CHRISTINE (1983)
- Francesco De Maria
- 1 ago
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1 Agosto 2025
Francesco De Maria

In questo articolo ritorno al cinema di John Carpenter (1948) e più in generale ad un film tratto da un altro romanzo di Stephen King, il film in questione è "Christine" uscito il 9 Dicembre 1983, opera spesso considerata meno personale fra quelle Carpenteriane, eppure ci troviamo di fronte ad un oggetto filmico che ha notevoli motivi di interesse e di fascino.
Certo, forse non lo si può affiancare ai film più celebri ed emblematici del regista, ma io ho comunque una predilezione per "Christine".
Il film mantiene ferme le coordinate di base del romanzo: una coppia di amici, uno dei due atleta della squadra di Football della High School, popolarissimo, l'altro timido, mingherlino ed occhialuto; sono Dennis ed Arnie.
Arnie si "innamora a prima vista" di una Plymouth del 1958, una vera e propria carcassa parcheggiata da chissà quanto tempo in uno spiazzo erboso. La acquista, la rimette a nuovo, Arnie si trasforma, diventa più sicuro di sè, riuscendo anche a fidanzarsi. L'allontanamento da Dennis, è sempre più palpabile. Strani ed inspiegabili eventi si succedono; legati alla macchina, da Arnie (ma già in precedenza dall'altro proprietario, il malvagio LeBay) chiamata Christine: un nome di donna.
Perchè Christine è un terrificante oggetto animato che semina morte e terrore. Alla fine del film vi sarà un vero e proprio scontro finale che vede da una parte Dennis e Leigh (l'ex girlfriend di Arnie, ormai innamorata di Dennis) dall'altra Arnie e Christine.
Apparente lieto fine, ma le ultime inquadrature suggeriscono altro.
Io credo che al di là degli ovvi legami diretti con il romanzo di Stephen King il film intrattenga anche legami con un film come "The Car", del 1977; infatti già in qul film compariva una automobile assassina.
"Christine" è un film sulla dimensione soprannaturale, niente di quello che accade ha un senso logico, per così dire, tutto a prima vista appare assurdo, ma nel film l'assurdo acquisisce connotati realistici e plausibili, e proprio in questo risiede il carattere fortemente perturbante della pellicola, ma anche questo è un aspetto che il film condivide con il libro.
Sono altre le caretteristiche che li dividono: nel romanzo ci troviamo alle prese con un caso di "possessione" se così lo vogliamo definire, il personaggio di Arnie è, in qualche modo (certo in uina maniera più profonda, sottile e anche contraddittoria) una vittima: di LeBay, della stessa Christine (nonostante il loro rapporto simbiotico e di "amore").
Nel film ci si concentrainvece molto di più sulla trasformazione psicologica ed in parte anche fisica di Arnie; e rispetto al romanzo è lui il vero antagonista insieme a Christine. Nel romanzo la sfida finale avviene fra Dennis e Leigh da una parte e Christine e LeBay (morto-non morto) dall'altra (Arnie è fuori città con la madre e troverà la morte in un bizzarro incidente automobilistico, ovviamente causato dallo spirito di LeBay).
Nel film, al contrario la sfida avviene fra Dennis e Leigh da u lato e Arnie e Christine dall'altro.
In questo film, infatti, l'automobile non è solo un oggetto "infernale" ma anche specchio e ricettacolo dell'Ombra di Arnie, e questo è un aspetto, a mio avviso, molto importante e interessante del film.
Arnie duplica la propria Identità, mostra il proprio lato oscuro, non è una pura e semplice vittima.
Anche nel film la spettrale presenza degli anni Cinquanta incombe, certo, ma in una maniera almeno in parte diversa rispetto al romanzo: Christine in entrambi i casi è uno spaventoso relitto di quel decennio, ma mentre nel romanzo Arnie-LeBay (questa la definizione più appropriata) slitta in continuazione fra fine anni Settanta e fine anni Cinquanta (ma questo accade solo nell'ultima parte del romanzo), nel film non ci sono quegli inquietanti slittamenti temporali: Arnie si trasforma in un giovinastro degli anni Cinquanta.
Negli atteggiamenti, nell'abbigliamento, nelle movenze. A me ricorda in maniera impressionante la banda di teppisti in "Rebel Without a Cause" di Nicholas Ray, con James Dean, del 1955, da noi distribuito con il nome di "Gioventù Bruciata".
Christine rimane simbolo spettrale di quel decennio, gli anni Cinquanta, in America, egemonizzati dalla presidenza Eisenhower: anni di forte conformismo, ed al contempo di inquietudine; di repressione, con tutto cisò che questa comportava in termini di amlessere psichico, di incubi quotidiani, di orrori nascosti.
Christine è tutto questo e ritorna.
Io credo, anche alla luce di questo mio articolo, che "Christine" sia un film di John Carpenter, interessante, valido, e assolutamente da riscoprire.
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