero film, una dimensione di forte caratterizzazione atmosferica e di resa ambientale.

Infatti quello che a me ha sempre colpito del film, sono, non solo (e mi verrebbe da dire non tanto) i personaggi, quanto piuttosto tutta la dimensione ambientale, urbana, paesaggistica, etc. che questi personaggi contiene.

Alcuni scorci dell'Appalachia, povera e derelitta fanno impressione: rimangono solo "bozzetti", per così dire, schizzi, niente più: ma al contempo si caricano di un forte valore evocativo ed immaginifico.

C'è da dire poi che la stessa figura di Hannibal Lecter tende a trascendere la dimensione puramente umana, sconfinando nel territorio semi-sovrannaturale: egli non è solo un "villain" cannibale ed assassino seriale, ma un "mostro" in piena regola.

Hannibal Lecter (molto più che Buffalo Bill, suo ex paziente, tra l'altro) è davvero un simbolo del Male puro. Un Male ferino e raziocinante al contempo, egli è un manipolatore assoluto.

Il film si confronta molto anche con la dimensione psico-sessuale, sia con accenni al passato traumatizzato della protagonista, come ho scritto sopra, sia attraverso la stessa figura di Buffalo Bill, sessualmente ambiguo, uomo a cui piace vestirsi da donna (anche se non si tratta, come ebbe a specificare Jonathan Demme in risposta ad alcune critiche della comunità LGBT, di un transgender).

"Il Silenzio degli Innocenti" è un film particolarmente cupo, oscuro, nel quale l'Ombra viene fuori e si manifesta in tutta la sua forza.

E questo viene fuori e si manifesta anche attraverso l'uso di Primi Piani che scandagliano le profondità psicologiche dei personaggi, e l'abisso senza fondo dei due serial killer.

Lo stesso uso della Soggettiva, da un lato, ci fa immedesimare in Clarice Starling: ma non si tratta di una facile immedesimazione, quanto piuttosto di un entrare in lei e riuscire a guardare doppiamnete la realtà: quella realtà così cupa, inquietante, e prennemente ammantata di tristezza.

Quindi "Il Silenzio degli Innocenti" non è una semplice storia Thriller, per così dire, ma è molto di più: perchè si tratta di un film che disamina profondamente oscure tensioni psichiche, ma non solo: siamo alle prese con un'opera che compie un discorso articolato e approfondito sul Male, restituendone un'immagine problematica e problematizzante.

Potrei addirittura allargarmi a dire che questo film non esista a confrontarsi anche con una dimensione metafisica del male, suscitando dubbi ed interrogativi sulla capacità dell'uomo di tenere testa al male, e di fare i conti con la propria Ombra.

 
 
 

Commenti


Iscriviti agli Aggiornamenti

Congrats! You're subscribed.

  • Black Facebook Icon
  • Black Twitter Icon
  • Black Pinterest Icon
  • Black Flickr Icon
  • Black Instagram Icon

© 2023 by The Mountain Man. Proudly created with Wix.com

bottom of page