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DRACULA (1931)

21 Giugno 2021


Francesco De Maria



Tod Browning (1880-1962) è stato davvero l'autore cinematografico maledetto del cinema americano. Un regista solitario ed appartato sullo sfondo di quei tempi cinematograficamente eroici (il periodo del muto) proprio perchè creatore di un cinema bizzarro, irregolare, deforme.

Tod Browning avvia la sua carriera cinematografica appunto nel periodo del muto, più nello specifico esordisce con il lungometraggio nel 1917 con il film "Jim Bludso".

Regista anche di successo, Browning, ma appartato da un punto di vista creativo, di poetica cinematografica, isolato nella sua visionarietà.

Ecco, "Dracula", uscito il 9 Febbraio 1931 è un film che fa parte del primo periodo sonoro del cinema (teniamo presente che in America il sonoro incomincia ad imporsi davvero nel 1930, non prima) e del primo cinema sonoro presenta anche alcune caratteristiche, non direi negative, perchè vanno storicizzate e contestualizzate ma comunque un pò limitanti: una certa staticità e legnosità, un certo assetto "teatrale" molto diverso dalla maestosa fluidità del cinema del tardo periodo muto, diciamo dal 1926-1927 in poi.

Questo film del 1931 è il primo adattamento cinematografico sonoro del noto romanzo di Bram Stoker e vede nel ruolo del conte Dracula l'attore Bela Lugosi.

Film tratto da un'opera letteraria, appunto, ma anche FILM GIA' META-CINEMATOGRAFICO, OPERA INTER-FILMICA, se solo pensiamo che in alcune scene vi sono citazioni del "Nosferatu" di Murnau (1888-1931), del 1922, del tutto assenti nel romanzo.

Volendo, si potrebbe trovare un richiamo al Cinema Espressionista Tedesco anche attraverso la figura del grande direttore della fotografia Karl Freund di lì a poco anche regista dell'ottimo "La Mummia", del 1932.

La stessa assenza quasi totale (tranne che nei titoli di testa) contribuisce a conferire al film quel suo carattere latentemente "realistico" ed ancora più inquietante, incrociato con la resa orrorifica ed "espressionista".

Questo il vero punto di forza del film. Il film ebbe un notevole riscontro sia di pubblico che di critica. Buona parte del pubblico, a quanto si dice fu davvero terrorizzato dalle immagini del film, e la critica elogiò sia la regia di Browning che la prova attoriale di Lugosi, anche se non bisogna assolutamente trascurare, aggiungo io il contributo di Karl Freund, direttore della fotografia e addirittura co-regista non accreditato.

Sono questi i punti di forza del film: una certa resa espressionista incrociata con un latente aspetto realistico (la pressochè totale assenza della musica), l'ottimo utilizzo delle grandi doti recitative di Bela Lugosi, un coraggioso tentativo di rilancio del Cinema Fantastico ed Horror proprio agli albori del sonoro, quando, ripeto le caratteristiche limitanti del periodo (e questo film non fa eccezione al riguardo, oltretutto tratto da una piece teatrale, a sua volta ovviamente ispirata al romanzo) come una certa staticità e verbosità.

Addirittura risultò così iconica la presenza scenica di Lugosi che divenne quasi il simbolo e l'archetipo del ciclo Horror della Universal (quello dei vari mostri, da Dracula appunto, a Frankenstein per arrivare all'Uomo Invisibile).

Altro aspetto innovativo del film ( e che farà scuola) è la rappresentazione del vampiro non come un essere mostruoso e repellente (com'era il caso di "Nosferatu" e poi riproposto nell'omonimo film del 1979 di Werner Herzog, ma come volendo, almeno in parte era il caso di "Dracula di Bram Stoker" di Francis Ford Coppola, del 1992) quanto piuttosto come un gentiluomo dalle maniere distinte e raffinate.

Un film che tenta di conservare tutta la carica perturbante di certo Cinema Muto (ed in primis del proprio cinema muto da parte di Browning) innestandolo sul giovane tronco del Cinema Sonoro.

La stessa staticità (ma soprattutto verbosità del film) ed il suo impianto teatrale sono tutti elementi che vengono problemat

izzati e messi in questione dall'interno, attraverso un impiego mobile della cinepresa. Caratteristica molto importante di questo film è dunque anche la sua ambivalenza formale e stilistica.

Assistiamo anche ad una cura nell'equilibrio compositivo delle inquadrature, è come se Browning si volesse mettere alla prova, e volesse mettere alla prova tutte le potenzialità espressive, formali e stilistiche del Cinema Sonoro, rilanciando la tensione creativa propria del Cinema Muto, soprattutto di quello della fine degli anni Venti.

Sono queste caratteristiche a rendere importante ed eroico un film come "Dracula".




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