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IL CIRCO (1928)

11 Giugno 2021


Francesco De Maria



"Il Circo", uscito il 6 Gennaio 1928 non è il film più importante di Charlie Chaplin (1889-1977) questo è sicuro, ma è, a mio avviso uno dei suoi film più emblematici e simbolici.

FILM CROCEVIA, FILM COME SPAZIO CENTRIPETO DI TUTTE LE COORDINATE POETICHE DEL CINEMA CHAPLINIANO, questo è "Il Circo", ed ecco perchè, a mio avviso si tratta di uno dei suoi film più emblematici.

Intanto cominciamo con il dire che non si tratta sicuramente del suo film più importante e non può comparire fra i suoi capolavori assoluti (nonostante sia scontata la grandezza del film) per un semplice motivo: "Il Circo" è un film che presenta una certa disorganicità, una certa slegatura (penso soprattutto alle sequenze iniziali con il resto del film) dal momento che, come è stato evidenziato da alcuni critici e studiosi le prime sequenze sembrano un'opera a sè, sembrano uscite dai precedenti (e di non poco) cortometraggi chapliniani della Keystone e della Essanay (periodo 1914 e soprattutto 1915).

E' presente quindi questa disarmonicità di fondo in questo film, questa disorganicità che lo rende diverso dalla compattezza e dalla compiuta perfezione di altri suoi film.

Anche in questo film Chaplin impersona "The Tramp" il vagabondo, il quale accetta l'offerta di lavorare in un circo, dove si innamora della figlia del dispotico e spietato proprietario, per il bene della ragazza arriverà a favorire il rivale d'amore di cui la ragazza si innamora. L'ultima inquadratura del film lo vedrà allontanarsi verso un futuro libero (ma incerto).

Ma in "Il Circo" come ho scritto sopra sono presenti tutte le coordinate poetiche del cinema chapliniano: la sottile e pervasiva poesia (malinconica ed amara), lo sfondo melodrammatico, la comicità visiva, la figura violenta ed autoritaria, un certo spirito anarcoide del vagabondo, e si potrebbe continuare.

In più risalta tutto il CARATTERE CINEMATOGRAFICO, LA CINEMATOGRAFICITA' DELL'OPERA FILMICA CHAPLINIANA, CON L'IMMISSIONE DELLE FIGURE NELLO SPAZIO, CON L'USO "DINAMICO" DELLO SPAZIO, CON L'IMPORTANZA DEL DINAMISMO VISIVO, DEL MOVIMENTO, CON UN CERTO USO DEL PRIMO PIANO.

Anche in questo caso il circo funziona come una sorta di universo concentrazionario, in cui a governare sono dispotismo, violenza ed autoritarismo. e mai come in questo film forse l'espulsione da parte della società (perchè il circo funziona anche da metafora della società capitalistica) è tanto dolorosa, e tanto evidente nella sua plasticità.

Ma al contempo funziona anche, paradossalmente, da liberazione: il vagabondo ha bisogno di abbandonare tutto e tutti, in cerca di una libertà che è soprattutto un rifiuto delle leggi del Capitale.

E quel sacrificio finale (per salvare la ragazza da un futuro sempre più doloroso e cupo) proietta il vagabondo in una sorta di mito trasfigurante, una figura quasi evangelica in questa sua purezza, ma al contempo così umana, nel suo dinamismo e nella sua vitalità, nel suo soddisfacimento dei bisogni fisici, etc.

Importanza la assume in questo film anche la variazione di gamma della comicità, la comicità viene rappresentata in molte delle sue sfumature (da quella dinamica e plebea, da comica Keystone delle scene iniziali, alla comicità patetica e sentimentale, quasi tendente al melodramma) fino poi a sfociare, in alcuni momenti nel melodramma puro, e proprio in questo senso "Il Circo" è un film articolato e complesso.

Solo che, ripeto, talvolta questa variazione di gamma della comicità è disarmonica, come se ci fosse uno scatto, un "click", come ho accennato sopra.

Per il vagabondo è impossibile l'integrazione, poichè per accedere ad una vera integrazione c'è bisogno di una sorta di irreggimentazione.

Ma il vagabondo rimane sempre al di là (o al di qua) di tale linea divisoria, di tale confine, fra se stesso e gli altri. Questo l'aspetto dolente del film, il quale ambiguamente si rovescia nel suo contrario proprio nella scena finale: l'emarginazione si rovescia in empito libertario ed anarcoide, il vagabondo, come sempre è impossibilitato all'integrazione (a cui da un certo punto di vista aspira) e tutto si muove quindi circolarmente, ma forse davvero con una nota maggiore di consapevolezza ribelle proprio in quell'ultima stupenda scena.

Ultima scena che da suggello ad un bellissimo film quale è "Il Circo".

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