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IL CASO KATHARINA BLUM (1975)

10 Febbraio 2021



Durante uno dei periodi aurei del cinema tedesco, gli anni Settanta, appunto (un altro grande periodo di quel cinema furono gli anni Venti, gli anni del muto, ma questa è un'altra storia) comparve questo film, "Il Caso Katharina Blum" diretto da Volker Schlondorff (1939) e Margarethe Von Trotta /1942) e presentato in anteprima al festival di San Sebastian il 17 Settembre 1975.

Il film è tratto dal romanzo dello scrittore tedesco Heinrich Boll che fu pubblicato l'anno precedente. Film girato in una Colonia livida che vede la protagonista, una governante, Katharina Blum, appunto, interpretata da Angela Winkler la quale dopo aver trascorso una notte con un rapinatore diventa vittima di una campagna scandalistica montata da un grande rotocalco con a capo un cinico giornalista, ed inizia ad essere scandagliato il passato della giovane donna in cerca di dettagli pruriginosi od intimi, arrivando addirittura a falsificare il suo passato pur di vendere più copie. La protagonista (a seguito anche della morte della madre causata proprio da tutti quei drammatici eventi) si vendicherà.

Film quanto mai attuale e lucido "Il Caso Katharina Blum" proprio nella sua volontà di mettere a nudo certo meccanismo, certo funzionamento dei mezzi di comunicazione di massa.

In questo caso i media AGISCONO COME LONGA MANUS DEL POTERE, ANZI, SONO ESSI STESSI POTERE ATTI ADDIRITTURA A RISCRIVERE IL PASSATO DI UNA PERSONA IN MODO STRUMENTALE.

Proprio in questo senso si potrebbe tranquillamente considerare questo film come un'opera politica, di impegno sociale, anche perchè i riferimenti ad alcuni gruppi editoriali tedeschi (ovviamente dell'ex Germania Occidentale) non sono niente affatto casuali; gruppi editoriali i quali concorsero a creare una sorta di isteria di massa fra la popolazione tedesca-occidentale proprio negli anni del Sessantotto, del movimento studentesco e in seguito nel corso degli anni Settanta proprio negli anni del terrorismo rosso della RAF (Rote Armee Fraktion).

Il film è molto efficace dal punto di vista critico e polemico se solo pensiamo che, all'epoca, fu osteggiato da alcuni gruppi editoriali tedeschi, dimostrando come Schlondorff e Von Trotta (non dimentichiamolo, due ottimi esponenti del Nuovo Cinema Tedesco degli anni Settanta a fianco di Rainer Werner Fassbinder, Wim Wenders, Werner Herzog, per tacere di altri) riescano nel loro intento e svelino processi esistenti, magari anche solo in modo latente..

Nel corso del film la protagonista sempre di più acquisirà consapevolezza dei MALI SOCIALI, DEI MEZZI DI INFORMAZIONE COME PERPETUATORI DEI MALI E DELLE STORTURE SOCIALI.

In questo senso si potrebbe affermare che vi è quasi una strutturazione da Bildungsroman del film (Romanzo di Formazione) che non dimentichiamolo è un topos importantissimo della cultura tedesca.

C'è da dire anche, che, per quanto mi riguarda il film è fedele nello spirito al romanzo di Heinrich Boll e più in generale alla sua opera, molto spesso così critica e corrosiva proprio nei riguardi dell'organizzazione sociale dell'allora Repubblica Federale, dell'autoritarismo di fondo, del consumismo.

La stessa fotografia livida del film concorre nel creare un 'ATMOSFERA QUASI DA INCUBO, UNA CAPPA PESANTE, UN CLIMA DI SOSPETTO GENERALE.

Quindi una riflessione non solo sul potere che i mass media hanno nel manipolare la realtà, ma anche RAFFIGURAZIONE DI UNA REALTA' ESSA STESSA DELL'ARBITRIO E DEL POTERE MANIPOLATORIO DEI MASS MEDIA.

Questo è quello che mi colpisce molto del film, una resa atmosferica atta a generare proprio un certo tipo di realtà e di condizione sociale ma ancor prima addirittura esistenziale.

Il film è attraversato, inoltre da alcune increspature, da alcune variazioni di forma, e colpiscono molto in questo senso proprio gli inserti in bianco e nero.

E' meglio insistere su questo punto: il film non vuole essere un puro e semplice "film di denuncia" (i film non lo sono mai, in questo senso), ma un "film di denuncia" che attraverso la denuncia (la quale pure è presente, ed importante) "slatentizzi" per così dire, situazioni, paure, tensioni nascoste o che si muovono sotto traccia, in questo caso nella società tedesca occidentale di metà anni Settanta.

Bisogna dire che i due registi con questo film riescono proprio bene in tale intento, ed è per questo che "Il Caso Katharina Blum" rimane un film fondamentale all'interno del panorama del Nuovo Cinema Tedesco.

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