IL GABINETTO DEL DOTTOR CALIGARI (1920)
24 Ottobre 2022
Francesco De Maria
"Il Gabinetto del Dottor Caligari" di Robert Wiene (1873-1938) fu, già alla sua uscita, il 26 Febbraio 1920, film dirompente e fortemente innovativo.
Film sfuggente ed enigmatico anche nel suo essere stato inquadrato come prototipo e luogo comune di "film espressionista". Perchè questo film del 1920 è indubbiamente un film afferente alla temperie culturale dell'Espressionismo, e proprio in quanto tale risulta essere un film complesso, sfuggente, stratificato, disseminato di dettagli e sottigliezze i quali possono rovesciare continuamente una determinata prospettiva interpretativa.
"Il Gabinetto del Dottor Caligari" fu poco capito alla sua uscita (e non solo alla sua uscita, ma anche in tutti gli anni a venire).
Film FORTEMENTE SCENOGRAFICO, e proprio in quanto tale visto come "film teatrale", quando invece non si capì che l'elemento scenografico era di supporto, sostanziava un "progetto registico forte", per dirla con Paolo Bertetto, il quale ha dedicato al film un interessante studio.
Tale elemento scenografico va ricompreso e fatto rientrare all'interno del film, dell'opera cinematografica, dell'immagine in movimento, del lavoro della cinepresa.
"Il Gabinetto del Dottor Caligari" è un film che rappresenta con notevole forza visiva il tema del Doppio (vero e proprio topos espressionista, e prima ancora della letteratura nera e romantica), così come problematizza fortemente il dato reale, mostrandone e svelandone i latenti caratteri enigmatici, confondendo il piano della realtà e quello dell'allucinazione.
Film su un sonnambulo, su alcuni misteriosi delitti, forse "controllati" da un direttore di manicomio (lo stesso Dottor Caligari). Film sulla problematizzazione del punto di vista e della relazione fra realtà ed interpretazione della realtà.
La scenografia del film è costituita da fondali dipinti, concorrendo così a slegare, a svincolare del tutto il film da qualsivoglia "obiettività reale o realistica".
Ciò che il film ci restituisce è la rappresentazione di una realtà del tutto deforme, sghemba, irregolare. Una realtà CARICATA DI SENSO, DI LATENZE ENIGMATICHE E PERTURBANTI.
Il film aprì la strada ad una vera e propria tendenza, ad un vero e proprio orientamento cinematografico denominato dal 1920 "Caligarismo". Lo stile visivo del film è esso stesso, in modo immediato, principio poetico, espressivo dell'opera.
Una resa della realtà del tutto soggettiva, una REALTA' SOGGETTIVIZZATA; in questo consiste la forte radicalità del film, insieme al suo estremismo visivo.
Le stesse angolazioni distorte, inclinate, gli stessi profili sghembi ed irregolari sono soprattutto frutto della mente, "Il Gabinetto del Dottor Caligari" è un film che svela la mente, l'inconscio, il represso, la dimensione onirica, l'incubo. L'interiore diventa in modo immediato ed assoluto esterno. Le stesse scenografie sfidano le leggi della geometria (quella euclidea), ponendo lo spettatore su un piano della realtà radicalmente altro, enigmatico, sfuggente, impenetrabile, e proprio in quanto tale oscuro e minaccioso.
Ma siamo anche alle prese con un film dal forte valore critico, poichè si tratta di opera sulla repressione, sul CONTROLLO (la stessa ambigua figura del direttore del manicomio, l'ambiguo finale, la resa ambigua di ciò che viene narrato), non a caso Siegfried Kracauer intitolò il suo studio sul cinema tedesco muto "Da Caligari a Hitler", come a voler ravvedere una continuità fra il personaggio del film ed il dittatore.
Gli stessi personaggi del film assumono più il ruolo di maschere che di personaggi veri e propri, la stessa recitazione (tratto, questo, tipicamente espressionista) è caricata, così come i volti degli attori risultano essere tutti pesantemente truccati.
Assistiamo, di conseguenza ad una sorta di SCHEMA IMMAGINARIO DEL REALE; questa è la resa che nel profondo opera il film sulla rappresentazione della realtà.
Come ho accennato sopra, il carattere perturbante, problematico e aggiungerei sottilmente angosciante del film risiede proprio nella sua ambiguità, nella sua ambivalenza, nel lasciare lo spettatore nell'incertezza, nella moltiplicazione delle possibilità interpretative dell'intero film e della vicenda narrata.
"Il Gabinetto del Dottor Caligari" è un film, che, con assoluta radicalità ci pone domande. Proprio in questa "messa in questione" di ciò che viene rappresentato, in questo suo carattere mobile, sfuggente, inafferabile risiede anche il valore critico del film, di più: il suo carattere fortemente eversivo sul piano sia visivo che interpretativo.
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