CAT PEOPLE (1942)
12Giugno2024
Francesco De Maria
I primi anni Quaranta hanno costituito uno snodo fondamentale per lo sviluppo del Cinema Horror Americano, anni emblematizzati dalle produzioni di Val Lewton, questo "Cat People" di Jacques Tourneur (1904-1977) uscito il 5 Dicembre 1942 rappresenta il primo capitolo di quella temperie. Film a basso costo, in cui il produttore Val Lewton (uno dei pochi produttori CINEMATOGRAFICAMENTE ED ARTISTICAMENTE GENIALI) fa di necessità virtù: sviluppando l'intuizione di SUGGERIRE L'ORRORE PIUTTOSTO CHE MOSTRARLO.
"Cat People" si impernia su tale intuizione di Lewton il quale produrrà dal 1942 al 1946 altri film di breve durata ed a basso costo che andranno a formare insieme a questo film del 1942 un insieme omogeneo e diversificato al contempo, film diretti tutti da registi degni di nota come Jacques Tourneur, Mark Robson e Robert Wise.
Film su leggende orrorifiche balcaniche, su scontro fra culture: la Serba Irena Dubrovna interpretata da Simone Simon) che vive a New York si innamora ricambiata di Oliver Reed (interpretato da Kent Smith), i due si sposano, ma la donna è terrorizzata dall'idea di potersi trasformare in pantera se sottoposta a forti passioni, nel corso del film
Caratteristica fondamentale di "Cat People" (e di tutto il ciclo prodotto da Val Lewton) è il porsi come crocevia di orientamenti cinematografici diversi: ad esempio Renato Venturelli nel suo seminale studio "L'Età del Noir" include questi film all'interno dei parametri (mossi ed irregolari) del Film Noir. Il fatto è che "Cat People", come gli altri è troppo Horror per essere un Noir, troppo Noir per essere un Horror.
Perchè la trama stessa la si potrebbe benissimo includere all'interno del Film Horror o del Fantastico mentre tutta la dimensione visiva è costruita su quelle che sono le caratteristiche salienti del Film Noir: illuminazione contrastata, forti chiaroscuri, evidenziazione delle "ombre", angolazioni insolite ed anomale, etc.
Poche volte è stata sottolineata questa caratteristica a mio dire fondamentale del film: una messa in discussione dei paradigmi codificati del Film Horror (soprattutto negli anni Trenta) attraverso un innesto del Noir, non sto dicendo che tale operazione da parte di Jacques Tourneur sia stata consapevole e ragionata (anche perchè quelli che poi sono stati classificati dagli studiosi e dagli storici del Cinema come Noir all'epoca non venivano definiti tali, non si aveva consapevolezza di realizzare un film Noir) ma che si sia realizzata oggettivamente.
Importanza particolare la riveste la stessa atmosfera del film, per "Cat People" si può davvero parlare di un "film di atmosfera": minacciosa, oscura, enigmatica, ed in questo senso Tourneur tende davvero a RI-CREARE COMPLETAMENTE IL REALE, SOSTITUENDOLO CON IL FANTASTICO, ma il tutto in maniera graduale, quasi impercettibile.
E poi l'orrore incombente, certo: ma solo suggerito, in questo film niente viene mostrato ma tutto viene lasciato intuire, immaginare, l'orrore è solo suggerito.
Questo è un elemento molto importante, perchè se vogliamo sottrae un certo quoziente di spettacolarità, ma non solo: spariglia le carte, dettando nuove regole per un nuovo modo di realizzare l'Horror.
Volendo, si potrebbe guardare a "Cat People" anche come un Melodramma (e teniamo presente che i film Noir all'epoca venivano spesso definiti "melodrammi") film su una storia d'amore contrastata, su difficoltà relazionali, rappresentati in maniera emotivamente forte.
All'epoca della sua uscita il film non fu ben capito dalla critica, la quale non ne seppe cogliere tutti i risvolti, veri punti di forza del film perchè vanno a comporre un'opera articolata, stratificata, inquieta, problematica: sia per quanto riguarda il discorso orrorifico, sia per quanto riguarda la riflessione sui "generi" (e per me comunque il Noir sostanzialmente non è un genere).
La regia di Tourneur è quasi geometrica: le inquadrature sono sempre equilibrate, nette, precise, ponendosi come fertile contrappeso alla dimensione luministica da "incubo".
Come giustamente è stato evidenziato da più parti il film procede per Ellissi, per "salti narrativi" lasciando solo immaginare od intuire ciò che ci sta in mezzo, donando al film tutta la sua dirompente carica misteriosa, in più un'importanza fondamentale la assume anche la dimensione sonora: composta di fruscii, di sibili, sempre evidenziati, messi in rilievo, ponendo così le basi per un discorso nuovo su un eventuale "orrore acustico".
Ecco perchè non bisogna lasciarsi ingannare dalle apparenze: ad occhi distratti potrebbe apparire come un film a basso costo e quindi di poche pretese, in verità, come ho cercato di dimostrare siamo alle prese non solo con un film notevolissimo nella sua prolifica articolazione, ma anche con un film seminale, il quale fa da volano a tutto un discorso orrorifico successivo.
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