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GUARDIE E LADRI (1951)

23 Settembre 2024


Francesco De Maria



"Guardie e Ladri", uscito il 21 Dicembre 1951, costituisce, senza alcun dubbio, uno dei più alti conseguimenti della coppia Mario Monicelli (1915-2010) e Steno (1917-1988), un film forse non del tutto compreso, ma si tratta invero di un film composito, risultato di forze creative diverse (Mario Monicelli e Steno erano due registi diversi, ovviamente) e di un apporto attoriale formidabile (Totò nella parte del ladro e Aldo Fabrizi nella parte della guardia).

Il fatto è che "Guardie e Ladri" rappresenta mirabilmente tutta una tendenza del Cinema Italiano dei primi anni Cinquanta, quella di (e si badi al termine) DERIVAZIONE Neorealista..

Il Neorealismo costituì una grande lezione per tutti, ma la sua spinta propulsiva si era esaurita all'inizio degli anni Cinquanta, che vede il nascere da un lato del cosiddetto Neorealismo Rosa (e penso soprattutto ai film di Renato Castellani) vale a dire di un Neorealismo stemperato in una sorta di commedia popolaresca e sentimentale, dall'altro, se vogliamo, di una sorta di Neorealismo interiore ed esistenziale (e penso, soprattutto, al caso scontato del primo Michelangelo Antonioni ma anche al Roberto Rossellini della cosiddetta "trilogia della solitudine", per arrivare anche alla deriva progressivamente sempre più onirica di Federico Fellini (il quale, non dimentichiamolo, fu collaboratore di Roberto Rossellini).

Ma non basta: il Cinema Neorealista si disperde in mille rivoli, e "Guardie e Ladri" lo si potrebbe intendere come un rivolo di tutta quella tendenza.

Siamo al cospetto di un oggetto filmico non solo composito, come ho scritto sopra, ma anche irregolare, "libero".

I due giovani registi sembrano quasi volersi mettere al servizio di due attori della caratura di Totò ed Aldo Fabrizi: il primo si fa in questo film MASCHERA POPOLARESCA E DOLENTE, il secondo si conferma grande attore, intenso e versatile, che porta, in questo film, anche la sua stessa presenza fisica come fatto "comico".

Perchè di questo si tratta: "Guardie e Ladri" non è solo una Commedia, ma anche un film comico: il film, infatti, è costellato di gustose scene che muovono alle risa (pensiamo a tutti i confronti fra Totò ed Aldo Fabrizi).

Ma al contempo il film (e questo è un dato molto importante) è anche Drammatico: poichè rappresenta vividamente e con forza il disagio sociale, la povertà, e ci restituisce l'immagine realistica di una Roma e di un 'Italia uscite dalla guerra ed ancora prostrate e povere.

Ed ecco in che senso "Guardie e Ladri" è una FILIAZIONE NEOREALISTA. Totò, come ho scritto sopra, è una maschera dolente ma anche comica: siamo di fronte ad una prova sublime del grande attore: il COMICO SPESSO SEMBRA SFUMARE NEL DRAMMATICO.

Da più parti il film è stato visto come un anticipatore (e si tenga presente: diversi anni prima) della Commedia all'Italiana (che si fa nascere nel 1958, con "I Soliti Ignoti"), e mi trovo d'accordo: le caratteristiche più tipiche della Commedia all'Italiana, vale a dire la satira sociale, la commistione di Comico e Drammatico, l'amarezza di fondo, etc. sono in qualche modo già presenti in questo film del 1951.

Perchè guardando il film assistiamo anche ad una sorta di gioco: il titolo stesso rimanda a qualcosa di giocoso ed infantile; e noi assistiamo ad un drammatico gioco fra adulti, ad una sorta di sfida, la quale troverà, alla fine del film una sorta di scioglimento in un RISPECCHIAMENTO, IN UN IDENTIFICAZIONE UMANA DEL LADRO E DEL BRIGADIERE.

Identificazione sotto il profilo umano, sociale, familiare: perchè i problemi del loro esistere sociale sono i medesimi. Qui il film raggiunge notevole pathos drammatico, trasfigurando in una sorte di "sublime" umano e sociale.

In questo film la recitazione di Totò perde la carica astratta e surrelae, stemperandosi in una mimesi più propriamente "realistica", anche perchè questa era l'indicazione di Mario Monicelli (più che di Steno).

Proprio per questo si parla, a proposito di questo film, di una sorta di "umanizzazione" di Totò, di contro alla recitazione "folle", "eccedente" che l'attore mostra in molte altre pellicole.

C'è da ribadire anche la grande prova attoriale fornita da Aldo Fabrizi. Ad ogni modo ci troviamo di fronte ad un film molto personale e che fa da crocevia fra varie tendenze e declinazioni del Neotealismo.






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