I VISITATORI (1972)
1 Settembre 2023
Francesco De Maria
Vi sono registi, nella storia del Cinema, che pur essendo "anziani" mostrano una notevole forza innovativa e vitale, un'attitudine al nuovo, una capacità di dialogo con tutti quelli che sono i nuovi orientamenti cinematografici, sia dal punto di vista formale che contenutistico.
I primi due casi che mi vengono in mente sono il John Huston ormai sessantaseienne; il suo "Fat City" del 1972 è davvero un film New Hollywood che sta al passo con le opere di più giovani colleghi, da un punto di vista formale, stilistico, e nel suo umanesimo amaro e disilluso.
L'altro caso è, appunto, costituito da questo "I Visitatori", di Elia Kazan (1909-2003), uscito il 2 Febbraio 1972: un piccolo film, dal budget modesto, minimalista, se vogliamo. Girato perlopiù in interni, è un film psicologico, dove si esamina la stessa costruzione della tensione.
Sullo sfondo la guerra del Vietnam (all'uscita del film ancora in corso): due soldati escono di prigione dopo avere scontato una condanna per stupro ai danni di una ragazza Vietnamita. I due si presentano a casa di un commilitone che vive con la moglie, la figlia e il suocero, in una zona piuttosto remota ed isolata.
Il commilitone (interpretato da un giovanissimo James Woods) li aveva denunciati, e gli altri due sono giunti là con le peggiori intenzioni. Il film mostrerà un crescendo di tensione psicologica fino a sfociare in uno scontro.
A pensarci bene L'INTRUSIONE NELLO SPAZIO PRIVATO E DOMESTICO, è tratto tipico di certo Cinema dei primi anni Settanta: l'esempio più eclatante che mi viene a mente è "Cane di Paglia" di Sam Peckinpah, del 1971.
Qui si tratta di vendetta: vendetta contro un commilitone che ha agito moralmente e secondo coscienza. La vendetta non ha più niente di mitologico in questo film, come poteva essere in molto Cinema Western, dove assurgeva ad altezze da Tragedia Greca, ma è un qualcosa di molto più meschino e cattivo.
Altro fantasma incombente nel film, è la nozione di mascolinità: messa in questione dal suocero nei confronti del genero. Infatti il personaggio interpretato da James Woods è una persona piuttosto mite, tranquilla, riservata: tutte qualità alle quali il suocero conferisce significati negativi.
La stessa nozione di mascolinità (tossica, molto spesso) è stata messa in questione da molto Cinema della New Hollywood, e comunque la stessa mascolinità viene analizzata, dissezionata e problematizzata.
Come ho scritto all'inizio "I Visitatori" è un film a basso costo, minimalista, che evita qualunque forma di spettacolarizzazione, girato non con una pellicola standard (35 mm) ma con quella a 16 mm, conferendo all'opera un aspetto più artigianale, per così dire. La stessa fotografia dimessa conferisce alla vicenda una connotazione più "realistica" e "quotidiana".
NELLA QUOTIDIANITA' TRANQUILLA IRROMPE L'INATTESO, IL MALE, IL PASSATO RIMOSSO, A CUI IL PROTAGONISTA SARA' OBBLIGATO A RISPONDERE.
La costruzione della tensione è rafforzata perchè concentrata all'interno di un'unità di tempo e di luogo. La casa non è solo uno spazio intimo violato, ma si fa essa stessa spazio psichico dove avviene un conflitto: psicologico, valoriale, fisico.
Come è stato spesso evidenziato, poi, l'anziano Elia Kazan in questo film fa uso di una serie di espedienti formali, stilistici, e tecnici tipici della New Hollywood, o comunque di un Cinema "nuovo" come ad esempio lo Zoom.
E si tratta di un film molto coraggioso, che parla di guerra con la guerra ancora in corso: rivelandone tutta l'intima brutalità, e la capacità di corrompere le anime e le menti delle persone.
Non c'è solo il passato rimosso per il protagonista, ma il RITORNO: ritorno non solo dei due commilitoni in cerca di vendetta, ma un ritorno, un riaffiorare prepotente di pulsioni mai davvero sopite: di vendetta, di rabbia e violenza. Una mascolinità davvero tossica, in grado di identificarsi solamente attraverso quei comportamenti.
Quindi davvero si potrebbe scrivere che la guerra continua, anche in patria, anche in questo cottage isolato, perso nella campagna innevata del Connecticut.
Tutta la vicenda del film è intrisa di un'atmosfera ambigua, che concorre nel problematizzare il tutto, e suscita in noi svariate domande, durante la visione.
Sono queste caratteristiche a rendere "I Visitatori" un film notevole, articolato, e molto bello; ingiustamente poco considerato.
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