HIROSHIMA MON AMOUR (1959)
1 Novembre 2024
Francesco De Maria
Il caso di Alain Resnais (1922-2014) è singolare: autore da sempre, da parte degli storici del Cinema collegato alla Nouvelle Vague (della quella fu fonte ispiratrice), rimane comunque appartato, restio a qualsivoglia classificazione, anche per motivi biografici, essendo più anziano di molti degli esponenti principali di quella corrente rinnovatrice, come Chabrol, Godard e Truffaut.
Se proprio volessimo trovare una definizione del Cinema di Resnais, non potremmo altro che definirlo Modernista: nel senso più pieno del termine.
Un Cinema della Memoria, quello di Resnais (con agganci all'opera Proustiana), ma non solo: un Cinema che rompe in maniera drastica e netta le regole narrative, la linearità narrativa: andando invece a raffigurare la dimensione interiore, i ricordi che si fanno Memoria, accostando in maniera inedita situazioni ed immagini andando in tal modo a realizzare un Cinema libero, fluido, enigmatico, misterioso.
"Hiroshima Mon Amour" presentato in anteprima al festival di Cannes l'8 Maggio 1959 presenta già molte delle caratteristiche tipiche della poetica di Alain Resnais.
Il film è tratto da un romanzo della scrittrice Marguerite Duras, la quale esplora in tutta la sua opera letteraria il tema della Memoria, così fondamentale, come abbiamo visto, anche nella poetica di Resnais.
Film sulla Memoria, sui FANTASMI DEL PASSATO, "Hiroshima mon Amour": un Giapponese ed una Francese (lei è Emmanuelle Riva) trascorrono una notte d'amore insieme, e pian piano riaffioreranno ricordi tragici dal passato che si vanno ad intrecciare indissolubilmente con i ricordi dei bombardamenti su Hiroshima e Nagasaki (Hiroshima mon amour, appunto).
Il film è continuamente inframmezzato da Flashback, con ritorni al presente e nuovi tuffi nel passato, compoendo così un affresco audio-visivo insolito, magmatico, semi-onirico.
In "Hiroshima Mon Amour" i DIFFERENTI PIANI DELLA REALTA' SI INCROCIANO: LA DIMENSIONE PRESENTE, QUELLA PASSATA, QUELLA ESTERNA E QUELLA INTERIORE.
Ma non solo: si sovrappongono anche ricordi ed immaginazione; e questo perchè a Resnais interessa (e lo mostra già in questo film che non dimentichiamolo è il suo primo lungometraggio, dopo una serie di cortometraggi e documentari) una rappresentazione INEDITA, PROFONDA E SLATENTIZZANTE DEL REALE: che ne riveli appunto le caratteristiche di fondo, nascoste, perchè non immediate, evidenti, "materiali".
Non solo questo film, ma tutto il Cinema di Resnais sfida continuamente un certo "senso comune" spettatoriale.
E' innegabile anche il profilo politico del Cinema di Resnais (ma molto di più in questa sua prima fase), vi è infatti, sempre, una sorta di urgenza di liberazione, una umanistica attenzione rivolta a personaggi sofferenti, traumatizzati da un passato ingiusto e tragico.
Teniamo presente, poi, che fra le fonti del Cinema di Resnais vi è anche il Surrealismo e l'opera di Andrè Breton, con tutto ciò che questo comporta.
"Hiroshima Mon Amour" è un film radicale. radicale nel suo assunto di base e radicale nel suo sviluppo: perchè, ribadisco, siamo di fronte ad un'opera che rifiuta la struttura narrativa proponendo NUOVE FORME DEL VISIBILE.
Il film scompone in maniera fulminea la realtà, disseminato com'è da Flashback talora quasi subliminali i quali sembrano sgorgare dalle profondità di una dimensione Inconscia.
Lo stesso Montaggio nel film è ampiamento evocativo e "poetico": proprio per la sua carica immaginifica, come è stato ampiamente scritto si tratta di un Montaggio Analogico (quindi dagli accostamenti "significanti", per così dire) e da raccordi che tendono a legare poeticamente e concettualmente le immagini.
Presente e Passato non solo si sovrappongono, come ho scritto sopra, ma a ben vedere si CONFONDONO QUASI COME AVOLER CREARE UNA NUOVA DIMENSIONE TEMPORALE: UNA DIMENSIONE TEMPORALE INTERIORE CHE SI RENDE MANIFESTA.
L'utilizzo del Primo (anzi Primissimo) Piano è lì a testimoniare lo scavo psicologico dei personaggi, un mezzo per sondare e far emergere la dimensione interiore: il PASSATO INTERIORE.
Attraverso questa mia disamina ho cercato di mostrare di come "Hiroshima Mon Amour" seppur nel suo carattere inedito, ampiamente difforme sia opera seminale e fondante di tutta una nuova Estetica Cinematografica legata a doppio filo al Modernismo, quindi a nuovi equilibri, nuove dinamiche, improntate ad una creazione fluida, libera, enigmatica che tende a scomporre e ricomporre la dimensione stratificata del Reale arrichhendola e problematiizandola attraverso l'Immaginario, ed ecco perchè siamo alle prese con un film che non esito a definire un capolavoro eversivo.
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