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FACE (1997)

12 Agosto 2022


Francesco De Maria



Iniziamo subito con l'affermare che "Face" è un film dalla forte valenza storico-cinematografica, un film che davvero incorpora in sè stilemi, tendenze, tensioni espressive e stilistiche.

Il film, della regista Antonia Bird (1951-2013) fu presentato al Festival di Venezia il 3 Settembre 1997, e nel corso del tempo è divenuto opera di culto per alcuni settori della cinefilia.

"Face" riattinge a tutta una tradizione del cinema Inglese, alla tradizione del Gangster Film ed in parte anche del Noir (generi o declinazioni molto presenti nella storia di quel cinema, soprattutto nella seconda metà degli anni Quaranta e primi anni Cinquanta).

Tutto questo però si intreccia con la tradizione anche realistica e sociale di questo cinema, e Antonia Bird sembra volgere lo sguardo anche al cinema di Ken Loach, ad esempio.

Il ruolo da protagonista lo ricopre un sempre iconico Robert Carlyle, volto noto del cinema Britannico. Altro ruolo importante lo riveste un attore altrettanto noto (e di qualche anno maggiore) come Ray Winstone, sempre perfetto nelle parti da "duro" o da gangster spietato, così come è presente un ormai anziano Peter Vaughan, in una parte minore ma significativa.

La trama verte su cinque criminali dell'East End di Londra (buona parte del film è stata girata a Whitechapel e Bethnal Green, appunto) che progettano e mettono a segno una rapina, ma il bottino risulta essere molto meno del previsto, innescando una spirale di violenza.

Quello che rende ancora più interessante il film è la caratterizzazione del "cervello" della banda (Robert Carlyle, appunto), dei suoi trascorsi politicizzati nell'estrema sinistra, nel suo sogno infranto di una società rigenerata retta dai principi del Socialismo.

"Face" è un film più articolato di come può apparire, un film che instancabilmente INCROCIA TENSIONI, TENDENZE, FORME E CONTENUTI.

Nel film è caratterizzata anche molto bene la relazione sentimentale (sofferta) fra Ray (questo il nome del personaggio interpretato da Robert Carlyle) e la ragazza (sua convivente), Connie (interpretata da Lena Headey).

E' come se la regista avesse voluto approfondire il protagonista da tutte le angolazioni possibili, anche da quella sentimentale, dimensione che, bisogna prestare attenzione a questo, va a fare parte di un QUADRO ESISTENZIALE PIU' GENERALE.

In "Face" vi è questo intreccio indissolubile fra dimensione privata e dimensione pubblica, fra malessere esistenziale e malessere sociale, e non è un caso che il film si svolga, quasi interamente, nell' East End di Londra, la vasta area della città, già degradata (oggi in parte risanata), dalla popolazione prevalentemente popolare ed operaia, area ad alto tasso di criminalità e violenza.

Ray sembra incarnare davvero un eroe proletario solo contro il mondo, un uomo disilluso dai suoi stessi ideali di trasformazione sociale. Egli vede la rapina più come una forma di disperata ribellione umana e sociale che come mezzo di accaparramento di denaro.

Il significato della rapina sembra declinarsi in modo diverso nei cinque uomini che vi partecipano, e certo è che la ribellione alligna sono nell'anima di Ray.

E, a ben vedere, un altro elemento importante del film è proprio l'attenzione rivolta alla psicologia dei personaggi, come se la regista avesse voluto soffermarsi sulla loro dimensione interiore, sulle loro singole motivazioni.

E bene è stato evidenziato lo stile del film che continuamente passa da lunghi Piani Sequenza alternati a sequenze montate in un modo più frenetico, come a voler far convivere le due anime del film (l'azione e la disamina psicologica, la dimensione sociale e quella interiore), con lo stile che si fa sintesi delle due istanze.

Quindi non esito a considerare "Face" un film molto importante (oltre che bello e valido): importante perchè non solo ravviva tutta una tradizione del cinema Inglese (il filone gangsteristico) ma sembra davvero volerlo combinare con le istanze sociali di derivazione loachiana, ma non solo; tutto questo viene personalizzato e distillato in modo peculiare dalla regista, che persegue in modo coerente una propria cifra stilistica e poetica, come ho cercato di illustrare sopra.

Questi sono gli elementi a rendere "Face" un film da guardare e riguardare, da studiare con attenzione e passione.


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