top of page

CITTA' DOLENTE (1989)

  • Francesco De Maria
  • 8 ore fa
  • Tempo di lettura: 3 min

3 Novembre 2025


Francesco De Maria


ree

Iniziamo con il dire che dall'isola di Taiwan proviene una delle cinematografie più complesse, difficili e rigorose di tutto il mondo, e non costituisce certamente un'eccezione il regista (nato nella Cina Meridionale, ma Taiwanese, appunto) Hou Hsiao Hsien (1947).

Autore cinematografico riconducibile a quel movimento (se di movimento si può parlare) denominato "Nuovo Cinema Taiwanese" che sorge all'inizio degli anni Ottanta con i primi film di Edward Yang, al quale seguiranno opere di esordio di altri registi nel corso del decennio fra cui quelli del nostro.

Un orientamento cinematografico segnato senz'altro da una forte, per non dire fortissima impronta stilistica, attento alle condizioni di vita (ma non solo di vita, anche esistenziali, psicologiche, interiori) del popolo di Taiwan.

Quindi, di conseguenza, ci troviamo di fronte anche ad un Cinema dalla forte coscienza sociale, attento ai dati della realtà, parallelamente si tratta di un Cinema che io credo risente in qualche modo ed in una certa misura della lezione del Neorealismo Italiano, se, come è vero tende ad impiegare attori non professionisti, presi dalla strada (questa come tendenza di fondo, non sempre è così), ed infine questo corpus filmografico è segnato, come ho accennato sopra, da una forte caratterizzazione stilistica: ad uno stile che si avvicina se vogliamo al Cinema Modernista, ad un impiego rigoroso della Profondità di Campo e del Piano Sequenza.

Non costituisce certo un'eccezione a tutto questo Hou hsiao Hsien con questo suo "Città Dolente" presentato in anteprima al Festival di Venezia il 4 Settembre 1989.

Il film è il nono realizzato dal regista Taiwanese e mostra, ovviamente, una notevole maturità formale e stilistica.

Ambientato nella Taiwan dell'immediato secondo dopoguerra durante il cosiddetto Terrore Bianco (portato avanti dalle truppe del Guomindang ai danni della popolazione civile) è anche la storia di una famiglia, la famiglia Lin, la quale vive nei dintorni della capitale Taipei.

La rievocazione storica di Hou Hsiao Hsien è realistica, senz'altro, ma al contempo anche nostalgica: il periodo 1945-1949 è raffigurato come un periodo duro e violento, certo, ma al contempo il tutto è soffuso anche di malinconia e nostalgia.

"Città Dolente" è una delle opere di punta del Nuovo Cinema Taiwanese anche in virtù del suo rigore, del suo alto profilo stilistico: come è stato bene evidenziato già in precedenza il regista in questo film cura molto la Messa in Quadro e la composizione figurativa dell'Immagine, giungendo ad una sorta di formalizzazione della Realtà, ad un'astrazione geometrica.

Da un lato è come se l'autore ricercasse una distanziazione dalla realtà, una sua distillazione in senso formalizzante, per così dire, dall'altro cerca attraverso le Riprese Lunghe una maggiore presa sulla realtà, in vista di una resa emotiva maggiore.

Io credo che questa duplicità costituisca una forza di "Città Dolente".

Tale dimensione emotiva (come è stato nottao da molti studiosi) è rafforzata ulteriormente dall'uso del Non Verbale, del silenzio.

Del resto tutto un certo Cinema dell'Estremo Oriente (e penso in primis al caso Giapponese) ci ha abituato a questa sorta di rappresentazione "in sottrazione": con l'utilizzo degli spazi vuoti, o del silenzio.

Hou Hsiao Hsien utilizza molto anche il Campo Lungo come a voler meglio comprendere ed includere la realtà nella sua complessità, nelle sue contraddizioni, ma anche nei suoi contrasti.

Ma il film non è solo un film che rievoca una fase storica di Taiwan: vi è tutta un'operazione teorica a riguardo, nel senso che il film si configura anche come riflessione teorica sulla Memoria, sulla dimensione memoriale, sulla stessa rievocazione.

In qualche modo il film parla anche di se stesso. E questo è un dato molto importante, che contribuisce, e non poco, ad allineare "Città Dolente" a tutta la tradizione del Cinema Modernista o Moderno che dir si voglia.

Forse proprio in questo approccio, ancor prima che per alcune scelte stilistiche risiede il carattere Moderno del film.

E non stupisce che almeno da parte della critica più attenta e ricettiva questo film fu visto, fin da subito, come uno ei film più rappresenttaivi di quella temperie che va sotto il nome di Nuovo Cinema Taiwanese.


 
 
 

Commenti


Iscriviti agli Aggiornamenti

Congrats! You're subscribed.

  • Black Facebook Icon
  • Black Twitter Icon
  • Black Pinterest Icon
  • Black Flickr Icon
  • Black Instagram Icon

© 2023 by The Mountain Man. Proudly created with Wix.com

bottom of page