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IL GRANDE SENTIERO (1930)

12Aprile2024


Francesco De Maria




Raoul Walsh (1887-1980) è stato uno dei grandi veterani del Cinema Hollywoodiano, il quale ha spaziato fra diversi generi e sopratutto fra diverse epoche: dal Muto degli esordi, attorno alla metà degli anni Dieci (come tanti altri giovani registi dell'epoca sotto l'egida di David Wark Griffith) fino alla metà degli anni Sessanta, praticamente a ridosso della New Hollywood.

Ma Raoul Walsh ha attraversato anche i generi: frequentandone soprattutto alcuni, fra i quali il Gangster Film, il Noir, ed il Western, e ne fornisce una prova magistrale in questo "Il Grande Sentiero", uscito il 2 Ottobre 1930, opera emblematica della prima fase sonora del Cinema Americano, ma i motivi di interesse del film sono numerosi.

Per la prima volta nel ruolo da protagonista un giovane John Wayne il quale interpreta lo scout Breck Coleman, che deve condurre una carovana di pionieri lungo quella che si chiamava la Oregon Trail, fra insidie e pericoli di tutti i tipi.

"Il Grande Sentiero" è un film grande e magniloquente in tutto, o che sicuramente tenta di esserlo: una lunga durata che bene ci ricorda l'andamento epico e maestoso del film, ma soprattutto girato originalmente in un formato a 70mm, cosa davvero insolita, soprattutto per quegli anni, in questo modo vengono valorizzati al meglio i liberi spazi naturali dell'Ovest, le inquadrature si fanno estremamente spaziose, come a voler INGLOBARE ENTRO DI SE' IL TUTTO NATURALE, AMBIENTALE, UMANO.

Più nello specifico il formato a 70mm utilizzato per le riprese del film si chiamava 70mm Grandeur Film, denominato anche Fox Grandeur o Grandeur 70 (prodotto appunto dalla Fox, casa produttrice del film).

I film di passaggio fra Muto e Sonoro (ma già sonori, comunque), quelli che vengono definiti "Talkies", realizzati soprattutto nel biennio 1929-1930 erano spesso piuttosto verbosi e statici, statici nel senso che la Cinepresa era poco mobile (per questi film venivano usate cabine insonorizzate che "imprigionavano" la Cinepresa), "Il Grande Sentiero" si svincola da tale schema di organizzazione e creazione del film, la Cinepresa tende ad una certa mobilità, nel film è presente un certo utilizzo della Profondità di Campo, atta a evidenziare non solo la magnificenza dei paesaggi naturali (i quali rafforzano, essi stessi,il carattere epico del film) ma le stesse presenze umane stagliate entro il paesaggio, contribuendo così a mettere a punto e a meglio sistematizzare alcuni "topoi" del Western.

Sostanzialmente Walsh con questo film tenta già un approccio più MODERNO non solo al Western, ma alla stessa realizzazione filmica di per sè, in più il film è disseminato di svariate notazioni realistiche le quali, incastrate all'interno della dimensione epica e magniloquente concorrono a creare un POTENTE EFFETTO CONTRASTIVO E COMPLEMENTARE.

C'è da aggiungere, comunque che esistono due versioni del film: la seconda "ridotta" a 35mm, ma credo fermamente che la versione a70mm sia quella autentica, che meglio restituisce l'essenza, l'anima del film.

Anche perchè, appunto, la stessa versione originale del film è a 70mm: ma il film fu poco capito, alla sua uscita; in qualche modo troppo coraggioso ed innovativo.

Come ho scritto sopra "Il Grande Sentiero" mette a punto, organizza, sistematizza molti "topoi" del Western, fra gli altri (molto importante, questo) lo scontro uomo-natura, ed io aggiungerei una cosa: tale scontro, molto spesso, è ambivalente, venato di ambiguità lo scontro è anche un incontro, o comunque una RELAZIONE DINAMICA.

In più nel film sono presenti (magari in forma embrionale, ancora solo accennati) spunti introspettivi: infatti assumono una certa rilevanza gli stessi tormenti interiori del giovane protagonista, i suoi stati d'animo, etc. e non solo il desiderio di vendetta.

Nel film è presente questa dimensione più intima ed introspettiva che ne conferma la grandezza, l'importanza: "Il Grande Sentiero" sotto molti punti di vista è un film in anticipo sui tempi, che precorre varie tensioni e forme del Western successivo.

Sono tutti questi elementi a connotare fortemente questo film di Walsh non tanto come un Kolossal (dal momento che molta critica all'epoca in maniera superficiale ne volle vedere solo l'aspetto più evidente ed immediato, appunto) quanto piuttosto come un'opera incubatrice, nel suo carattere ardito, coraggioso, innovativo di molto Western a seguire, e non solo: come un film che tenta nuove modalità e nuove forme stilistiche e realizzative.



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